Letture perfette per il periodo estivo: a partire da un libro contemporaneo, “Incorreggibili”, andiamo insieme a leggere o rileggere 4 classici delle 4 autrici guida del romanzo di Paola Moretti.
Incorreggibili
Casa editrice: 66th
Autrice: Paola Moretti
Anno:2024
Subito dopo la maturità Paola Moretti raduna i suoi averi in un furgoncino Volkswagen e approda a Berlino. Vi resterà, con qualche intermezzo, per un decennio, poi sarà di nuovo tempo di valigie ora, però, colme di esperienze e consapevolezza. In quegli anni inizia infatti la sua formazione di scrittrice: la letteratura diventa un mezzo per dar voce ai suoi silenzi impacciati, al rimuginare, e anche al dolore del lutto che in questo periodo di crescita viene a bussare alla sua porta. E la lettura si rivela un esercizio di osservazione e introspezione, uno specchio per «avvicinarsi così tanto fino a entrare nella testa, sotto la pelle, dentro il corpo di qualcun altro. Allontanarsene abbastanza da poterlo osservare, decifrare, interpretare». È così che conosce Jane Bowles, Fleur Jaeggy, Elfriede Jelinek e Clarice Lispector. Quattro scrittrici profondamente diverse, ognuna nel suo modo e nel suo mondo coraggiosa, radicale. Incorreggibile. Con queste autrici guida Moretti s’impegna in un confronto continuo, sulla pagina e nella vita, le fa parlare in un dialogo impossibile ma reale grazie al potere della letteratura. Mescolando sapientemente memoir e critica, il racconto di queste straordinarie figure femminili diventa così un modo per comprendere meglio la propria storia e il proprio presente.
Da leggere perché questo libro è un viaggio in sé, nella scrittura, nel dolore, ma anche nella forza sotterranea di quattro figure femminili straordinarie. È un libro breve ma davvero ricco, un piccolo gioiello per chi ama riflettere sul senso della scrittura e della vita. Leggerlo significa incontrare quattro autrici fuori dagli schemi, coraggiose e radicali. Moretti propone queste figure come guide: non solo nomi, ma compagne di viaggio. L’effetto? La voglia di rileggere (o leggere) le loro opere con occhi nuovi.
Due signore per bene
Autrice: Jane Bowles
Anno: 1989
Christine Goering e Frieda Copperfield sono due signore perbene: Christine è una zitella ereditiera che vive con la governante; Frieda è la moglie fedele di un rispettabile cittadino. La loro vita scorre tranquilla tra colazioni, pranzi e party. Fino a quando scoprono degli aspetti insospettabili della loro personalità e buttano tutto all’aria, lasciandosi travolgere da una serie di bizzarre avventure. Spinta da chissà quale oscuro desiderio di espiazione, la cara Christine, ossessionata dalla salvezza dell‘anima, venderà dapprima la sua villetta per trasferirsi in una scomoda casa fuori città – dove si verrà a creare un “ménage à trois” tra lei, la governante e un giovane fannullone avviandosi poi alla carriera di mantenuta d’alto bordo, quando il suo “vizio” di attaccar bottone con degli sconosciuti, finendo quasi per caso nelle loro abitazioni, avrà la meglio. La timida Frieda, invece, partita per una vacanza a Panama con il marito, lo lascerà per Pacifica, un’ex prostituta, ma non prima di aver riscoperto i piaceri della vita, immergendosi nelle follie di un equivoco albergo a ore dove ne accadranno delle belle… Una provocatoria favola morale in cui scelte apparentemente sconvenienti rendono felici. Un inno agrodolce alla conquista della libertà di due donne troppo perbene.
Da leggere perché la scrittura di Bowles è tagliente, ellittica, ricca di umorismo nero e improvvisi scarti emotivi. Senza mai essere esplicita, Bowles mette in discussione i ruoli di genere e le convenzioni affettive. Il legame tra le due protagoniste è stato letto anche in chiave queer, facendone un testo di riferimento per chi cerca una letteratura che parli di libertà interiore, ambiguità e identità fluide.
Vicino al cuore selvaggio
Autrice: Clarice Lispector
Casa editrice: Adelphi
Anno: 2003
Larice Lispector aveva diciannove anni (1944) quando fu pubblicato questo suo libro in Brasile. Era una giovane ebrea ucraina, trasferita con i genitori, piccolissima, in America del Sud. La critica brasiliana accolse subito la Lispector con meraviglia, definendo questo libro «il nostro primo romanzo nello spirito di Joyce e Virginia Woolf» (Alvaro Lins). Ma la Lispector non conosceva bene né l’uno né l’altra: era invece una scrittrice fortemente istintiva, che già nelle sue prime pagine tracciava definitivamente i lineamenti del suo mondo: un mondo frantumato, traboccante di immagini, dove si è continuamente sbalzati fra una realtà che viene a mancare e una realtà che sopraffà. «Perché era così ardente e leggera, come l’aria che viene dal fornello quando lo si scoperchia?». Joana, la protagonista di questo romanzo, è una bambina, poi una ragazza, poi una donna, dai sentimenti naturalmente presocratici. Tutto in lei affiora da «percezioni troppo organiche per essere formulate in pensieri», come in una Virginia Woolf amazzonica, arruffata e vagamente stregonesca. Joana ha il tratto della visionaria ironica, che non riesce a liberarsi mai dal «desiderio-potere-miracolo di quand’era piccola», e neppure lo vuole. Qui la letteratura e il sogno crescono insieme, come nello stesso giardino d’infanzia. «All’inizio sognava montoni, andare a scuola, gatti che leccavano il loro latte. A poco a poco aveva cominciato a sognare montoni azzurri, andare a una scuola in mezzo alla foresta, gatti che bevevano latte in piattini d’oro. E i sogni si addensavano sempre più e acquistavano colori difficili da diluire in parole». Che cosa accade, a Joana? Si trasforma, passa il tempo, perfino si sposa.
Da leggere perché Joana si interroga costantemente su chi è, su cosa significhi vivere, amare, essere donna. Il romanzo è un’esplorazione esistenziale che tocca grandi domande: il senso della libertà, il rapporto con il corpo, il tempo, la solitudine.
Le amanti
Autrice: Elfriede Jelinek
Casa editrice: la nave di Teseo
Anno: 2020
In un villaggio delle Alpi austriache due giovani donne, Brigitte e Paula, lavorano come operaie in una fabbrica di biancheria intima. Sognano la felicità, una bella casa e un uomo gentile, ma la vita insegnerà presto a entrambe che il loro essere donne, nella società in cui vivono, le obbliga a scelte difficili e spesso dolorose. In un racconto incessante, diretto nell’indagare l’animo delle due protagoniste, l’autrice ci porta all’interno della vita e dei sogni di Paula, che crede di aver trovato il suo grande amore in Erich, un taglialegna rozzo ma bellissimo, e di Brigitte che in Heinz, un elettricista ingenuo, intravede una possibilità d’elevazione sociale. Entrambe sono imprigionate nello stereotipo di un ruolo femminile, quello di madre e moglie devota, entrambe sono vittime e complici della loro sottomissione. Elfriede Jelinek con una scrittura sperimentale e provocatoria traccia un ritratto spietato della società patriarcale, stigmatizzando il ruolo assegnato alle donne e, al contempo, la loro incapacità di reagire superando i ruoli imposti.
Da leggere perché Le amanti racconta la storia di Brigitte e Paula, due giovani operaie austriache, e dei loro tentativi (diversissimi) di “sistemarsi”. Jelinek smaschera, con taglio satirico e crudele, i meccanismi sociali che riducono le donne a ruoli passivi, incastrate tra maternità, matrimonio e dipendenza economica. Le amanti è un testo chiave per comprendere le dinamiche oppressive che agiscono nel quotidiano, nei gesti e nei sogni inculcati fin dall’infanzia. Jelinek mostra come il patriarcato si mantenga non solo con la violenza, ma anche con la banalità dei desideri indotti. Il romanzo non parla solo di donne, ma di sfruttamento, conformismo, alienazione. La vita di fabbrica, l’ideale della casa, la televisione, il consumo: tutto viene messo sotto accusa, con una lucidità degna dei grandi critici sociali del Novecento.
I beati anni del castigo
Autrice: Fleur Jaeggy
Casa editrice: adelphi
Anno:2015
«Intinta nell’inchiostro blu dell’adolescenza, la penna di Fleur Jaeggy è il bulino di un incisore che disegna le radici, i ramoscelli e i rami dell’albero della follia che cresce nello splendido isolamento del piccolo giardino svizzero della conoscenza fino a oscurare col suo fogliame ogni prospettiva. Una prosa straordinaria. Durata della lettura: circa quattro ore. Durata del ricordo, come per l’autrice: il resto della vita».
Da leggere perché I beati anni del castigo è un libro breve ma profondissimo, di rara bellezza stilistica. Perfetto per chi cerca una lettura intensa, insolita, capace di scavare nella psiche con eleganza e precisione chirurgica.