MESSINA. Finanziare gli interventi di restauro e conservazione dei beni culturali attraverso l’intervento dei privati, che in cambio usufruiscono di sgravi fiscali, agevolazioni e altri benefici previsti dalla legge. È questo l’argomento al centro dell’incontro avvenuto alla Camera di commercio tra il presidente Ivo Blandina, l’assessore regionale ai Beni culturali Aurora Notarianni, il direttore generale del dipartimento BB CC Maria Elena Volpes, il responsabile del Polo museale di Messina Caterina Di Giacomo, associazioni di categoria, imprenditori, operatori turistici e vertici degli ordini professionali.

«Il concetto di sponsor non ci piace – dichiara l’assessore Notarianni – le recenti normative prevedono il coinvolgimento dei privati nel prezioso lavoro che svolgono i Beni culturali a vari livelli e secondo diverse modalità. Tutte hanno una contropartita di grande interesse per i privati. In questo momento, sono tanti i progetti che stiamo curando e che beneficerebbero molto di un apporto esterno: dal restauro dell’organo della chiesa di Giampilieri, danneggiata dall’alluvione, al Museo di San Marco d’Alunzio, passando per il giardino di Villa De Pasquale a Messina».

«Ci sono diverse forme di “mecenatismo” – spiega il direttore generale Volpes – dall’art bonus che prevede lo sgravio fino al 65% del finanziamento, alla donazione classica sgravata fino al 15%, passando per la possibilità per i privati, a condizioni molto precise, di allocare eventi di interesse in siti vincolati, anche qui in cambio del loro impegno in un progetto di recupero e salvaguardia. Non si tratta quindi di “usare” il privato come un bancomat e neppure di un semplice scambio di utilità. Si tratta, invece, di portare avanti insieme progetti condivisi e il privato ha sempre la possibilità di scegliere quale intervento supportare e per quale quota di finanziamento intervenire. Sul sito dei Beni culturali sono già disponibili una lunga lista di interventi sui quali si può attivare l’art bonus e tutte le informazioni necessarie sulle modalità operative da seguire».

«Il privato ha anche la possibilità di proporre un proprio progetto che, se non supera i 40 mila euro, può essere prospettato al soggetto scelto – che sia il Museo, il parco archeologico, la biblioteca e quant’altro – il quale lo fa proprio e lo presenta al Dipartimento per l’approvazione. Per importi superiori, invece, il progetto dev’essere incardinato direttamente dalle Soprintendenze», spiega il direttore del MuMe Caterina Di Giacomo, scendendo nell’operatività delle possibili collaborazioni tra Beni culturali e privati.

«La Camera di commercio custodisce un patrimonio artistico, bibliografico, storico e architettonico di grandissimo pregio – afferma il presidente Blandina – che dev’essere aperto alla fruizione dei cittadini e ai turisti che visitano la nostra città. Il rapporto di stretta collaborazione con l’Assessorato e con l’amministrazione presente sul territorio è un obiettivo irrinunciabile per la salvaguardia, la valorizzazione e la messa a reddito di un patrimonio che merita la più attenta considerazione».

«Tra i progetti che ci stanno particolarmente a cuore – conclude l’assessore Notarianni – c’è quello del Museo di Casa Pascoli, la cui realizzazione è finalmente in fase avanzata. Proprio in questi giorni il Comitato Casa Pascoli è stato inserito nella filiera delle “Case” Siciliane e si appoggerà al Museo di Casa Verga per tutte le iniziative pubbliche e di tutela. Un accordo che ufficializzeremo la prossima settimana a Catania e che rappresenta un passo in avanti molto rilevante per la valorizzazione delle tracce pascoliane a Messina. Però, perché il Museo possa davvero essere operativo e creare turismo, è necessario acquisire i fondi necessari per acquistare quella che fu l’abitazione del Museo. Anche qui l’apporto del privato costituirebbe una spinta importante per tagliare il traguardo di questo ambizioso progetto».

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