MESSINA. Gli ex lavoratori del servizio Caldaia sicura sono sul piede di guerra: in una lettera alla cittadinanza si rivolgono al prossimo sindaco e chiedono attenzione verso la loro condizione di “vittime della politica”.

Nel gennaio 2018, raccontano, dopo il fallimento della proposta di internalizzazione del servizio con confluenza all’Amam, “era stato richiesto di avviare l’iter per la gara d’appalto chiedendo di inserire apposite clausole di salvaguardia per il personale dell’appalto uscente (prevista dal codice dei contratti pubblici) e di revoca dell’appalto alla ditta affidataria nel caso di mancato pagamento di 2 stipendi ai dipendenti o nel caso del non rispetto delle norme previste dal bando quali per esempio non fornire i mezzi basilari per l’espletamento del servizio(strumenti, macchina di servizio, carburante, visto che gli ispettori portavano da casa anche il cacciavite)”. Ma non è accaduto.

“L’Amministrazione Comunale – scrivono – convinta che l’internalizzazione fosse la strada più conveniente per il Comune, ha proposto l’iter per inserire il servizio in Amam ed approvare il contratto di servizio allegando un piano industriale, che prevedeva solo minime spese di gestione e gli stipendi dei lavoratori, definendo la cifra esorbitante dell’utile da versare all’organismo affidatario quale risparmio per l’Ente”.

“Oggi siamo a quasi due anni dalla scadenza dell’ultimo appalto – continua la lettera aperta – e nessun atto è stato prodotto. Il Comune di Messina, nella qualità di Autorità Competente, non ha neanche approvato il nuovo regolamento come indicato dalla Regione Siciliana È importante sottolineare che il servizio non grava sul bilancio Comunale perché si autofinanzia ma, vista l’esperienza passata, ripetiamo quanti anni si dovrà ancora attendere per far ricominciare un servizio obbligatorio e necessario per la sicurezza dei cittadini

Il primo appalto del servizio Caldaia Sicura scadeva nel lontano maggio 2008, il servizio è stato riaffidato nel giugno 2012 le ispezioni sono state avviate nel 2013, dopo ben cinque anni. L’appalto è scaduto il 14 giugno 2016 ed in quella data sono stati licenziati quattro ispettori per fine appalto, sono rimasti in forze solo un ispettore e due amministrative in quanto fu assegnata una proroga tecnica fino a dicembre 2016, ma senza essere stipendiati. “La Promoeco non ha erogato parecchi stipendi per un lungo periodo, tanto che il Comune di Messina ha applicato il potere sostitutivo liquidandoci qualche spettanza, sopraggiunto un decreto ingiuntivo da parte di altro lavoratore di Promoeco che ha lavorato in cantiere diverso dal Comune di Messina, non vi è stata più possibilità di recuperare altro e noi, oltre a tanti stipendi mai percepiti, aspettiamo anche il TFR. Inoltre è stata richiesta istanza di fallimento nei confronti di Promoeco, pertanto attendiamo sentenza”, scrivono sette ex lavoratori del servizio.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments