Otis

Più che un locale, l’Otis era una specie di fumoso, lurido e rumorosissimo cancello dell’inferno. E forse è per questo che una intera generazione lo ha venerato e tutt’oggi lo rimpiange, raccontandone le serate con un’aura di leggenda e mistero carbonaro che non manca mai di affascinare chi quei tempi non li ha vissuti. Si accedeva da un claustrofobico corridoio piazzato in cima ad una porticina anonima della galleria Vittorio Emanuele pre restauro. Il tutto assomigliava ad uno scenario post bellico: impressione confermata dall’interno. Si beveva sul lungo bancone, si fumava ai tavoli, si suonava ininterrottamente sul piccolo palco. Il proprietario, Maurizio  (del quale, dopo la scomparsa e la”ristrutturazione” del locale, campeggiava una gigantografia a tutta lunghezza sul muro del bar) aveva avuto l’ottima idea di provvedere a strumenti ed amplificatori; la gioventù messinese ci metteva il resto: scarso talento ma molta voglia di musica. Pressoché tutti quelli che avevano, o avrebbero avuto una band,  prima o poi hanno partecipato ad una delle interminabili jam sessions, che iniziavano quando dalle scale si palesavano i primi avventori e terminavamo, per sfinimento, alle prime luci dell’alba. L’Otis era sprezzante nei confronti di ogni misura di sicurezza, era lurido, stretto, soffocante, chiassoso e anarchico, ma aveva anche dei difetti: di giorno purtroppo era chiuso.

 

 

Subscribe
Notify of
guest

8 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
nelson
16 Gennaio 2017 8:50

ciao alessio,

ottima idea! ma – se posso – perché non incentivare anche la partecipazione e chiedere ai lettori il loro ‘locale scomparso’ che rimpiangono di più?

grazie!

mm
Editor
16 Gennaio 2017 17:24
Reply to  nelson

Prenderemo volentieri spunto dai commenti agli articoli e sui canali social Twitter e Facebook.

Grazie per il suggerimento

la redazione

salvatore caminiti
salvatore caminiti
16 Gennaio 2017 17:44

Non riesco proprio a comprendere come si possa assimilare il prestigio dell Irrera a Mare (la foto riguarda il Ritrovo Irrera di p.zza Cairoli) con gli altri 4 locali dell’articolo che, forse, ne rimpiange la chiusura solo l’estensore dell’articolo e qualche altro raro nostalgico. Magari potevano essere presi in considerazione locali migliori di cui se ne avverte realmente la chiusura.

mm
Editor
16 Gennaio 2017 21:37

Ce li segnali 🙂 La rubrica è fatta proprio per questo, per confrontarsi e proporre le proprie personali “classifiche”

Giuseppe A. Restuccia
Giuseppe A. Restuccia
29 Maggio 2017 13:31

Avendo chiuso nel 1977, la generazione X (dai 40 ai 50 anni), cui appartengo, ricorda il leggendario Ritrovo Irrera solo nei ricordi dei messinesi più anziani, tutti concordi sul livello altissimo della produzione, per cui il locale non avrebbe dovuto essere incluso nell’articolo. Epoca provinciale, sì, ma un locale di quel livello Messina non lo ha avuto più … .

Arianna
Arianna
16 Gennaio 2017 23:15

Il panama indimenticabile … aggiungerei anche il Rombo!

Duilio
Duilio
16 Gennaio 2017 23:28

Io rimpiango il Q, che con una nuova gestione risorse come Alchimia e dopo ancora come Officina 98100, in via San Filippo Bianchi, proprio sotto il cinema Apollo: fumoso, angusto, claustrofobico, ma maledettamente diverso da qualsiasi cosa ci sia mai stato a Messina fino a quel momento

Luca
Luca
2 Febbraio 2017 18:37

Vogliamo parlare del GIMMIS a Galati Marina? 15 anni di musica live….