MESSINA. Il primo scossone, di quelli che fanno molto, molto rumore, l’aveva dato Cateno De Luca poche settimane dopo la sua elezione a sindaco di Messina, in pieno agosto: “Via le baracche entro la fine dell’anno”, aveva tuonato De Luca, dichiarazione tonitruante che qualcuno aveva imputato al caldo particolarmente torrio di quell’estate. Ovviamente le baracche, quasi tutte, a dicembre 20128 erano rimaste al loro posto. Però il seme era stato piantato, e tramite la partecipata Arismè (creatura dell’ex presidente e primo subcommissario Marcello Scurria), e la dichiarazione commissariale di emergenza che nel 2021 ha stanziato cento milioni per lo sbaraccamento (per l’impegno della deputata di Forza Italia Matilde Siracusano), la complicatissima macchina del risanamento si è messa lentamente ma inesorabilmente in moto.

Con quali risultati? Lo spiega la relazione a firma del subcommissario per l’emergenza Santi Trovato (il presidente della regione Siciliana Renato Schifani, è commissario). Che non inizia benissimo. “Dal documento denominato “Relazione attività di demolizione, assegnazione alloggi e riqualificazione delle aree baraccate”, redatto dal Comune di Messina il 28 luglio 2020, è sostanzialmente emerso che, nonostante la consegna di circa 600 alloggi, il dato complessivo dei nuclei familiari cha ancora viveva in baracca non era variato in modo sensibile, attestandosi ancora in circa 2.200 unità abitative. Nella medesima Relazione si rilevava la presenza di altri nuclei non censiti, in quanto localizzati al di fuori delle perimetrazioni delle aree di risanamento”, spiega il documento. In pratica, non si sa esattamente quante persone vivano ancora in baracca.

Calcolo effettivamente complicatissimo, perchè, come specifica la relazione “la storica emergenza abitativa insiste su ampie aree del territorio comunale, diffuse a macchia di leopardo in zone centrali e periferiche. E rispetto al passato, in cui le baracche che rimanevano in piedi e non erano abbattute subito dopo lo sbaraccamento venivano immediatamente rioccupate ed erano al centro di compravendite e affitti, sono stati fatti significativi passi in avanti.

E quindi, quanti alloggi sono stati effettivamente acquistati? Ad oggi, dal 2018, sono 535. Nel periodo 2018 – 2021, attraverso Arisme, con fondi provenienti da progetti Pon Metro e Capacity (piano nato a fine 2016 da un’idea dal presidente della Fondazione di comunità di Messina Gaetano Giunta e dell’allora assessore all’Urbanistica Sergio De Cola,) e finanziamenti regionali, sono stati complessivamente acquistati 193 alloggi, per una media annua di 47 case. Nel periodo inizio 2022 fino al 2024, con il subentro del regime commissariale, gli alloggi acquistati con i poteri speciali sono complessivamente 247. Da gennaio 2025 ad oggi, infine, gli alloggi acquistati sono stati 95, oltre ad altri 38 in fase di acquisizione. “È evidente un forte incremento del numero degli alloggi acquistati con i poteri speciali affidati al Commissario straordinario, con particolare riferimento all’anno in corso”, spiega la relazione.

Questo per il passato. E il futuro? “Attualmente sono disponibili complessivamente 112 alloggi, dato rilevabile dai 95 alloggi acquistati nel 2025 e dai 17 disponibili dagli anni precedenti. Dei 112 alloggi disponibili, 20 sono pronti per la consegna agli assegnatari, 46 destinati ad opere di manutenzione straordinaria da parte di Invitalia e ulteriori 46 appartamenti sono destinati alla manutenzione ordinaria”, spiega ancora la relazione.

Poi c’è il capitolo di quelli di nuova realizzazione: le aree di fondo Basile/ De Pasquale e fondo Saccà sono state individuate come prioritarie per la successiva riqualificazione urbana, mediante la costruzione di nuovi alloggi. E quindi per fondo Basile e De Pasquale il progetto, del quale Invitalia è soggetto attuatore, prevede la realizzazione di 60 nuovi alloggi, costruiti con l’applicazione di tecnologie sostenibili (strutture in legno X-Lam, pannelli solari, materiali a basso impatto, impianti solari)., e di un parco annesso. La conclusione dei lavori è presumibilmente prevista per la fine del 2027. Tempi più lunghi per fondo Saccà, in cui si prevede la realizzazione di tre condomini ecologici da 44 alloggi. La conclusione dei lavori è presumibilmente prevista per la fine del 2028.

Per finire ci sono i progetti più vaghi. “L’accelerazione impressa all’acquisto di alloggi consentirà nel periodo 2026- 2027- 2028 di procedere a nuovi sbaraccamenti e interventi di riqualificazione di aree strategiche, come via Rosso da Messina in cui sono previsti 80 nuovi alloggi, “previa assegnazione di alloggi a 65 nuclei familiari, e Ritiro con assegnazione alloggi a 306 nuclei familiari, oltre al completamento delle demolizioni nel Rione Taormina da assegnare alloggi a 350 nuclei familiari”. si auspica nella relazione.

la mappa degli interventi: in rosso, le aree in cui ancora non si è intervenuto

 

 

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