INRI
(Raùl Zurita; Edicola; 2021)
Legate una all’altra da continui rimandi, le poesie di INRI compongono un unico ciclo poetico-narrativo che intreccia i sublimi paesaggi del Cile alla barbarie dell’animo umano. Protagonista di questa melodia che commuove e ipnotizza è la moltitudine di corpi senza nome cui è stato negato un ultimo abbraccio, un ultimo saluto, un ultimo sogno. I desaparecidos della dittatura sono ora pasture per pesci, fiocchi di neve, conigli feriti, fantasmi abbandonati in una nave inclinata nel deserto di Atacama. Sono loro i resti di una gioventù perduta, di speranze infrante. Sono come Cristo. E anche in queste pagine la caduta vive nel contrasto con l’ascesa, la morte in quello con la resurrezione, l’atrocità in quello con la dolcezza. Dolcezza delle madri come Viviana, che coccola i pesci carnivori perché nelle loro pance c’è il figlio. E dolcezza della natura, che si fa carico della violenza umana e culla quelle spoglie senza vita. Di questa folla di scomparsi si colgono soltanto alcuni nomi: Bruno, Susana, Odette, María, Rubén. Gli altri sono destinati all’oblio, a meno che l’arte non li riscatti e dia loro una salvezza.
Da leggere perché la poesia in questo caso dà voce ai dimenticati, agli ultimi, agli oppressi dalla feroce dittatura cilena.
Trovare le parole. Abbeccedario per una comunicazione consapevole
(Federico Faloppa e Vera Gheno; Edizioni gruppo Abele; 2021)
I rapporti sociali sono fondati sulle parole, senza le quali si ridurrebbero a poca cosa. Da sempre. Ma oggi il peso delle parole è accresciuto dalla moltiplicazione e dalla pervasività dei mezzi di comunicazione e, soprattutto, dei social. Accade così che le parole, sganciate dal contatto fisico tra le persone, diventino incontrollate. Ciò ne favorisce un uso improprio e, talora, aggressivo. Con conseguenze gravissime, sul piano personale e su quello sociale, quando sfociano in “discorsi d’odio”.
Da leggere perché riappropriarsi delle parole, del loro senso, delle loro implicazioni, della loro portata comunicativa è, dunque, l’imperativo della nostra epoca.
Dentro l’algoritmo. Le formule che regolano il nostro tempo.
(Donata Columbro; Effequ; 2022)
L’algoritmo è una mano invisibile che governa le nostre vite? E da quando succede? Oggi questo termine è sinonimo di computer, ma anche di intelligenza artificiale: è in realtà un insieme di regole, un procedimento costruito dall’essere umano per ottenere la soluzione a un problema. Può decidere al posto nostro, modificare la rappresentazione di una categoria di persone, radicalizzare rappresentazioni del mondo, ma come principale scopo ha quello di massimizzare il tempo che l’utenza passa su app e dispositivi. In questo libro vogliamo capire cos’è l’algoritmo che sembra influire in modo così preponderante nella nostra quotidianità. Perché ce ne stiamo occupando tutti così tanto in questi ultimi anni, cosa è cambiato rispetto a quando sono arrivati i primi social network, e come possiamo capirne il funzionamento per migliorare il nostro tempo.
Chi di noi non ha mai utilizzato l’espressione “ decide l’algoritmo” ma cos’è questa nuova divinità contemporanea che sembra muovere le nostre sorti? Questo libro ci permette di comprenderlo meglio.
Così parlò la pianta
(Monica Gagliano; Nottetempo; 2022)
“Non tutte le culture”, scrive Suzanne Simard nell’introduzione a questo libro, “soffrono del complesso di superiorità antropocentrico, ma quella attualmente più potente e dominante sulla faccia della Terra sì, e ha provocato diverse crisi su scala mondiale. Per evitare il disastro socio-ecologico, servirà una rivoluzione. Bisognerà decostruire l’approccio riduzionista e provinciale che ci contraddistingue, per comprendere la vita e inventare modi completamente nuovi di intendere il mondo”. È proprio questa la meta del viaggio visionario – e necessario – di Monica Gagliano: muovendosi tra autobiografia e indagine scientifica, “Così parlò la pianta” ci spinge a considerare le piante non come oggetti, bensì come esseri dotati di soggettività, coscienza e volontà, e dunque capaci di un punto di vista e di una voce distinti. Gagliano racconta i suoi incontri ravvicinati con le piante, ma anche con sciamani delle piante, indigeni che hanno conservato le tradizioni e mistici di tutto il mondo, integrando poi tutte queste esperienze con una rigorosa presentazione delle recenti e importanti scoperte scientifiche sulla comunicazione e la cognizione nel mondo vegetale, ambito di ricerca nel quale lei stessa svolge un ruolo di primo piano.
Da leggere perché “il mondo vegetale non ha mai smesso di insegnare agli esseri umani, e noi, ascoltando, non abbiamo mai smesso di imparare”. “Così parlò la pianta” è un invito all’ascolto, al dialogo e al confronto, per un cambiamento che è ancora possibile.
Profumo di caffè e cardamomo
(Badriya al- Bishr; Nottetempo; 2022)
L’intera narrazione ruota intorno al difficile rapporto tra Hind, protagonista e voce narrante, e la madre Hyla. Donna autoritaria e dispotica, Hyla incarna lo stereotipo della casalinga cui non dispiace la propria condizione subalterna ed è sempre pronta ad osteggiare le libertà femminili, soprattutto quelle delle figlie, favorendo invece gli atteggiamenti misogini degli uomini. Violenta e calcolatrice, la donna gestisce la casa come un campo di battaglia, di cui lei è il soldato più autorevole, prendendo decisioni di ogni tipo sulla vita dei figli. Hind, invece, fin da piccola mostra una propensione alla ribellione. Non si preoccupa del divieto di giocare per le strade del quartiere insieme ai ragazzi, anche se ciò le procurerà botte e punizioni. Durante il periodo adolescenziale ascolta musica e fantastica su storie d’amore con i cantanti sfidando i divieti materni, mentre per sua madre è proibito perfino sognare. Ribelle e coraggiosa, Hind non rinuncia a incontri clandestini con un ragazzo di cui si è invaghita, cui seguiranno mesi di detenzione in casa come castigo dopo essere stata scoperta. Nonostante la sua voglia di libertà, Hind è costretta a sposare Mansur, un uomo che non ama e che si dimostra insensibile nei suoi confronti, specialmente dopo la nascita della loro primogenita May che lui rifiuta in quanto femmina. Il loro rapporto peggiora notevolmente e giunge al divorzio quando Mansur le proibisce di scrivere, con l’appoggio della famiglia di Hind.
Un libro che rappresenta la voce delle donne saudite. Perché la lotta è unica in tutte le parti del mondo