Ha 29 anni, la sua azienda fattura 8 milioni di dollari e ha 24 dipendenti. Nel 2009, apre il blog di moda The Blonde Salad con l’aiuto del fidanzato che ne studia le strategie commerciali, mentre lei si occupa della parte comunicativa.
Poteva essere uno dei tanti blog ma diventa un punto di riferimento per chi ama la moda e non solo. Grazie ai suoi 9 milioni di follower la Ferragni è stata inserita dalla rivista americana di economia e finanza Forbes tra gli under 30 più importanti al mondo.
Chiara Ferragni non è solo una delle più potenti influencer del pianeta, ma è una delle prime ad aver trasformato in lavoro un fenomeno ormai dilagante, quello delle fashion blogger: ragazze che sul web aggiornano con costanza un diario fotografico inerente alle tematiche legate al mondo della moda.
Il web d’altronde è un canale di comunicazione rapido, di grande impatto e si sposa perfettamente con la moda che per sua natura è proiettata verso il futuro, dove un’idea appena nata è il presente ma non appena la si realizza diventa già il passato.
La notizia del momento è la presenza come insegnante per un giorno, della signorina Ferragni ad Harvard e le critiche non hanno tardato ad arrivare.
Chiara per la seconda volta incontrerà gli studenti per tenere, insieme all’ex fidanzato Pozzoli, una lezione sul bussines che hanno creato partendo dal suo blog e che ora si esteso anche alla produzione di una linea di accessori da lei ideata. Se, come dice Oscar Wilde, l’esperienza è l’insegnante più difficile, Chiara, vantando uno speciale successo che la vede a contatto con le più grosse maison di moda, è allora forse la persona più indicata per spiegare nel concreto ai ragazzi i passi da muovere nel settore del Marketing.
Ma tornando alle critiche, ciò che non si perdona in particolar modo alla fashion blogger sembra essere l’idea di non svolgere un lavoro vero e proprio, il suo per molti sarebbe un frivolo passatempo, ma sull’ingenua arroganza di tale affermazione non mi soffermerei troppo, sposterei invece la critica sulla recente e assillante pubblicità della sua relazione con Fedez, che nonostante il successo mediatico, l’ha purtroppo allontanata dall’immaginario di stile che l’aveva contraddistinta inizialmente, spostando l’attenzione sulla sua vita privata piuttosto che professionale.
È innegabile che il caso Ferragni sia complesso di per sé, per la portata del fenomeno stesso, quindi bersaglio facilissimo di tanti giudizi e pregiudizi. Quando ho iniziato a seguirla nel 2010 ne avevo apprezzato i tanti look proposti, oggi però quello che mi colpisce di questa “industria umana” è il fatto che una ragazza qualunque sia riuscita a realizzare un sogno tanto grande, e di questi tempi mi sembra comunque un segnale positivo.