MESSINA. Maltrattamenti in famiglia con l’aggravante dei futili motivi. È l’accusa ai danni di un uomo di 25 anni, di nazionalità filippina, finito agli arresti domiciliari. 

La misura è stata eseguita a fronte della denuncia sporta dalla vittima, esausta e terrorizzata dal comportamento del marito, che ha trovato riscontro nell’attività di indagine svolta dai poliziotti coordinati dalla Procura della Repubblica di Messina.

Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che la vicenda, sviluppatasi tra le mura domestiche, è connotata da profili di particolare violenza dell’uomo nei confronti non solo della moglie ma anche della figlia più grande, ancora minorenne. Diversi sono stati nel tempo i motivi che hanno determinato le aggressioni, dalla gelosia all’utilizzo di social network.

Fondamentali per poter delineare un quadro chiaro circa i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo sono stati i tasselli messi insieme dagli investigatori della Squadra Mobile e dal Pubblico Ministero, desunti dai racconti della donna, della figlia ma anche dalle testimonianze dei genitori dell’uomo, gli unici a conoscere la reale situazione familiare, dal momento che la donna per riservatezza e per paura non aveva mai confidato nulla a nessuno.

L’aggressore, che agiva spesso sotto effetto di sostanza stupefacente, negli ultimi episodi, i più gravi, non si è accontentato di schiaffeggiare moglie e figlia ma si è avvalso pure dell’utilizzo di oggetti, quali bastoni, una spada da samurai e una pistola a pallini, provocando alle vittime varie ecchimosi e lividi.

 

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