MESSINA. Riprende l’attività del Teatro dei Naviganti, e lo fa dal mito di Prometeo. Il lavoro sulla tragedia Eschilea si era interrotto lo scorso anno, procedendo a singhiozzi quando consentito. Ora che il teatro è di nuovo possibile, ecco che lo spettacolo prende forma e gli allievi della masterclass della compagnia messinese vanno in scena portando una originale e moderna lettura della tragedia.

Il 5 giugno debutterà ai Magazzini del Sale di via del Santo 67, alle 20 e 30 Cabaret Prometeo, per la regia di Domenico Cucinotta. Gli interpreti sono Milena Bartolone, Orazio Berenato, Gabrielle Cacia, Davide De Domenico, Elvira Ghirlanda, Sergio Runci, Chiara Trimarchi. L’assistenza alla regia è di Mariapia Rizzo; la supervisione dei costumi di Stefania Pecora. La “Rupe” è stata realizzata da Simone Di Blasi.

Repliche tutte le sere fino al 13 giugno, sempre alle 20 e 30. La prenotazione è obbligatoria al 339 5035152 (preferibilmente tramite messaggio whatsapp). Costo del Biglietto € 12,00.

“Possiamo definirci figli di Prometeo, colui che plasmò gli uomini, donò loro il fuoco e spense la visione della morte donando la salvifica speranza, e che sfidò Zeus per mantenere in vita la specie umana. Per questo fu incatenato: per aver donato agli uomini un privilegio degli dei – scrive la produzione dello spettacolo – Trascorsi vari millenni, da questo leggendario avvenimento, in noi prometìdii, figli di prometeo, sorge una domanda: che ne è stato del dono e del privilegio? Che cosa ne abbiamo fatto? E’ senz’altro uno sforzo della fantasia immaginare Prometeo in un cabaret, nel suo cabaret, a intrattenere il pubblico con la sua vicenda. Eppure è ciò che è successo nella nostra lettura del mito. Ci è accaduto di sentire il bisogno di liberarlo dalle sue catene, o meglio, di permettergli di giocare con il suo incatenamento, per averlo più vicino, più umano, tanto da consentici di porre a lui direttamente, le domande che ci riguardano. Prometeo è accusato di superbia e per questo viene punito. Si inscena un processo: “Prometeo, sei superbo? Noi, siamo superbi?”

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