MESSINA. A quanto pare, non è solo l’Asp a non leggere le email (mille, come dichiarato dal sindaco Cateno De Luca nella diretta di ieri, che ha svelato il “mistero” del fuorionda di qualche giorno fa): anche il Comune di Messina ha problemi con la posta elettronica.

È il colpo di scena, rivelato da Vincenzo Velini, avvocato del “paziente zero” ricoverato al Papardo e primo fra gli sciatori rientrati da Madonna di Campiglio a manifestare sintomi da contagio di coronavirus, che nel commentare la lettura che l’assessore Dafne Musolino ha fatto della sua lettera in cui spiegava la posizione del suo assistito (in breve, si è denunciato “blandamente” ma non ha avuto alcun riscontro dalle autorità), ha svelato che oltre all’Asp, anche al Comune di Messina la “autodenuncia” del cinquantaseienne è stata “rinvenuta a seguito alla mia nota ed aperta solamente dopo dieci giorni dal suo invio”.

La condivisione delle negligenze, in materia di lettura di posta elettronica, non pare avere posto fine alla guerra in corso tra Comune di Messina e Azienda sanitaria provinciale: è in preparazione infatti un’ordinanza che impone l’apertura “in maniera continuativa per 24 ore e sette giorni su sette” dei laboratori che possono analizzare i tamponi sottoposti ai potenziali contagiati.

“Io con tutto il rispetto me ne frego”, è la sfida che De Luca ha lanciato all’indirizzo del direttore generale Paolo La Paglia, che ieri che ha sottolineato come il sindaco, che è comunque la massima autorità sanitaria locale, non ha alcuna competenza in materia di organizzazione di attività sanitarie.

 

 

 

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