MESSINA. In Sicilia resta stabile il numero di positivi ma il virus continua a colpire i più giovani, un trend che va avanti da qualche mese, più o meno in concomitanza con l’arrivo della variante Omicron e che contribuisce ad alzare notevolmente i numeri. È quanto emerge dall’analisi  settimanale della Regione Siciliana che sottolinea come, rispetto a qualche mese fa, ora la parte di popolazione più colpita dal virus sia quella appartenente alla fascia d’età tra i 6 e i 10 anni.

Causa dell’abbassamento dell’età media dei positivi, secondo il bollettino della Regione è la progressiva estensione della campagna vaccinale nelle fasce di età avanzate, che sta determinando un maggiore interessamento dei meno anziani. Infatti al secondo posto tra le fasce più colpite c’è quella dei piccolissimi dai 3 ai 5 anni, seguiti subito dopo dai bambini dagli 11 ai 13 anni. Diversa la situazione per le fasce più alte, che sono anche quelle che al momento stano subendo meno il rialzo del numero dei contagi con la popolazione tra gli 80 e gli 89 anni che è all’ultimo posto per quanto riguarda l’incidenza, seguita da 70-79 e 60-69 anni.

Il cambiamento di trend in realtà risale a prima della fine del 2021, già a ottobre e novembre infatti si è registrata un’impennata di contagi, anche se con numeri molto più bassi rispetto a ora. A fine 2021 infatti la fascia d’età più colpita era sempre quella tra i 6 e i 10 anni ma con 80 casi su 100mila abitanti, i numeri più alti del periodo. Il picco di positivi tra i bambini si è placato solo a fine novembre e inizio dicembre in concomitanza con la chiusura delle scuole per le vacanze natalizie, quando a occupare il podio è stata la fascia d’età 19-24 anni con 467,9 casi ogni 100mila abitanti. A inizio 2022 la palla però è nuovamente passata, in modo anche più sostaziale,  ai bambini in età scolare, con un innalzamento dell’incidenza nettamente che oggi sfiora i 3250 casi positivi ogni 100mila bambini.

Situazione simile si presenta anche con i ricoveri. Le terapie intensive siciliane infatti sono occupate per l’82% da non vaccinati, più o meno la stessa percentuale che occupavano a ottobre ma con una differenza: il totale dei non vaccinati ricoverati (tra area non critica e terapia intensiva) è scesa quasi del 9% passando dall’86,9% di ottobre a 77,7% di inizio febbraio, complice anche la maggiore debolezza della variante Omicron.

 

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