MESSINA. «La diffida di sfratto da parte dell’IACP ad una associazione per disabili, se sotto il profilo della legittimità può ritenersi sacrosanta alla luce della considerevole morosità pregressa maturata dalla stessa associazione, sotto il profilo sociale rappresenta un dramma rispetto al quale la politica ha il dovere di porsi con i giusti strumenti risolutivi». Libero Gioveni, esprime preoccupazione per un episodio che ha colpito le categorie svantaggiate. L’Iacp ha di recente sfrattato, infatti, da un locale comunale una associazione di disabili su cui penderebbe una morosità di 22 mila euro.
Non è la prima volta che il consigliere comunale interviene in episodi di questo tipo. A dicembre del 216m, infatti, aveva già sollecitato il Dipartimento Patrimonio di Palazzo Zanca, a fare chiarezza sulla concessione delle botteghe di proprietà comunali.
«A differenza dell’IACP che periodicamente vara dei bandi per l’affidamento a terzi delle proprie botteghe – evidenzia Gioveni – il Comune non si adopera quasi mai in tal senso per i propri immobili sfitti. Ho chiesto a più riprese nella scorsa consiliatura di effettuare un capillare censimento che attesti il numero reale dei locali disponibili, quanti risultino affittati e a quanto ammontino gli introiti percepiti da Palazzo Zanca, ma dispiace constatare che, pur avendo approvato in Consiglio Comunale in data 14 settembre 2017 il Regolamento sulla gestione del patrimonio immobiliare, nulla sembra essere cambiato rispetto a questa poca trasparenza sugli atti».
«Pertanto – conclude Gioveni – a prescindere dalla volontà dell’Amministrazione De Luca di creare una nuova società partecipata che gestisca e valorizzi gli immobili dell’Ente (rispetto alla quale tuttavia ho delle profonde riserve), urge dare risposta alla crescente domanda di associazioni o ditte individuali che vorrebbero utilizzare locali comunali per le più disparate finalità, anche perché tale percorso potrebbe certamente dare nuovo ossigeno alle casse comunali che in questo settore sono state sempre in rosso».