La star
“Essere famosi su Facebook è un po’ come essere ricchi a Monopoli”, recita un proverbio 2.0 che descrive come meglio non si potrebbe lo star system digitale, un divismo fatto di apparenze e vacuità coltivato a suon di like, post studiati a tavolino e tanto – forse troppo – tempo libero a disposizione.
La star social messinese – che sia un politico, un attore, un giornalista o uno che nella vita vera non ha granché da fare – pubblica una media di 10 contenuti al giorno, quasi tutti autoreferenziali, fa razzia di commenti e notifiche che ne galvanizzano l’ego smisurato e si crogiola come una scrofa nel letame al pensiero del proprio successo virtuale. Selfie in palestra, foto del pranzo, scatto col bicchiere dell’aperitivo, collettiva con amici e amiche, sempre contenti, sempre festanti, ogni occasione è quella giusta. E guai a farsela scappare. Ora che arriva l’estate, i contributi si moltiplicano, con spiaggia e locale alla moda a prendere il sopravvento.
Perché, in fondo, il divo social è un imprenditore di se stesso, dell’immagine che ha concepito di sé. E poco importa se poi la realtà dei fatti sia del tutto diversa. È roba desueta, quella, da nostalgici del carbonio.
In una città buddaci inside, in cui l’apparenza è sempre più importante della sostanza, l’unica cosa che conta, ai tempi del silicio, è il profilo pubblico, l’avatar, l’alter ego in pixel che serve a fingerci quello che non siamo. O, peggio ancora, quello che nella realtà “reale” non siamo stati in grado di diventare.
Livello di psicosi: Black Mirror
Fantastici!❤
Verrò annoverata in una nuova categoria… i commentatori dei 5 di letteraemme! ?
Davvero complimenti al sagace Rinaldi dal quale ci aspettiamo anche qualcosa (suggerimento) sull’automobilista messinese 😉 …
http://www.letteraemme.it/2017/03/24/cinque-psichedelici-parcheggi-alla-messinese/
🙂 🙂 .. strepitoso
Marino Rinaldi, prima o poi questi tuoi memorabili “cinque” dovrebbero essere raccolti in volume. Non esiste, a mia conoscenza, un bestiario migliore di Messina e dei suoi abitanti!
Grazie mille 🙂
Rinaldi soddisfa la smisurata (per quanto triste) voglia di descrivere categorie messinesi con parole che non sapremmo altrimenti trovare. Solo grazie.