MESSINA. Non sono passati che cinque anni dal roboante annuncio di “acqua 24 ore al giorno” con cui l’allora candidato a sindaco (e poi sindaco fino a un anno e mezzo fa) Cateno De Luca si presentava agli elettori chiedendo il voto. Dopo cinque anni, non solo l’acqua dai rubinetti dei messinesi non è mai scesa 24 ore al giorno, ma in moltissime zone è un miraggio anche che arrivi 12 ore, e per qualcuno è una botta di fortuna averla per quattro ore a una pressione e portata decente. Specie durante l’estate. Questa estate, in particolare.

Come mai? C’entra, per esempio il disastroso stato della rete idrica cittadina (non a caso nell’ultimo anno ci sono state decine e decine di interruzioni nell’erogazione a causa di guasti e riparazioni non previste), per ovviare alla quale l’Amam, partecipata del comune di Messina che gestisce l’acquedotto ha presentato un progetto da 21 milioni per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione.

C’entra il periodo estivo, e quindi la carenza d’acqua e la siccità? La risposta è più complessa: il periodo estivo sì, la carenza d’acqua no. Perchè i bacini idrici siciliani di acqua ne hanno in abbondanza, e lo certifica la regione siciliana, che ogni mese emette un bollettino per valutare il tasso di riempimento degli invasi e delle dighe dell’isola: tra i quali non c’è nè il Fiumefreddo nè la Santissima di Fiumedinisi, sorgenti che servono gli acquedotti di Messina, ma che è altamente improbabile che si discostino in maniera così diametralmente opposta dai 29 censiti dalla Regione Siciliana. Alcuni di questi, specie quelli deputati ad un utilizzo potabile, a quattro mesi dalla fine dell’anno (e all’arrivo dei tradizionalmente piovosissimi ottobre e novembre), sono addirittura pieni per oltre metà della capienza totale, assicurando acqua in abbondanza e scongiurando il pericolo del razionamento. Cosa che però avviene a Messina.

Che non sia un problema di penuria d’acqua lo suggerisce anche un altro indicatore, l’indice SPI (Standardized Precipitation Index), che misura la siccità: a 6 mesi si mantiene su valori elevati degli indici che indicano surplus pluviometrico, e a 3 mesi si mantiene su buona parte del territorio regionale su livelli di umidità moderata o severa, con diverse aree in stato di umidità estrema, come spiegano le analisi del Sias, il servizio informativo agrometeorologico della Regione Siciliana. Non è quindi l’acqua dalle sorgenti che manca. E quindi?

Dal servizio informativo dell’Amam le risposte sono sempre pochissimo dettagliate e molto evasive. E’ fisiologico che in estate si aumenti la portata d’acqua verso le zone più turistiche, ma quest’anno a soffrire sono pure quelle: singolare, invece, che contrariamente agli anni scorsi, le docce installate in spiaggia funzionino anche se nelle case accanto di acqua non ce n’è più. Ieri, per esempio, a partire dal primo pomeriggio, la fontana di Paradiso era a secco, mentre le docce in spiaggia hanno funzionato regolarmente fino al tramonto inoltrato. Nel frattempo, da ogni parte della città, ma soprattutto dal centro fino all’estrema punta a nord, quindi Torre Faro, le lamentele sono continue, le inefficienze altissime e i disagi, dovuti anche al gran caldo di questi giorni,  enormi per una gran parte della cittadinanza: e l’acqua si vede col cannocchiale, e quella che c’è spesso non basta, per orario e pressione di erogazione ridottissimi, a garantire il riempimento dei serbatoi.

Indici di siccità a tre mesi, che testimonia gli effetti del piovosissimo mese di maggio

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