Le magliette della Energie e le tute Adidas
Se gli anni ’80 sono stati il trionfo delle spalline, dei capelli cotonati e delle paillettes, all’insegna di un glam molto paninaro che scimmiottava i primi film di Vanzina ed i personaggi di Drive In, il decennio successivo è segnato dai jeans a vita alta (terribile retaggio degli anni ’80 oggi pericolosamente tornato di moda), dal ritorno delle salopette, dai jeans strappati alle ginocchia e dalle camicie di flanella.
Icone di stile sono adesso le star del grunge, i personaggi di Beverly Hills e soprattutto – vera malattia degli anni ’90 – le teen band create a tavolino come prodotti preconfezionati: dai Take That alle Spice Girls, dai Backstreet Boys agli incommentabili (chi se li ricorda?) Ragazzi Italiani. E se fra i maschietti spopolano le cult, i barbour, i pantaloni a palazzo, il codino (alla Fiorello o alla Baggio) e gli immortali scamiciati, fra le ragazze i must del vestiario sono i vestitini fiorati e loliteschi come quelli delle ragazze di Non è la Rai, le scarpe con le zeppe, le trecce e il frisè. Discorso a parte per il look total Denim, con un trionfo di pantaloni, camicie e giubbottini di jeans dal successo unisex. Le marche più in voga? A Messina spopolano soprattutto Energie, Onyx, i residuati bellici degli anni ’80 Naj Oleari e Best Company (marchi destinati a scomparire nel giro di un paio di mesi) Essenza, Cult, Adidas (con i giubbotti della tuta in acetato).
Fra gli accessori non si possono non citare l’orecchino, che divenne un tratto di comunanza fra gli sfigati e quelli “della pisella”, il gel a fiumi, gli elastici per capelli e gli improbabili ciucci, vera e propria allucinazione collettiva che spopolò nei tardi anni ’80 e all’inizio dei nineties. Per la serie: non si stava meglio quando si stava peggio.
A proposito di mode infantili: impossibile non citare, fra i giochi, la mania ossessiva per i Mini Pony, le sorprese degli ovetti Kinder, il crystal ball, il Canta Tu e il delirio Tamagochi, che per un breve periodo andò talmente a ruba che i negozi cittadini esaurirono tutte le scorte generando una sorte di psicosi collettiva.
Meraviglioso, il pegiottino bianco, mio fedele scudiero
Il misto dello Zio Angelo…. non dico altro…
Agli zalli non si contrappongono i fighetti ma gli snobbini
negli anni 90 andavano alla grande le polo Lacoste per i fighetti e quelle benetton per gli zalli, andava tanto anche l’abbigliamento tennistico le magliette Fila ed Ellesse ad esempio, che si compravano da Sky Center. l’Endas per i fighetti anche se era in via Giordano Bruno era l’Endas Rizzo da cui si passava direttamente ai bigliardi sport quasi di fronte e al Caffè Nuovo per l’aperitivo.