MESSINA. Non si ferma la battaglia a colpi di comunicati stampa incrociati tra Cateno De Luca e Dino Bramanti. I due candidati a sindaco, dalla firma del Patto per Messina sembrano avere iniziato una guerra senza quartiere, che ha trovato il suo culmine ieri, giorno in cui prima De Luca ha spiegato che il patto, di fatto, consisteva nel non rivelare retroscena su assunzioni al Neurolesi (del quale Bramanti era direttore scientifico), salvo tornare sui suoi passi qualche ora dopo, spiegando di essere stato frainteso e attribuendo ai cronisti il travisamento. Bramanti, invece, si è adirato, e ha comunicato di avere intenzione di querelare De Luca, esattamente come il commissario del Neurolesi Angelo Aliquò.

Tutto finito? Nemmeno per idea. Perché De Luca non se l’è tenuta ed ha replicato. Di nuovo. “Stimatissimo prof. Bramanti – scrive Cateno De Luca –  lo ammetto: sono un teatrante, perché portare 150 milioni di euro a Messina è stato un colpo di teatro! È stato un colpo basso nei confronti di quei parlamentari che non fanno gli interessi di Messina, di tutti coloro per cui ciò  che non si fa  è sempre colpa degli altri. Non so quale sia il suo concetto di interesse pubblico. Per me, la confusione tra ciò che è pubblico e ciò che è privato rappresenta uno dei mali di questa città”.

“All’ARS non barattato nulla: non ho “acquisito” strutture ospedaliere, ho solo fatto qualcosa di utile per Messina senza nulla pretendere. E soprattutto ho dimostrato che si può fare il bene di Messina anche se osteggiato da certe consorterie  e cecchinato dagli sciacalli della politica. Se questa è la mia colpa, sono colpevole. Sono colpevole di amare Messina, di avere troppa passione politica, di essere amico di persone semplici – come me – che non detengono le leve del potere ma faticano tutti i giorni per portare il pane a casa, che sono costretti a vedere i propri figli partire da Messina in cerca di futuro, che vivono in baracche o vivono al centro ma soffrono pur tuttavia l’emergenza idrica. Per loro e per chi ama questa città disinteressatamente continuerò a impegnarmi. La strada è piena di ostacoli e trabocchetti, ma nella mia vita ne ho superati tanti e non mi spaventano. Mi spaventa di più il silenzio di che non riesce più  a trovare la forza  di reagire”.
“Messina non ha bisogno di un Sindaco silente o accondiscendente  con il cosiddetto potere prostituito al malaffare politico. Per questo ho voluto intraprendere questa ennesima battaglia. L’affetto della gente mi dá la forza di andare avanti. Stia certo, professore, non mi fermerete. Non mi fermeranno. E non mi fermerò!”.
Si attendono nuovi ed entusiasmanti sviluppi.
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