La Sicilia nel corso dei secoli è stata un punto di riferimento importante nella produzione e lavorazione dei tessuti; le tante dominazioni, dodici con esattezza, hanno contribuito a formare uno stile variegato e unico. I Bizantini che erano gran produttori di seta fecero arrivare grazie ai traffici marittimi il tessuto in Sicilia e probabilmente si deve a loro anche l’arrivo del baco.

Nel IX secolo la produzione tessile siciliana era considerevole, scrittori arabi documentano la presenza di lanifici e cotonifici dove si produceva materiale di alta qualità. Fu però durante la dominazione Normanna che la produzione raggiunse picchi di eccellenza grazie alla lavorazione dei tessuti che venivano ornati e ricamati con seta e oro.

Facendo un salto nel tempo dal ‘700 all’800, la produzione siciliana venne esportata i  modo significativo, con abiti importati da Francia e Inghilterra che venivano lavorati e rivisti secondo uno “stile siciliano” e rivenduti all’estero.

Questo stile è tra quelli documentati nel Museo del Costume e della Moda Siciliana, che racconta un pezzo di storia del costume anche in chiave antropologica ed etnografica.

Il Museo si trova a Mirto, un paese situato sui Nebrodi tra Messina e Palermo. La collezione è visibile all’interno di palazzo Cupane, un antico palazzo nobiliare, e include più di 1500 manufatti tra abiti, cappelli, divise, corpetti, abiti da sposa, calzature e altri accessori. Diviso in sezioni in base all’epoca, il museo ha una struttura permanente e di ricerca che aggiunge, studia e cataloga i pezzi, accompagnati da una scheda tecnica.

 

 

Intorno agli anni ’90, grazie a una donazione da parte di un privato, la collezione si è ampliata ulteriormente estendendo il proprio ambito anche a costumi teatrali e cinematografici. 

Attraverso le sue sale il museo testimonia momenti storici e sociali;  una delle sale si possono ammirare le camicie rosse dei ‘picciotti’ Garibaldini e in un’altra gli abiti da sera che le dame indossavano durante le serate danzanti organizzate dai ‘gattopardi’nei primi del ‘900 . 

Il percorso museale offre un viaggio tra i diversi stili di epoche trascorse ma apre anche una riflessione sui cambiamenti che riguardano l’evoluzione dell’uomo, ammirando gli abiti infatti ci si sofferma sulla loro dimensione, che racconta come la statura delle persone di due secoli fa fosse molto più piccola rispetto a quella dell’uomo di oggi.

La  visita di questo gioiello messinese non troppo noto è imperdibile, luogo che merita senza alcun dubbio maggiore attenzione.

 

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