MESSINA. Un documento, trecento firme, una petizione su Change.org. Perché la delibera sul regolamento per i beni comuni non sia affossata da giochi politici che alla città non arrecano altro che nocumento. Gli artisti messinesi, radunati sotto la sigla “Unione per la cultura”, chiedono voce. Voce da portare in consiglio comunale, per spiegare all’aula perché questa non è un’occasione che può andare sprecata. 

“Artisti, senza appartenenze politiche, da anni chiedono la possibilità di utilizzare spazi urbani comunali in disuso, di poter prendersene cura, in uno scambio regolamentato che possa recare vantaggi all’Amministrazione e alla comunità”, si definiscono. Al tavolo ce ne sono tre: Roberto Bonaventura, Cristiana Minasi e Mauro Failla. Parlano a nome di una comunità grande, in continua crescita, che per la prima volta parla come una sola voce. “Non vogliamo avere riferimento alcun politico o partitico, non c’è un leader, il nostro è un movimento spontaneo, e non abbiamo nemmeno un riferimento artistico: tra i firmatari ci sono attori, registi, musicisti, pittori. E’ un’opportunità da non perdere per la città, sappiamo quanto la cultura sia ferma e le difficoltà che abbiamo noi artisti nel farci sentire e nel far fruire la cultura”, ha spiegato Bonaventura.

A recitare la lettera che sarà letta dal consiglio comunale ci hanno pensato Cristiana Minasi e Mauro Failla:  “L’uso regolato dello spazio urbano (beni abbandonati, spazi verdi, piazze, fontane, spazi periferici o centrali sottoutilizzati) può davvero cambiare il volto di Messina, culturalmente, socialmente ed economicamente. Chiediamo a tutti voi di votare con grande senso di responsabilità e con la coscienza di coloro che scrivono la storia e non la subiscono”, spiegano i due. 

“Il Teatro San Carlino, il Romolo Valli, il Teatro Libero e non ultimo il Teatro in Fiera non esistono più. La sensazione, come Artisti, è che il nostro settore sia stato abbandonato a se stesso. Lo si evince con chiarezza nei sempre più irrisori fondi destinati agli investimenti culturali nei capitoli dedicati nei bilanci del Comune e della Provincia di Messina prima, della Città Metropolitana adesso. Da cittadini prima ancora che artisti, noi sappiamo che questo non è più il tempo di grandi fondi pubblici o di inutili contributi a pioggia e non è questo che chiediamo. Sappiamo però che attraverso l’approvazione di questo strumento regolamentare e di tutti gli atti che ne seguiranno, la Cultura, grazie a un’organica progettazione a costo zero per il Comune, diventerebbe lungimirante speranza per il futuro. Se non si scommette sulla cultura, la città perderà anche il treno di questo settore essenziale per lo sviluppo economico e sociale, in particolare nel meridione e, contestualmente, dirà addio al proprio futuro”. 

 

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