MESSINA. Il 18 gennaio 2026, a Caltagirone, debutterà ufficialmente il centro studi “Ti Amo Sicilia”, il soggetto creato da Cateno De Luca a marzo del 2025 per superare l’esperienza partitica di Sud chiama Nord, che a sua volta aveva rimpiazzato Sicilia Vera. La differenza è che gli ultimi due sono (erano) partiti, Ti Amo Sicilia è un’associazione. E infatti Cateno De Luca ha dichiarato che con l’entrata in campo del centro studi non svolgerà più attività di partito “per le prossime competizioni elettorali”. Il commiato a Sud chiama Nord avverrà a Catania il 3 gennaio, e, annuncia De Luca, “cambierà denominazione anche il gruppo parlamentare regionale”.
Una importante differenza tra passato e futuro è che Sud chiama Nord, in quanto partito politico, ha obbligo di trasparenza rispetto ai fondi percepiti tramite donazioni e contributi: il partito di De Luca, a norma di legge, ha sempre regolarmente tracciato, sul sito, fondi, donatori e contribuenti, sia persone che aziende (cosa che è stata al centro delle polemiche nei mesi scorsi). Viceversa, il centro studi Ti Amo Sicilia, che da statuto è un’associazione, invece ha un obbligo di deposito del bilancio, ma non avrà vincoli di pubblicazione dei donatori.
Cosa rimarrà di Sud chiama Nord, quindi? Che il partito non sia più in cima ai pensieri di De Luca e dei suoi, lo testimoniano contributi e donazioni, copiosissimi fino a un anno fa, ma anche prima, in occasione della tornata elettorale delle europee 2024, e ora ridotti al lumicino, anche se una corposa iniezione di fondi (310 mila euro, ha spiegato De Luca durante l’incontro, aggiungendo “nel pieno rispetto delle norme sul finanziamento ai partiti”) è arrivato dalla raccolta conseguente alla cena di venerdi 12 dicembre a Taormina, con 250 partecipanti.
Di fatto, nell’elenco dei contributi da luglio a ottobre 2025 di Sud chiama Nord, c’è una sola azienda, che tra l’altro ha contribuito con appena cento euro, e per il resto a sostenere economicamente il partito ci sono praticamente solo parlamentari, politici e esponenti delle partecipate: recordman di contribuzione è il deputato regionale Matteo Sciotto, che alle casse di partito ha destinato 8.610 euro in cinque diversi versamenti da 1722 euro ciascuno. Segue il sindaco di Messina Federico Basile che ha destinato al movimento 7.000 euro in tre tranche, quindi il parlamentare nazionale Francesco Gallo (6.500 euro in due versamenti), ie l deputato regionale Pippo Lombardo, che ha contribuito alle casse di partito con 3444 versati in un’unica soluzione a fine agosto. Salvatore Cosenza, consigliere d’amministrazione della partecipata Amam ha versato invece 2550 euro totali in due soluzioni. In tutto, nel trimestre luglio-ottobre, Sud chiama Nord ha ricevuto contributi per 35mila euro.
Non era andata meglio, anzi, nel trimestre precedente, da aprile a giugno: il totale dei contributi è stato infatti di 22.357 euro, anche questi elargiti perlopiù da politici eletti o nominati tra le file del partito: spiccano anche 800 euro dati da Ismaele La Vardera, che non faceva più parte di Sud chiama Nord da sei mesi.
Le donazioni invece sono ferme al trimestre gennaio-marzo 2025, (proprio a marzo è stata fondata l’associazione Ti Amo Sicilia) e qui il piatto piange: appena 12.600 euro, ma da sei soli donatori.
Sono pochi o molti? Molto pochi, rispetto agli anni scorsi: se nel 2022 i finanziamenti da donazioni e contributi erano 24.500 euro da appena sette donatori e tutti concentrati tra agosto e metà novembre, quindi prima e dopo la campagna elettorale per le regionali, già nel 2023 si sono consolidati superando il mezzo milione di euro: a inizio anno a contribuire sono soprattutto gli storici uomini e donne di De Luca, come gli assessori, i presidenti di partecipate e qualche consigliere comunale, poi subentrano sostenitori e soprattutto aziende, che danno uno scossone con donazioni raramente inferiori a diecimila euro. Nel 2024, prima dell’appello di De Luca, la raccolta fondi era partita non troppo brillantemente, da marzo in poi si è passati ai numeri grossi: a “fedelissimi” e imprese, si sono sommati moltissimi sostenitori le cui poche decine o centinaia di euro hanno fatto massa, che hanno portato il totale della raccolta nei primi quattro mesi del 2021 a 417mila euro. Dal 2022, cioè da quando Sud chiama Nord rendiconta donazioni e contributi, gli euro entrati nelle casse del movimento sono più di un milione di euro.


