MESSINA. La tragedia di Genova, con gli oltre quaranta morti provocati dal crollo del “viadotto Morandi”, ha provocato un effetto domino di ritrovata attenzione per le infrastrutture sospese come ponti e viadotti. A Messina, che vent’anni fa aveva assistito al crollo di un viadotto costruito con la stessa tecnica del ponte rollato a Genova, a prendere l’iniziativa è stato il vicesindaco Salvatore Mondello.

L’assessore ai Lavori pubblici chiede a una mezza dozzina di dirigenti, ciascuno per le sue competenze, di “relazionare in tempi brevi di merito le strutture sospese (ponti, cavalcavia, viadotti, impalcati, collegamenti sospesi) di proprietà e ricadenti sul territorio comunale. Oltre ad una dettagliata elencazione dei medesimi – continua la nota di Mondello – si intende conoscere per ognuno di essi se sono stati effettuati controlli diagnostici periodici documentari di apposita relazione tecnica sulle reali condizioni dei materiali tecnici e del comportamento globale dei manufatti e se questi si trovi in condizioni di rischio e pericolo per la pubblica incolumità, se vi siano in atto progetti di intervento per l’adeguamento statico, il restauro, la ristrutturazione, il consolidamento dei medesimi ed eventuali fonti di finanziamento, se sussiste un’attività di monitoraggio e controllo continuativo“. Il sindaco Cateno De Luca, insieme ai suoi omologhi delle città metropolitane, il 24 saranno a Palermo, a colloquio col presidente della regione Nello Musumeci, per capire come affrontare il problema

Nel frattempo, un cittadino di Villafranca, Giovanni Bonaccorso, ha postato sulla sua pagina facebook una personale “verifica statica” della condizioni del viadotto Tarantonio. E non appaiono buone. Nel video, infatti, sia il calcestruzzo che la struttura in ferro del cemento armato, vengono via al solo tocco. C’è da preoccuparsi?

“Si vede in atto quel processo che riguarda la carbonatazione del calcestruzzo e la conseguente ossidazione delle barre d’acciaio che si gonfiano e fanno esplodere il copriferro, ovvero quella parte di calcestruzzo che riveste le armature metalliche – spiega Gaetano Sciacca, oggi consigliere comunale e già ingegnere capo del Genio Civile – La speranza di tutti noi è che dopo i fatti di Genova  si sia creata una maggiore sensibilità nell’opinione pubblica. Tutti possiamo essere più consapevoli che le strutture non sono eterne e col passare degli anni, specialmente se sono poste in corrispondenza di ambienti aggressivi come quello marino, fluviale o in zone fortemente urbanizzate, hanno bisogno di essere monitorate e ne va verificata la tenuta statica”

 

 

 

 

 

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