di Alessio Caspanello e Marino Rinaldi

 

MESSINA. L’intergruppo, o la maggioranza “variabile” che il sindaco Cateno De Luca invoca per assicurare sostegno al suo programma amministrativo, nei fatti esiste già. Dal primo giorno di amministrazione. Nonostante sulla carta infatti non abbia nemmeno un consigliere comunale, De Luca è riuscito nell’impresa di farsi votare trasversalmente pressoché  tutti gli atti (unica bocciatura di peso è stata quella per la delibera di fuoriuscita da Taormina arte), spesso dai gruppi politici che più duramente lo hanno attaccato in comunicati, interrogazioni e sui social.

Su quindici delibere, infatti, De Luca ha incassato tredici approvazioni e solo due bocciature, una delle quali trasformata in voto favorevole due giorni dopo (contratto di servizio Atm), e una che lui stesso ha definito “senza alcuna conseguenza” (la bocciatura del piano di liquidazione Atm, che secondo il sindaco continuerà tranquillamente anche col voto d’aula sfavorevole).

Per il resto? Tutto liscio, dal SalvaMessina del 15 ottobre 2018, alla costituzione delle partecipate Messina Social City e Patrimonio Spa, alla messa in liquidazione dell’Atm, ai bilanci consuntivo e previsionale: tutte delibere passate con ampie maggioranze d’aula, qualche astensione tattica, e strategiche assenze per garantire il numero legale e i voti favorevoli (e la faccia con gli elettori, in qualche caso).

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Come ha votato il consiglio comunale? Dai numeri appare che la maggioranza al sindaco De Luca l’abbiano assicurata un po’ tutti, da destra a sinistra, tranne parte del Pd e dei Cinque stelle. Il recordman è Nello Pergolizzi, di LiberaMe, che su quindici delibere, da consigliere di opposizione (sulla carta), le ha votate tutte favorevoli, quasi come Salvatore Serra, eletto nelle liste di Dino Bramanti (sfidante di De Luca al secondo turno), e poi transitato alla Lega prima e al Misto poi. Il Misto ha fornito un nutrito supporto pure con Salvatore Sorbello, che da posizioni filodeluchiane, oggi pare si sia distaccato, che di delibere a De Luca gliene ha votate 13 su 15, come una ampia pattuglia di colleghi “bipartisan”: Massimo Rizzo (LiberaMe), Nicoletta D’Angelo (OraMessina), Dario Zante (Forza Italia) e Daria Rotolo. Ad elaborare una tabella dei voti ci ha pensato l’ex assessore Daniele Ialacqua in un post sulla sua pagina Facebook.

Tra chi di far passare la linea di De Luca non ne ha voluto sentire nemmeno parlare, ci sono l’agguerritissimo Gaetano Gennaro del Pd, e Andrea Argento, Cristina Cannistrà e Paolo Mangano del Movimento 5 stelle: opposizione dura e pura che che di delibere non ne hanno votata favorevolmente nemmeno una, bocciandole senza pietà e astenendosi nel resto dei casi. (In basso il grafico: clicca sulle barre per vedere i dettagli)

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