MESSINA. Supera i confini dello Stretto e fa discutere l’Italia intera il corteo funebre di due giorni fa, con un grosso numero di persone ad accompagnare al cimitero la salma del fratello del boss Luigi Sparacio nonostante lo stop imposto a cerimonie civili e religiose, matrimoni e funerali. A finire al centro della bufera è il sindaco Cateno De Luca, che dopo la presa di posizione della “Rete 34” e di Cambiamo Messina dal Basso è stato attaccato su più fronti, mentre la notizia è rimbalzata sui principali quotidiani nazionali.

«Che fine ha fatto il sindaco sceriffo di Messina? Niente diretta Facebook con i parenti dei boss? Niente postura mussoliana e spettacolo acchiappalike? – si chiede l’eurodeputato Ignazio Corrao – Facile fare i forti con qualche cittadino che attraversa lo Stretto per tornare a casa e poi non accorgersi di quel che succede nella propria città. Quanto accaduto a Messina è davvero intollerabile. Cateno De Luca fa quotidiani show da sceriffo agli imbarchi dei traghetti additando come delinquenti gli automobilisti che fanno rientro in Sicilia e poi consente che nella sua città si riuniscano ed escano in corteo decine e decine di persone per il funerale di parenti mafiosi».

Dello stesso tenore anche Più Europa: «Droni a Messina per vigilare su eventuali assembramenti contro il coronavirus, sistema di sorveglianza intenso e capillare. Cateno De Luca non si tira mai indietro dal farsene un vanto.. Eppure… il funerale di Rosario Sparacio gli è sfuggito! Niente controlli stradali, niente verifiche. Niente… Cateno De Luca perché di questo non parli? Cateno De Luca dove sei?”», commenta l’esponente della segreteria Fabrizio Fermanelli. «Un episodio su cui il sempre rumoroso sindaco non ha avuto nulla da dichiarare, nonostante sia stato richiesto da più parti un suo intervento su una vicenda che per l’ennesima volta mette Messina al centro delle cronache nazionali. Come Più Europa Messina ci riconosciamo nel grido di allarme lanciato da Ferrandelli, e chiediamo che tra i cittadini dello Stretto non esistano differenze di trattamento. E’ davvero difficile mantenere serenità negli animi già provati di chi sta diligentemente rispettando le regole, e poi vedere il primo cittadino stesso non rispettarle. Anche oggi infatti è stato in giro a farsi filmare e fotografare, tanto da chiederci se questa decantata opera di repressione, con annesse volgarità, sia solo propaganda quantomai divisiva per la comunità messinese».

«Ho avuto conferma di quanto riportato dalla stampa – scrive invece su twitter il deputato Francesco d’Uva – Giorni fa a Messina si è svolto il corteo funebre del fratello di un pentito di mafia. E’ gravissimo. Chi si fa garante dei messinesi sullo Stretto lo faccia anche sul territorio comunale. Si faccia chiarezza, senza distinzioni».

«Mentre in Italia non si celebrano pubblicamente funerali né matrimoni, com’è stato possibile che a Messina in cento abbiano accompagnato al cimitero il feretro del fratello di un capomafia? Dietro la bara di Rosario Sparacio, fratello del boss Luigi, sabato pomeriggio c’erano auto, moto, amici», si chiede il presidente della Commissione regionale Antimafia Claudio Fava: «Dal sindaco Cateno De Luca sempre pronto a rumoreggiare con la fascia tricolore al petto stavolta è venuto solo il silenzio».

Al coro di dissenso si aggiungono anche Valentina Zafarana, che parla “dell’ennesima pagina buia per la città”, a Franco De Domenico del Pd, che chiede “approfondite verifiche da parte delle forze dell’ordine e della magistratura”, mentre MessinAccomuna tira in ballo i ragazzi della Renault 4, parlando di totale assenza di riguardo “per la riservatezza, la privacy e gli accertamenti della Polizia di Stato”.

Non è tardata ad arrivare la replica di De Luca, che ha parlato di “falsità da parte di becera politica”, accusando gli oppositori di “fare sciacallaggio anche sui decessi”

«Non si perde occasione – scrive il sindaco in una nota – per denigrare Messina e i messinesi. Ho appreso che l’on. Giulia Grillo, appartenente al M5S e cittadina messinese, ha pubblicato un post nel quale afferma che a Messina  ‘la criminalità organizzata è privilegiata anche in periodo di lockdown’ riferendosi al presunto corteo funebre che sabato scorso, con un centinaio di persone a bordo di moto, accompagnava il feretro del fratello dell’ex boss Luigi Sparacio. La deputata si chiede anche cosa faccia il Sindaco De Luca nel frattempo. Preciso che la notizia è stata immediatamente ripresa da altri deputati regionali e nazionali pentastellati e dall’on. Claudio Fava, Presidente della Commissione antimafia all’Ars. I medesimi, piuttosto che attivarsi personalmente per accertare la verità dei fatti, hanno preferito alimentare delle bieche speculazioni politiche che sono state immediatamente riprese dalla stampa, lasciando intendere che si sia svolto un rito mafioso. Non accetto insinuazioni o accostamenti della mia persona alla mafia o alla criminalità in genere, per cui ho già dato mandato alla PG di identificare gli autori dei commenti su Facebook al post della Grillo, con i quali si esprimono dichiarazioni gravemente offensive nei miei confronti».

«Se invece di strumentalizzare i fatti per attaccarmi – continua il primo cittadino – si fossero accertati dei medesimi, avrebbero scoperto che venerdì scorso, nel primo pomeriggio, il sig. Sparacio Rosario, già gravemente malato, è deceduto all’interno della propria abitazione. Constatato il decesso, trascorse le canoniche 24 ore di osservazione, nel pomeriggio di sabato 11 aprile il feretro è stato trasportato dall’abitazione sita in via del Santo fino al Camposanto in via Catania dove è stato deposto in attesa della tumulazione. Non si è trattato né di un corteo funebre né di una celebrazione religiosa, che sono peraltro vietati dalle disposizioni del DPCM come ribadite dallo stesso Arcivescovo di Messina che, da oltre un mese, ha vietato la celebrazione dei funerali. Dunque, quanto in modo becero è definito ‘corteo funebre con oltre cento persone’ non è altro che un mero trasporto della salma per poche centinaia di metri, al quale si sono uniti, in modo estemporaneo, alcuni familiari del defunto, in numero non superiore alla trentina. Sulla partecipazione al trasporto del feretro da parte dei parenti e dei soggetti che sono ripresi nelle fotografie diffuse dalla stampa, sta già indagando la Questura, alla quale competono in via esclusiva questo genere di attività e sulle quali mi corre l’obbligo di osservare il massimo riserbo, ragione per la quale fino ad ora non ero entrato nel merito della questione”.

«Non consento a nessuno – conclude – di confondere il mio doveroso riserbo istituzionale con una forma di silenziosa complicità sui fatti. Stiamo assistendo ad un carosello di illazioni che non fanno onore ai deputati regionali e nazionali che le hanno diffuse e alimentate. Non intendo assecondare le strumentalizzazioni di certi politici, che colgono ogni occasione per ricavare un po’ di notorietà e gettare discredito sulla comunità messinese».

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Alfonsa Pizzo
Alfonsa Pizzo
13 Aprile 2020 21:09

Trenta persone sono comunque troppe..In questo periodo si muore da soli..e da soli si va al Cimitero.
Per tutti si invoca il perdono cristiano..ma i morti non sono tutti uguali
Chi ha vissuto onestamente è una brava persona..chi non l’ha fatto non lo è. Anche morto