L’impulso

(Lidia Yuknavitch; nottetempo, 2024)

Laisvė, una ragazzina nata alla fine del XXI secolo, fugge dalla sua terra su una barca. Nelle acque dell’oceano perde la madre, e appena arrivata nel nuovo paese viene separata dal fratello neonato e dal padre. Ma, oltre il qui e ora di un’epoca segnata dall’innalzamento del livello dei mari e dallo stato di polizia, Laisvė è una portatrice: si tuffa in acqua e viaggia nel tempo, trasportando oggetti, memorie, persone – e cambiando il corso degli eventi. Entra così in connessione con alcuni personaggi degli ultimi due secoli: Frédéric-Auguste Bartholdi, uno scultore francese; Aurora, una donna che sperimenta la libertà in ogni sua forma; un assassino minorenne che in un istituto di detenzione disegna bozzetti visionari; la figlia di un dittatore, alla ricerca di una catarsi che possa affrancarla dal peso delle sue origini; e una squadra di operai impegnati nella costruzione della Statua della Libertà.

Da leggere perché la scrittura della Yuknavitch è una massa d’acqua che ti travolge ed è proprio quando diventa forte la sensazione di annegare che la pagina successiva ti fa nuotare verso la libertà

 

 

 

Io non scendo. Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano

(Laura Leonelli; postcart, 2024)

Per secoli le donne sono rimaste ai piedi degli alberi. Donne-radici, destinate a nutrire i frutti di altre esistenze, padri, mariti, figli, quel maschile eternamente libero che invece si arrampica su ogni albero, e dall’alto guarda lontano, cresce, conquista. Sembrava una condanna eterna, la peggiore perché benedetta da ogni potere, e invece alcune donne si sono ribellate e hanno abbracciato il tronco come fosse la parte migliore di sé, hanno puntato i piedi e salendo di ramo in ramo hanno raggiunto un altro punto di vista, più vasto, più aperto. Questo libro raccoglie un centinaio di ritratti di donne sugli alberi. Sono fotografie anonime, dalla fine dell’Ottocento agli anni ’70 del Novecento. Sono volti sconosciuti che si intrecciano alla voce di donne importanti come Louisa May Alcott, Simone de Beauvoir, Voltairine de Cleyre, Astrid Lindgren, Beah E. Richards, Bianca Di Beaco.

Per chiunque non può fare a meno di arrampicarsi sugli alberi e qualora non l’aveste mai fatto vi verrà assolutamente voglia di farlo…perché a volte non scendere è un atto di libertà

 

 

Settentrione

(Louis Calaferte; WOM edizioni, 2024)

Immediatamente censurato, condannato e ritirato dal commercio alla sua prima pubblicazione nel 1957, sarà ripubblicato solamente ventun anni dopo dall’editore Denoël. Leggere Calaferte è come prendersi uno schiaffo: ogni parola vi stordisce, ogni frase vi trafigge, ogni immagine vi abbaglia. Ogni riga di questo libro è un’opera d’arte in cui la poesia è onnipresente. La storia narra le vicende, in gran parte autobiografiche, del risveglio della vocazione letteraria di un trentenne, alimentata da fortuiti incontri con varie donne su cui s’imbatte durante il suo lungo peregrinare, e arricchita da una visione totalmente disillusa delle prospettive offerte dalla società.

WOM edizioni scova sempre delle perle preziose, spesso sottratte dalla censura alla letteratura del ‘900, e lo splendore del linguaggio e la spregiudicatezza di queste opere arricchisce e adorna il nostro presente.

 

 

Il costo della vita

(Deborah Levi; NN editore, 2024)

Un divorzio doloroso, una grande casa vittoriana da lasciare per un edificio fatiscente su una collina nel nord di Londra, due figlie da crescere e bollette che si accumulano. A cinquant’anni, Deborah Levy deve ricostruire la sua vita, occuparsi di sé stessa e soprattutto trovare un posto dove scrivere. Quando una vicina le viene in aiuto, offrendole in affitto il suo capanno, Levy ne fa la sua stanza tutta per sé, trovando una nuova voce, una prima persona che fonde insieme memoria e presente, la donna e l’artista. Nel secondo capitolo della sua Autobiografia in movimento, Deborah Levy parla di scrittura, relazioni e della perdita di sua madre, e sfata il mito della casa come luogo dove soddisfare tutti tranne sè stessa. Vivido, brillante e struggente, Il costo della vita è uno straordinario manifesto sull’essere donna, su come rifiutare regole sociali subdole e oppressive; in continuo dialogo con le sue autrici di riferimento – Woolf, de Beauvoir, Duras – Levy racconta sé stessa e il prezzo da pagare per costruire una casa che le assomigli, abbracciando la paura e l’ebbrezza della libertà e dell’arte.

Una lettura consigliata a chiunque ritiene indissolubile il binomio corpo/casa, spazio / consapevolezza di sé stessi, luogo/creatività. Per chiunque sta cercando il proprio spazio nel mondo e ancora non sa che a volte bisogna costruirselo da sé

 

 

Ritratte. Storie di donne che hanno scelto il cinema

(Carlo Griseri; Capovolte, 2023)

Cosa significa fare cinema ed essere donna? Quanto è difficile emergere, proporre una narrazione che si discosti dalla linea continua dell’industria cinematografica globalizzata, dominata a tutti i livelli da logiche patriarcali? In Francia come in Afghanistan, in Libano come negli Stati Uniti, con Ritratte Carlo Griseri ci conduce in un viaggio attraverso le storie di dieci registe che parlano dal margine e che portano sullo schermo le proprie storie personali e politiche, per dare voce alle realtà da cui provengono, per sovvertire linguaggi e sguardi. Sono storie – quelle incarnate e quelle dirette sul set – che raccontano una battaglia costante, contro stereotipi e ostacoli più o meno evidenti. Chi sono le Ritratte nel libro? Nadine Labaki, Shahrbanoo Sadat, Alice Wu, Maïwenn, Rama Burshtein, Ekwa Msangi, Pelin Esmer, Mounia Meddour, Antonella Sudasassi e Darya Zhuk.

Da leggere perché ci indica Una strada che si sta costruendo in tanti luoghi diversi, ma che va nella direzione di un cinema nuovo. E poi la piccola casa editrice va incoraggiata perché ci racconta Una micro-realtà in movimento che immagina nuove modalità di conoscenza, innesca pratiche condivise in ottica antirazzista e transfemminista, offre nuove lenti di lettura

 

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