PALERMO. La Sicilia si avvia ad uscire dalla “zona rossa” entrata in vigore il 16 gennaio con l’emanazione dell’ordinanza regionale di Nello Musumeci. In base ai nuovi dati sui contagi, infatti, l’Isola potrebbe diventare “arancione” già dal prossimo 1 febbraio, grazie al calo del tasso di positività e dell’indice Rt. A confermarlo anche l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza nel corso di un dibattito in aula all’Ars sulla situazione della pandemia.

«Qualche ora ancora e scopriremo se l’indice Rt, come appare dalla riduzione dei contagi in Sicilia, ci permetterà di condividere col governo centrale il possibile declassamento del rischio della regione. Auspichiamo di uscire dalla zona rossa il 31 gennaio».

I dati, ad oggi, inducono a un cauto ottimismo. Su 10mila abitanti, la Sicilia è al quinto posto per incidenza dei contagi, al 12esimo posto per decessi, settima per tamponi molecolari. Con l’inserimento dei tamponi antigenici, il tasso di positività nell’isola è passato dal 12% al 5%, e ieri è addirittura sceso al 3,4%.

L’assessore si è soffermato anche sui vaccini (105mila le persone coinvolte) e sull’adeguamento delle strutture ospedaliere. La relazione dell’assessore è stata contestata tuttavia dalle opposizioni, dal capogruppo del Pd Giuseppe Lupo al M5s (“Siamo l’unica zona rossa d’Italia, tra l’altro inspiegabilmente generalizzata in tutta l’isola, col risultato di mettere in ginocchio imprese e commercianti anche nelle aree dove i contagi sono bassi”).

In base ai numeri di ieri, in Sicilia sono 996 i nuovi positivi al Covid su 29.270 tamponi processati. L’isola è sesta per contagio dopo Veneto, Lombardia, Lazio, Puglia e Campania. Cala vistosamente il numero degli attualmente positivi: 47.030, con un decremento di quasi 500 casi grazie ai 1.407 guariti. Numeri che lasciano sperare nella fine imminente dell’area rossa in Sicilia. (Ansa).

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