13.05. Altri interventi non esattamente rilevanti, ma uno abbiamo il dovere morale di riportarvelo: in pratica, Giovanna Crifò ha “sparato la dichiarazione” a De Luca: “Vogliamoci bene tutti, io le voglio bene, sindaco. Non perda di vista Messina, che ha bisogno di una persona forte come lei”. (Risposta di De Luca: “questo è l’applauso che vi fa la città)

Su questa nota che sparge uno spesso velo di melassa su tutta la faccenda la diretta di LetteraEmme si conclude qui.

 

 

13.00. Il bilancio passa senza eccessivi patemi, non ci sono state sorprese, i commenti finali vanno dall’attacco ai “disertori” (i consiglieri mancanti) da parte di Dario Zante, e una “dichiarazione di responsabilità” da parte di Biagio Bonfiglio (LiberaMe, stuzzicato da Felice Calabrò che lo corregge: “Dichiarazione d’amore”).

Bonfiglio rivendica il sacrificio e l’autonomia delle scelte dei singoli consiglieri e conclude ringraziando De Luca “per il lavoro svolto e per l’impegno”, sperando che “da domani si inizi a governare”.

 

 

 

12.57. Si vota il bilancio previsionale 2019-2021.  Nessuna sorpresa, il bilancio passa: tre contrari (Cristina Cannistrà, Paolo Mangano e Giuseppe Fusco dei Cinque Stelle), quattro astenuti (Ciccio Cipolla dei Cinque stelle, Antonella Russo e Felice Calabrò del Pd, il presidente del consiglio Claudio Cardile), quattordici favorevoli.

 

 

 

12.55. Conciliaboli tra le due anime del Pd prima del voto

 

 

 

12.55. Ultimo intervento, d’opposizione come il primo: parla Cristina Cannistrà dei Cinque stelle, che si rifà a quanto denunciato da Antonella Russo. Poi chiarisce “Non abbiamo esercitato un ruolo da oppositori, abbiamo esercitato il ruolo di minoranza, che ha in mente una città diversa. A volte è stata coincidente con l’amminsitrazione, altre volte no. ma non possiamo far condizionare i lavori dalla contingibilità”, spiega, anche lei evocando la questione precari, che pare sia la bussola della discussione in aula (anche perchè sono presenti).

Quindi la contro citazione rivolta a Russo: “Weber era un individualista”, e sfodera Durkheim. De Luca annuisce ammirato: “Stanotte avete studiato…”.

“Siamo qua per lavorare con responsabilità”, conclude, annunciando il voto contrario al bilancio.

 

 

12.45. Intervento politico, invece, quello di Alessandro Russo (LiberaMe). “Tutte le scelte sono legittime, ma non si può nascondere che l’amministrazione ha una maggioranza, e il consiglio non ha un’amministrazione. Chi vota il bilancio non costituisce maggioranza politica, lo fa perchè di fronte a questo problema (i precari, ndr) c’è fretta di approvarlo. Inutile far finta che il problema non ci sia. E il bilancio tecnico è inattaccabile, in questa fase“.

Mentre parla, Russo rivolge lo sguardo verso i colleghi del Pd, coi quali ci sono state frizioni politiche nell’ultima settimana. Poi cita Max Weber, cosa che non suscita eccessiva curiosità in aula.

 

 

12.35. “Sarò brevissimo”, inizia Salvatore Serra, incipit che in genere è nefasto e vol dire che l’intervento sarà lunghissimo. Non è questo il caso: Serra si limita ad approvare le tempistiche del previsionale, “che approvato adesso consente di programmare per tempo”, spiega, con un tono di voce possente che praticamente sovrasta il volume del microfono.

Poi introduce l’argomento precari, sostenendo in pratica, e molto sommariamente, che chi voterà a favore darà loro la possibilità di essere stabilizzati dalla commissione. Nessuno dei precari applaude.

 

 

12.35. Rompe il muro di ecumenismo Giovanni Scavello della Lega: “Potrei fare un esercizio di retorica parlando dei precari, ma farei un torto a questo documento”.

Anche Scavello tesse le lodi del bilancio, focalizzandosi sulle questioni di igiene, puntualizzando “non è un peana, perchè per esempio per il decentramento non c’è spazio”, spiega, citando poi una “supercazzola”, termine che ci riempie sempre di gioia.

 

 

12.30. “Il sindaco la smetta di definire qualcuno “asini volanti” ad orologeria. Prima eravamo noi, adesso i dirigenti. Queste persone hanno una dignità”.

Bacchettata finale di La Tona rivolta a De Luca, dopo dieci minuti di intervento a convinto sostegno del bilancio

 

 

12.25. Prende la parola Piero La Tona. “Rispettate le decisioni di chi vota a favore così come quelle di chi vota contro”, spiega, sempre con grande padronanza della lingua e dei suoi tempi (cosa che non troppi dei suoi colleghi possono vantare).

“Il bilancio è corretto sotto il profilo amministrativo, è tempestivo, è urgente: è il motivo per cui siamo favorevoli sotto il profilo tecnico-contabile, ma ce ne sono altri dieci, di motivi, uno dei quali è l’aumento del grado di autofinanziamento dell’ente”.

Il concetto è chiaro, Sicilia Futura voterà favorevole.

 

 

12.20. Intervento mezzo incomprensibile (nei temi, non nel linguaggio) di Giovanbattista Caruso (Bramanti sindaco), che  conferma implicitamente il voto favorevole al bilancio, ma reclama, stavolta esplicitamente, l’ufficio di presidenza, dal quale il centrodestra è stato escluso: richiesta quantomeno fuori contesto, diciamo.

E’ la prima, e temiamo unica, deriva psichedelica della discussione, invero piuttosto sonnacchiosa, di oggi.

 

 

12.10. Inizia Antonella Russo (Pd), di fatto oggi l’opposizione all’amministrazione in consiglio. “Che inizia ad attaccare sull’allineamento dei dati contabili tra Comune e partecipate. Proprio su queste Antonella Russo inizia a sparare a palle incatenate.

Combinazione, anche noialtri di LetteraEmme ne abbiamo fatto un nutrito screening

“Di Arisme sostanzialmente non sappiamo nulla: abbiamo litigato col governo nazionale e abbiamo insultato i deputati regionali, ma non sappiamo come funzionerà questa società. Poi abbiamo Messina Social City, che dovrebbe essere operativa tra sei giorni, ma non sappiamo nulla sul passaggio del lavoratori dalle coop alla partecipata, sui fornitori, sul tfr. Poi la Patrimonio Spa, partecipata verso la quale non sono favorevole e che sta per essere costituita e che va contro il dettame della Corte dei Conti, che ci dice che le partecipate le dobbiamo tagliare e non creare”.

Quindi debiti fuori bilancio e transazioni coi creditori “anche di questi non si sa nulla, quindi non vorrei votare un bilancio e sapere che sono andati male, e che il Comune sia costretto a dichiarare il dissesto”.

Dopo le cannonate, uno zuccherino: “E’ la prima volta da quando sono consigliera comunale che il bilancio arriva in tempo”

 

 

 

12.00. Terminati gli emendamenti (tutti accolti quelli dell’amministrazione), si passa alla discussione sulla delibera, quindi sul bilancio. Dovrebbero iniziare le cose interessanti.

 

 

11.56. Nel frattempo, i precari osservano speranzosi. Il 26 febbraio si riunirà la commissione che decide sulla loro stabilizzazione, ed è necessario che nel fascicolo inviato dal comune di Messina ci sia il bilancio approvato. A fine anno per una questione di ritardo nei tempi, la stabilizzazione era sfumata.

 

 

 

11.55. Altri emendamenti proposto dall’amministrazione, o storni di somme da una parte per metterle da un’altra parte, o previsione di nuove entrate. Accolti tutti senza discussione.

 

 

11.47. L’emendamento di Giovanna Crifò destina ventimila euro “per la povertà”. Si tratta di sostegno alle mense dei poveri, in sostanza. La consigliera, nel ritirarlo, fa appello al “senso di solidarietà” di De Luca. Giovanna Crifò interviene con un tono caritatevole che trasforma l’aula in un monastero di clausura per sette secondi.

 

 

11.45. Emendamento di Piero La Tona, anche lui come Interdonato di Sicilia Futura, che riguarda fondi provenienti dalla tassa di soggiorno da destinare a manifestazioni culturali.

Anche lui ritira l’emendamento. Si viaggia veloce.

 

 

11.40. Nino Interdonato illustra il terzo emendamento, il suo, che dispone qualche centinaio di migliaia di euro per gli impianti sportivi. “Consente alle società sportive di portare a termine la stagione senza patemi”, spiega. “E’ in linea col SalvaMessina”, aggiunge, rispondendo indirettamente alle obiezioni sollevate mezz’ora fa da Felice Calabrò.

Poi il colpo di scena: “Ritiro i miei emendamenti”, (ne aveva tre) riservandosi di parlarne tra un mese, allo sblocco dei fondi per l’avanzo. Il sindaco Cateno De Luca annuisce soddisfatto. E se avesse il baffo se lo arriccerebbe.

 

 

11.35. Il secondo emendamento ha un oggetto lungo tre righe, il presidente Claudio Cardile chiama il sindaco Cateno De Luca ad illustrarlo. De Luca lo spiega in maniera talmente tecnica che l’aula lo voterà sulla fiducia, senza voler sapere nemmeno di cosa si tratta, tanto è oscuro (riguarda un fondo per la democrazia partecipata, comunque).

Il gruppo Cinque stelle annuncia che voterà favorevolmente, dato che qualche settimana fa ha proposto una delibera sullo stesso argomento.

Passa pure questo. Si passa al terzo emendamento.

 

 

11.35. Per la prima volta da decenni, i cinque minuti di sospensione sono stati effettivamente cinque. Sconcerto tra chi era andato al bar per caffè e cornetto.

 

 

11.30. Approfittiamo della pausa per un momento citazionismo (e nostalgia)

 

 

11.27. Arriva la prima sospensione, chiesta dall’elettrico Salvatore Serra che chiede che si riuniscano, per ragioni sconosciute ai più, i proponenti degli emendamenti con parere favorevole.

Nota numerica: in aula ci sono 24 consiglieri comunali su 32.

 

 

11.25. Chiunque avesse assistito alla scena senza conoscere le dinamiche d’aula, giurerebbe che tra Serra e Mangano sarebbe finita al maneggiamento delle armi bianche. Niente. Si mette tranquillamente in votazione l’emendamento (proposto dalla stessa amministrazione, riguarda l’adeguamento delle opere pubbliche). Che passa liscio.

 

 

11.20. Serie di interventi da quarantacinque secondi ciascuno, non troppo interessanti (praticamente battibecchi sulle dichiarazioni dei colleghi), poi Cristina Cannistrà del Movimento 5 stelle dichiara il ritiro degli emendamenti proposti dal gruppo.

Salvatore Serra, non si sa bene perchè, si inalbera e urla al microfono, chiedendo ai Cinque stelle quale sia l’idea di città che immaginano (argomento retorico, diciamo). Poi, a microfono chiuso (dopo essere stato stuzzicato da Paolo Mangano dei Cinque stelle, che gli rinfaccia riunioni notturne col sindaco), urla ancora più forte. Ma molto più forte. Sconnessamente.

 

 

11.10. Dopo tre minuti ecumenici, La Tona s’incazza e mette i puntini sulle “i”. “Se dobbiamo votare il bilancio così, intonso, perchè si deve fare in fretta per la stabilizzazione dei precari va bene, però è da una settimana che facciamo sedute e commissioni, non consento che mi si gridi “vergogna, vergogna”.

 

 

11.07: Tocca a Pietro La Tona (Dr) difendere una posizione meno manichea rispetto a quella di Felice Calabrò: “Non ha senso dire che chi ha votato il SalvaMessina non possa proporre emendamenti”. Il suo gruppo, Sicilia Futura, di emendamenti ne ha proposti quattro.

 

 

11.05. nel frattempo è arrivato il sindaco Cateno De Luca, dopo una mattinata passata a prendersi questioni con gli ambulanti abusivi ai mercati Vascone e Zir

 

 

11.00: Come da copione, la parte del “cattivo” tocca a Felice Calabrò del Pd: “Non capisco come chi ha votato no al SalvaMessina possa votare sì a questo bilancio che del SalvaMessina è figlio“. Lui al SalvaMessina ha votato no.

Poi passa a maramaldeggiare sui colleghi d’aula, che voteranno favorevolmente al bilancio, sulle incongruenze tra i tagli in alcuni settori e gli emendamenti da loro proposti che andrebbero in contrapposizione.

 

 

10.57: Si inizia senza troppe cerimonie: il presidente Claudio Cardile mette in discussione immediatamente il primo emendamento (soppressivo, proposto dall’amministrazione), ma prende la parola Nello Pergolizzi di LiberaMe.

La presenza dei precari nel loggione indirizzerà tutti gli interventi, quindi preparatevi a grossi esercizi di retorica e buoni sentimenti. E infatti: “votiamo gli emendamenti che hanno parere favorevole, ma soprattutto votiamo il bilancio all’unanimità”. Si inizia con lo zucchero.

SI associano (più o meno) Dario Zante di Forza Italia (L’astensione non è un voto favorevole”, puntualizza, a beneficio del pubblico dei precari) e Salvatore Serra (misto), che chiede di interrompere i lavori in attesa che arrivi il sindaco.

 

 

10.54: Come di consueto, un’ora e mezza dopo l’orario di convocazione, inizia la seduta di consiglio comunale in cui si approva il documento amministrativo più importante di un’amministrazione, il bilancio previsionale, il primo dell’era di Cateno De Luca, che si è subito distinto dai predecessori per alcuni tagli piuttosto consistenti in alcuni settori (e maggiori risorse in altri)

Il previsionale quest’anno è arrivato piuttosto in anticipo rispetto agli anni scorsi, e ovviamente, come da costume, è stato accompagnato dalle polemiche. L’ultima ieri mattina, per la decisione di posticiparlo ad oggi, con tanto di precari inferociti perchè il fattore tempo è fondamentale per la loro stabilizzazione.

Il sindaco, ieri, ha chiesto il ritiro degli emendamenti, ed è su questo che si svilupperà la maggior parte della discussione politica.

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