MESSINA. Nell’emergenza coronavirus, il nord ha salvato il sud, perchè la Lombardia ha dato due settimane di preavviso. E’ l’ipotesi, che va contro il sentire comune intorno all’epidemia di covid-19, espressa da Saverio Alberti, genetista dell’Università di Messina, che “ribalta” la tesi corrente che invece vede nella regione del nord Italia la fonte dei disagi e delle preoccupazioni sull’emergenza che da Roma in giù è ormai termimata, ma che al settentrione è ancora piuttosto seria, numericamente parlando.
Saverio Alberti, professore associato del Dipartimento di Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali a Messina, e co-direttore dell’Unità di Patologia Oncologica, presso il Centro di Eccellenza per la Ricerca sull’Invecchiamento, Università “G. D ‘Annunzio ” di Chieti, è intervenuto nella trasmissione di La7 “Tagadà”, spiegando che “La Lombardia ha dato due settimane di preavviso”, e che però “la Sicilia è stata bravissima, ovviamente favorita dall’essere un’isola” nel contenere il contagio, rispondendo ad un’osservazione della conduttrice Tiziana Panella che sosteneva (circostanza che Alberti ha confermato) che nonostante il basso numero di infetti, “al Sud i contagi sarebbero avvenuti più velocemente” e che “il sud lo ha salvato il nord”. I numeri parlerebbero chiaro, al sud Italia il numero giorni necessari per il raddoppio dei contagi è il più basso tra quelli presi in considerazione, superato solo dalla Spagna: il che significa che il virus “si è mosso” più velocemente che in altri posti, compreso il nord e centro Italia.
Il genetista ha sconfessato un’altra teoria che circola prepotentemente, e cioè che il virus sarebbe scomparso con l’arrivo del bel tempo: “Il caldo non aiuta”, spiega nettamente, citando i numeri ed i focolai scoppiati in Australia e Nuova Zelanda (in piena stagione estiva perchè nell’emisfero opposto a quello europeo), ma anche in Brasile, paese dal clima notoriamente non esattamente freddo.
