MESSINA. Il destino era segnato già da inizio estate, ma una flebile speranza, legata più che altro ai tempi lenti della burocrazia, c’era ancora. Adesso invece sembra fatta. La fondazione Taormina Arte farà a meno di Messina (Comune, la Città metropolitana era già uscita), così come ha voluto fortemente il sindaco Cateno De Luca, contro il parere (e le decisioni amministrative) del consiglio comunale, che ha competenza in materia e si era espresso per due volte sulla permanenza.

La decisione, ha annunciato il consigliere del Pd Alessandro Russo, finirà a carte bollate, per valutare se gli atti della Giunta, che non hanno tenuto in considerazione la delibera del consiglio comunale di permanenza nella fondazione, siano legittime o meno. Come si è arrivati a questo punto?

Sostanzialmente, per un anno l’amministrazione (che voleva uscirne) ha ignorato la decisione del consiglio comunale (che voleva rimanerci), nonostante il 3 dicembre 2019, l’aula avesse bocciato la delibera 576 proposta da Nello Pergolizzi (LiberaMe) di “Recesso unilaterale della partecipazione alla Fondazione TaorminaArte Sicilia a seguito trasformazione del Comitato Taormina Arte”, ribadendo quindi la volontà di restare in TaoArte. Una prima delibera da parte dell’amministrazione comunale era stata ritirata dallo stesso proponente, l’assessore Roberto Trimarchiprima che fosse bocciata dall’aula.

Dal punto di vista burocratico e amministrativo, quindi, le cose sembravano chiare e definite, con l’amministrazione sconfitta e permanenza assicurata nella nuova fondazione. Senonchè, in primavera, non per una, ma per ben due volte, il commissario straordinario della fondazione Taormina Arte Bernardo Campo ha scritto al comune di Messina, per invitarlo a sanare la sua posizione nei confronti dell’organismo, anche (e soprattutto) alla luce della decisione del consiglio comunale. 

Bernardo Campo scriveva per la prima volta il 13 marzo, in piena emergenza covid-19, una lettera di “richiesta conferimento beni al fondo di dotazione indisponibile ex art 5, comma 3 dello Statuto della Fondazione Taormina Arte Sicilia”: questo perchè, all’atto costitutivo della fondazione che nel 2017 ha preso il posto del comitato, il Comune aveva conferito, quale patrimonio immobiliare, l’ex ospedale di isolamento del villaggio Ritiro-Giostra, senza che però la cessione fosse mai formalizzata. E Campo batteva cassa presso Palazzo Zanca: “si invita a voler individuare un bene da conferire al fondo di dotazione”.

Non avendo ottenuto risposta, il commissario il 27 aprile riscriveva al Comune, mettendo stavolta in copia anche i trentadue consiglieri comunali, ai quali (hanno riferito all’epoca) nessuna comunicazione era arrivata, e ricordando a tutti che il mancato conferimento dell’immobile, a norma di statuto, potrebbe determinare l’esclusione del socio fondatore: proprio ciò che l’amministrazione De Luca voleva.

E infatti, la lettera si concludeva con la notifica di avvio del provvedimento amministrativo di esclusione del comune di Messina dal novero dei soci, sostanziata nella delibera della fondazione, pubblicata il 3 maggio, in cui si “prende atto” del silenzio dell’amministrazione comunale e l’avvio delle procedure per “la fuoriuscita del Comune di Messina dalla compagine fondativa della Fondazione Taormina Arte”.

I consiglieri comunali, all’epoca, sostennero di non aver mai ricevuto alcuna comunicazione da parte del Comune circa le lettere del commissario di TaoArte (forse per i problemi con le loro pec sorti durante il periodo di lockdown).

Senza le risposte da parte di Messina, il 5 giugno Campo emanava una delibera di presa d’atto della fuoriuscita di Messina. A Luglio, De Luca motivava il suo pervicace intendimento, anche contro la volontà del consiglio comunale, competente in materia. “Siamo Usciti da TaoArte – scriveva in un post su facebook – per lanciare la fondazione Zancle, soggetto attuatore della nostra idea di valorizzazione culturale, musicale ed artistica di Messina. Faremo rete con il teatro Vittorio Emanuele, conservatorio musicale Corelli, accademie musicali, compagnie teatrali e tutti coloro che amano la nostra città. Con la fondazione Zancle sarà realizzato il teatro sullo stretto di Messina presso la Real Cittadella zona Falcata con accordo con l’Autorita Portuale e sovrintendenza”. Interpellato sull’argomento, dall’Autorità portuale cadono dalle nuvole. spiegando che nell’area della Cittadella non è possibile realizzare alcun edificio.

“Non c’è nulla del genere in progetto, non so nulla“, aveva spiegato il presidente dell’Autorità portuale Mario Mega, interpellato per via telefonica. “Si tratta di un’idea del sindaco De Luca che ancora non abbiamo approfondito nel dettaglio ma che mi sembra molto interessante e che non riguarda la realizzazione di un teatro vero e proprio ma di utilizzare i grandi spazi aperti che ci sono all’interno della Real Cittadella per un’area dove svolgere attività teatrali nei periodi estivi”, aveva poi aggiunto.

Oggi, un anno dopo la votazione che avrebbe dovuto chiudere l’argomento, e invece non ha chiuso nulla, si torna a parlare di Taormina Arte. Ma al passato.

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