MESSINA. A tre settimane dalla chiusura delle urne, le regionali siciliane non smettono di riservare sorprese: la scorsa settimana il colpo di scena, col seggio che dai dati consegnati dai Comuni era stato conquistato da Luigi Genovese di Popolari e Autonomisti, e che invece al ricontrollo delle preferenze effettuato dall’ufficio elettorale centrale del tribunale (prassi normale, non c’è stato alcun ricorso e alcun riconteggio) è stato invece assegnato al candidato di Sud chiama Nord  Alessandro De Leo. Circostanza che, per il meccanismo dei resti, ha tolto dai giochi la lista Popolari e autonomisti, e consegnato alla Lega all’ultimo seggio disponibile per soli 30 voti. L’ovvio ricorso di Genovese, quindi, se vinto, potrebbe strappare il posto all’Ars a Pippo Laccoto, sindaco di Brolo che ha conquistato una poltrona all’Assemblea regionale siciliana per la sesta volta, e che vuole “cautelarsi”: mandando una lettera di “messa in mora” ai comuni che stanno rispondendo alle richieste di accesso agli atti riguardi ai verbali e alla documentazione delle elezioni, “finalizzate alla presentazione di eventuali reclami o contestazioni in via giudiziaria”, scrive Laccoto. Cosa lamenta il deputato regionale uscente (e a oggi riconfermato?). Il fatto che “la documentazione relativa alle operazioni elettorali riguarda atti endoprocedimentali, allo stato non ostensibili e che, pertanto, non dovranno essere rilasciati prima della chiusura del procedimento che sarà esitato con la proclamazione degli eletti. Ciò, per l’appunto, poiché prima dell’approvazione delle operazioni da parte della commissione elettorale centrale di Palermo, non esisterà un provvedimento definitivo favorevole o sfavorevole nei confronti dei candidati alla competizione elettorale, e quindi, nemmeno la titolarità di un interesse al rilascio di copia di detti atti che, come noto, deve essere contestualmente diretto, concreto ed attuale”, scrive l’esponente della lega, aggiungendo che “le giustificazioni poste a fondamento delle istanze di accesso agli atti non trovano riscontro sostanziale nell’effettiva necessità di tutelare concretamente qualsivoglia interesse”.

Non la pensa esattamente così la Prefettura, che in una circolare diretta a sindaci, segretari comunali e responsabili degli uffici elettorali, spiega di aver ricevuto richiesta da parte di due movimenti politici che hanno partecipato alle regionali, di copia dei verbali delle operazioni dell’ufficio elettorale per tutte le sezioni elettorali di ciascun comune. Sulla possibilità di ottenerlo, la circolare si mantiene sul vago, specificando però che il verbale deve essere depositato nelle segreterie dei comuni, “ed ogni elettore delle circoscrizione ha diritto di prenderne conoscenza“, e suggerendo un’ovvietà, e cioè che “I contenuti sia dei verbali che delle singole sezioni elettorale, sia dell’estratto di verbale redatto dal tribunale nonché del verbale dell’ufficio centrale circoscrizionale, sono già formalmente noti rappresentanti di lista, in quanto gli stessi sottoscritti, quindi teoricamente anche i rappresentanti di lista dei movimenti politici in questione, richiedenti copia dei verbali”, e quindi concludendo come limite all’ottenimento del verbale soltanto che un’istanza generalizzata, “deve trovare un limite nel fatto che non può avvenire in maniera diffusa e deve comportare il minor aggravio possibile per gli uffici comunali”.

Ipotesi che raffredda le pretese di Laccoto, che infatti, nel prosieguo della sua lettera ai Comuni, scende a più miti consigli: “Nella denegata ipotesi in cui invece gli atti e documenti richiesti fossero stati già rilasciati o dovessero essere rilasciati in quanto ritenuti estensibili, si chiede che la medesima documentazione di medesimi atti vengono rilasciati anche al sottoscritto e ciò poiché, in tal caso, il sottoscritto sarebbe portatore di interesse speculare rispetto a quello dei soggetti che hanno tenuto la copia dei detti atti per esercitare ogni proprio correlativo diritto ed azione”.

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