MESSINA. «Ci sono 5mila famiglie che dimostrano come la parola eccellenza in sanità esista e in Sicilia trovi un perfetto sinonimo in Nemo Sud. Non si spiega, però, come una realtà possa essere osannata ieri e abbandonata oggi, lasciandola chiudere nel silenzio generale», così Azione, con una dichiarazione corale di Eleonora Urzí Mondo (coordinamento regionale), Francesco De Pasquale (coordinamento provinciale), e i due coordinatori regionali del partito di Carlo Calenda, Francesco Italia e GianGiacomo Palazzolo.

«Ci sono promesse puntualmente disattese che rendono la sopravvivenza di  questo Centro un costante punto interrogativo. Ancora oggi la mancata firma del protocollo d’intesa tra il Nemo, l’IRCCS e la Regione Siciliana non appare come un semplice ritardo ma fa suonare un importante campanello d’allarme. Siamo fermamente consapevoli che da oltre due anni gli attacchi sferrati nella direzione di questa realtà clinica siano stati continui e certamente non casuali, ma sarebbe quantomeno opportuno che, finalmente, qualche maschera venisse giù, e le responsabilità fossero portate a galla. Ebbene la denuncia della UIL rappresenta solo un capitolo nella saga  che questo centro sanitario ha vissuto fino ad oggi. E, in considerazione del fatto che si tratta di una realtà privata, ente senza fini di lucro, di un polo che è punto di riferimento per Sicilia e Calabria, che è l’unico presidio nel quale viene somministrato il farmaco genico Zolgensma, e che è paradossale e ridicolo che la sua governance debba combattere per la sopravvivenza (a Messina, mentre altrove i centri Nemo vivono e prosperano integrando il servizio sanitario pubblico con le loro risorse), è inevitabile credere ci sia, alle nostre latitudini, qualche specificità per cui si crea un cortocircuito la cui fonte va indiscutibilmente trovata e messa in luce. Allora, a tutti coloro i quali hanno beneficiato di visibilità positiva (tra sfilate e passerelle preelettorali), fotografandosi tra i corridoi di quel presidio nel quale si cerca, da 10 anni, di dare cure, riabilitazione e anche un’umanità non comune a pazienti affetti da patologie neuromuscolari e i loro caregiver, ci sentiamo di chiedere che diamine abbiamo fatto e stiano facendo quegli stessi “amici di Nemo” per evitare che arrivi la notizia della chiusura definitiva. Migliaia di pazienti stanno per rimanere orfani di assistenza specifica, e lavoratori a spasso. Stralciarsi le vesti a disastro avvenuto non serve a nessuno e non farà dimenticare le responsabilità di chi ne ha e ha avute. A partire dalla Regione Siciliana, fino all’Università degli Studi di Messina e il Policlinico Universitario. Sarebbe utile comprendere come questi ultimi abbiano potuto perdere un’opzione sul Centro».

«Tanto perché sia chiaro a tutti! E deve esserlo perché la chiusura del Nemo riguarda tutti. E anche quali siano le ragioni di scelte manageriali dell’Università e del Policlinico è questione che interessa tutti, e della quale dar ragione a tutti, trattandosi di enti pubblici, di modo anche da portare finalmente l’ovvia trasparenza su una questione di pubblico interesse e che sembra consumarsi sempre e solo a porte sigillate. Chi risponderà alle domande che oggi sono al centro della vicenda? Chi farà queste domande? Chi interverrà?», concludono i referenti di Azione.

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