MESSINA. “A circa un mese dall’inizio dell’anno scolastico i bambini che frequentano la scuola San Francesco di Paola, sono senza banchi e seduti in una sediolina per poter studiare. Dal primo giorno di scuola all’Istituto Comprensivo San Francesco di Paola il disagio è tutt’oggi ancora attuale, segnalato dai genitori dei piccoli studenti, e nonostante le sollecitazioni della Dirigente scolastica, alcune classi dell’Istituto comprensivo San Francesco di Paola di San Licandro, costrette a turnare, non hanno ancora ricevuto la fornitura dei banchi monoposto pensati per affrontare il periodo scolastico nell’era del Covid-19. Nelle scuole della V circoscrizione, sembrerebbe che parecchi banchi monoposto sono ancora in attesa di essere consegnati”. Così il presidente della V Circoscrizione, Ivan Cutè.

“La situazione rischia di alzare la tensione dei genitori, che in questi giorni si mostrano pieni di rabbia davanti all’istituto, molti dei quali si sono più volte riuniti e hanno chiesto aiuto ai rappresentanti locali, per comprendere come muoversi – continua Cutè – La scuola ospita centinaia di bambini e le classi non sono abbastanza ampie per accogliere tutti gli alunni utilizzando banchi biposto per uso monoposto. Secondo quanto appreso, gli addetti ai lavori riferiscono, da giorni, che a breve dovrebbero arrivare i nuovi banchi, o almeno una parte di quelli che erano stati richiesti. Ma il tempo scorre, i piccoli alunni continuano a vivere il disagio di dover leggere e scrivere sulle proprie gambe, ed i genitori sono sul piede di guerra“.

“La Dirigente ed il personale della scuola, suppongo, abbiano svolto un grande lavoro nei mesi estivi per organizzare la riapertura, cercando di non farsi trovare impreparati per il rientro a scuola di tanti ragazzi e come molte altre scuole, hanno affrontato le difficoltà di questi ultimi giorni con spirito costruttivo e collaborativo, e tra mille difficoltà, la più insormontabile è legata ai ritardi nella consegna degli arredi – prosegue il Presidente della V Municipalità – I banchi, ordinati con largo anticipo, sarebbero dovuti essere già posizionati il primo giorno di scuola prendendo il posto di quelli vecchi. Ma, da quanto appreso dai genitori, obtorto collo, non sono presenti nemmeno questi ultimi, in quanto la dimensione delle aule non consente un diverso posizionamento dei banchi doppi, se non quello classico”.

“Orbene, durante l’attività didattica, sembrerebbe che i ragazzi della San Francesco di Paola, in particolare i piccoli alunni delle classi terza A e terza B della primaria, svolgono le proprie lezioni seduti sulle sedioline senza il supporto dei banchi. Pur tuttavia, i bambini, sin dal primo giorno di scuola hanno affrontato con grande entusiasmo, sorridenti e felici il rientro a scuola dopo parecchi mesi di allontanamento forzato, ma ad oggi, ogni mattina  si trovano di fronte alla propria sedia, in una classe priva di banchi – evidenzia Ivan Cutè – Questa è l’immagine della scuola che non vorremmo né raccontare ne vedere; chi di competenza ha il dovere morale e civile di intervenire. Bisogna correre ai ripari mettendo da parte strumentalizzazioni o propaganda, e facendo giungere nelle scuole le attrezzature necessarie che il Governo ha promesso. I nostri bambini, le maestre e le famiglie non meritano questo trattamento. Troppi i sacrifici fatti in questi mesi. E’ inaccettabile ed inverosimile che a quasi un mese dal suono della prima campanella ci si trovi ad affrontare vicende legate alla mancanza di banchi”.

“Pertanto, alla luce di quanto sopra, facendo appello al buon senso e all’autorevolezza politica del primo cittadino, voglio chiedere al Sindaco Cateno De Luca se intende mettere fine ad una vicenda a dir poco surreale, ponendo in essere tutte le iniziative necessarie affinché chi di competenza si faccia carico di fornire di banchi monoposto le classi dell’Istituto Comprensivo San Francesco di Paola, nonché tutte le altre scuole del territorio Messinese. Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile ed i bambini messinesi non meritano di essere trattati in questo modo”, conclude. 

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