MESSINA. Dopo il grido l’allarme lanciato lo scorso 22 agosto, rimasto inascoltato, Orsa, Ugl e Fast annunciano battaglia e dichiarano aperte le procedure di raffreddamento in seguito all’eliminazione da parte di Trenitalia dei treni notte a lunga percorrenza, previsto per il primo giorno di ottobre. Un taglio che provocherà un netta ed inequivocabile ricaduta occupazionale sia sul personale dei treni che sugli addetti alla navigazione sullo stretto, oltre a rappresentare, secondo i sindacati, l’ennesimo attacco alla continuità territoriale, che in spregio agli accordi già in essere con il governo toglierà di fatto ai siciliani il diritto alla mobilità verso il resto del paese e viceversa.
Di seguito il comunicato stampa delle sigle sindacali:
Non si rassegnano, a Governo e Ferrovie non va proprio giù l’idea di continuare a investire risorse per garantire trasporti, mobilità e dignità ai siciliani al pari del resto d’Italia.
Dopo la storica mobilitazione dei cittadini siciliani e calabresi che nel 2015, con il movimento “IL FERRIBOTTE NON SI TOCCA”, si opposero alla soppressione dei treni a lunga percorrenza, Governo e Ferrovie, dietro gli apparenti “passi indietro”, hanno continuato a sferrare attacchi sistematici alla continuità territoriale, nonostante gli impegni ufficiali e le promesse di rilancio del trasporto ferroviario.
Nei fatti i treni da e per la Sicilia e le navi adibite al trasporto ferroviario sono sempre di meno, le infrastrutture abbandonate a se stesse, manutenzioni praticamente inesistenti, fino ad aggi hanno mantenuto un servizio essenziale con materiale vetusto, convogli ferroviari ampiamente in disuso nel resto d’Italia sono destinati alla continuità territoriale da e per la Sicilia, treni viaggiatori assimilabili a carri bestiame restano riservati al profondo sud mentre nel resto d’Italia si viaggia ad alta velocità.
Il chiaro obiettivo era quello di rendere il servizio inefficiente e poco fruibile per poi eliminarlo con un colpo di spugna, dietro l’annunciata soppressione dei treni notte 1954 – 1956 – 1957 – 1955 nelle tratte Palermo/Siracusa/Roma a far data 1 ottobre 2017,si cela il disegno di taglio definitivo dei treni a lunga percorrenza, non a caso il Governo da tempo ha sospeso anche le sovvenzioni per i mezzi veloci in forza a Bluferries che operano fra Messina e Villa S.Giovanni, le risorse pubbliche destinate all’ex Metromare sono state orientate, quasi totalmente, verso la flotta veloce dell’Armatore privato Morace che garantisce il collegamento marittimo dei pendolari fra Messina e Reggio Calabria mentre le monocarena di Bluferries torneranno in forza a RFI che dovrà garantire il servizio di traghettamento veloce dei pedoni senza sovvenzioni aggiuntive, sottraendo risorse significative alla continuità territoriale.
Il progetto ormai è chiaro anche ai non addetti ai lavori: è già confermato il trasferimento delle navi veloci da Bluferries a RFI che per mantenere il servizio dovrà togliere risorse alla continuità territoriale nella forma treno su nave, pertanto arriva puntuale la soppressione dei treni notte da parte di Trenitalia (meno treni – meno navi) e per attraversare lo Stretto presto ai passeggeri non resterà che scendere dal treno, imbarcarsi a piedi nei mezzi veloci e riprendere il treno nella sponda opposta, ecco realizzata la “rottura del carico” che nel 2015 il Ministero dei Trasporti, con la complicità del Governo Regionale Siciliano, provò a imporre ai cittadini che si opposero con la forte mobilitazione del 14 febbraio.
E’ rimasto inascoltato il grido d’allarme che queste OO.SS. lanciarono nel mese di agosto u.s., adesso che il taglio dei treni notte è stato ufficializzato, da altri versanti sindacali si tenta di ripiegare chiedendo i soliti tavoli tecnici con la politica che non porteranno a nulla, è dimostrato che l’unico sistema per sensibilizzare il Governo verso le esigenze dei siciliani è la mobilitazione dei lavoratori affiancati dai cittadini, pertanto ORSA, UGL e FAST in data odierna hanno attivato le procedure di raffreddamento e si preparano a una nuova stagione di lotta a difesa del servizio essenziale garantito dalla Costituzione.