MESSINA. Che fine hanno fatto i lavori per “rimettere in sesto” il pilone di capo Peloro, che il 28 festeggerà il settantesimo anno dal primo giorno di apertura e messa in funzione? Lo domanda all’amministrazione il consigliere comunale del Pd Alessandro Russo in un’interrogazione.
Ciò che Russo vuole sapere è “quale sia lo stato di avanzamento della progettazione e della realizzazione dei lavori di messa in sicurezza, recupero e riqualificazione del Pilone di Capo Peloro, inserito nel più complessivo progetto del “Museo dello Stretto”, a pochi mesi dal termine ipotetico delle possibilità di spesa previste dal PNRR, ossia il 30 giugno 2026., se sia intenzione dell’amministrazione procedere ancora alla riqualificazione dell’opera e alla sua funzionalizzazione a uso turistico, così come era previsto dal progetto PUI “Museo dello Stretto”, quali misure intenda intraprendere per far sì che i finanziamenti di 10.000.000 di euro previsti per l’intervento complessivo sul Pilone e sull’area circostanti non corrano il rischio di non venire perduti, e se l’amministrazione abbia intenzione di programmare delle attività commemorative aperte al pubblico in occasione del settantesimo anniversario dall’apertura del Pilone di Faro, per sottolineare l’importanza culturale e simbolica che la città intende tributare a tale importante manufatto”.
“La struttura del Pilone, ormai da diverso tempo, versa in condizioni di forte ammaloramento, sia nella parte strutturale in metallo che in quella di conglomerato cementizio posta alla base della struttura – spiega il consigliere – circostanze, queste, che rischiano di compromettere seriamente la staticità del manufatto e la sua stessa possibilità di recupero. Che in ragione della delicatezza della struttura, con deliberazione commissariale assunta dall’allora commissario straordinario Leonardo Santoro, nel 2022 la Città Metropolitana di Messina attivò un percorso di finanziamento volto alla valorizzazione di Capo Peloro e del Pilone, utilizzando delle risorse derivanti dal PNRR attraverso l’elaborazione di un Piano Urbano Integrato (PUI)”
“Le somme destinate, a valere su fondi PNRR, ai PUI della Città di Messina ammontano a circa 132 milioni di euro, che avrebbero pertanto potuto consentire, tra le altre opere che nel frattempo sono state avviate a macchia di leopardo, anche l’avvio dei lavori relativi alla riqualificazione dell’intera struttura del Pilone di Capo Peloro – prosegue Russo – In ragione Della particolare formula di spesa dei fondi PNRR che, come è noto, impone alle Amministrazione di porre in essere i lavori relativi in tempi utili entro e non oltre il 30 giugno del 2026, a pena di perdere i finanziamenti ottenuti. Considerato che nelle scorse settimane, in ragione delle condizioni di evidente ammaloramento del basamento in cemento della struttura, il Comune ha provveduto ad approvare dei lavori pari a 110.000 euro da destinare alla ristrutturazione della sola recinzione perimetrale, poiché: “Oggetto di atti vandalici e di deterioramento dovuto agli agenti atmosferici e necessita di un intervento di manutenzione straordinaria per ripristinarne le condizioni di sicurezza, funzionalità e decoro”.
Nel 2022 l’Amministrazione aveva provveduto a inserire nel Piano triennale delle Opere Pubbliche un investimento pari a ben 10 milioni di euro da destinare a un “Museo dello Stretto”, con “struttura anulare vetrata intorno al Pilone, raggiungibile attraverso una rampa panoramica, che con opere e installazioni antiche e moderne raccoglierà al suo intento la secolare storia di questo luogo”. “Nonostante l’inserimento dell’opera a oggi non è stato avviato praticamente alcun atto propedeutico necessario alla progettazione e alla realizzazione di questo importante cantiere di riqualificazione e rifunzionalizzazione del Pilone, nonostante le scadenze dettate dalle modalità di spesa del PNRR siano stringenti”, conclude il democratico.




