MESSINA. Si è chiusa con il taglio del traguardo al Giro di Lombardia la fantastica carriera di Vincenzo Nibali, il cicliasta messinese soprannominato  “lo squalo dello Stretto” che alla soglia dei 38 anni ha disputato la sua ultima gara da professionista. A casa sua, nelle mensole dei trofei, quelli per le vittorie di un Tour de France, due Giri d’Italia, una Vuelta, una Milano Sanremo, due Giri di Lombardia, due Campionati Italiani, due Tirreno–Adriatico e sette podi nei tre Grandi Giri, che ne fanno uno degli italiani più vincenti di tutti i tempi. E’ uno dei sette ciclisti (in compagnia di Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Alberto Contador e Chris Froome) ad aver conquistato almeno un’edizione dei tre Grandi Giri: la Vuelta a España nel 2010, due volte la Corsa rosa (2013 e 2016) e il Tour de France 2014. Il primo lampo è nel 2004, ai Mondiali di Verona in cui arriva terzo nella prova a cronometro e quinto in quella in linea. Due anni dopo arriva il suo primo successo, alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali. Nel 2010 arriva la prima maglia rosa della sua carriera, che qualche mese dopo decolla con la vittoria alla Vuelta, quinto italiano ad aggiudicarsela. Nel 2011 arriva anche il terzo posto al Tour de France, preludio della vittoria nel giro d’Italia. Nel 2013 la corsa rosa è sua: vince la cronoscalata da Mori a Polsa e una tappa epica, sotto la neve, alle Tre Cime di Lavaredo. E Brescia lo incorona per la prima volta re del Giro d’Italia. Il capolavoro di Vincenzo è nel 2014: sedici anni dopo Marco Pantani, un altro italiano conquista la Grand Boucle. Nibali domina la corsa dall’inizio alla fine, restando in Maglia Gialla per ben 19 tappe e arriva aParigi da vincitore del Tour. Nel 2016 il secondo trionfo in rosa, poi altri due podi al Giro (3° nel 2017 e 2° nel 2019) e un 2° posto alla Vuelta (sempre nel 2017, quando si ripete anche al Lombardia). Nel 2018 un’altra, immensa soddisfazione: la vittoria della Milano-Sanremo, grazie all’attacco sulla salita del Poggio a 7 km dal traguardo di Via Roma. L’ultimo, grande successo di una carriera da leggenda del ciclismo, il cui nunico rammarico è di non aver mai vinto una medaglia alle olimpiadi.

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