MESSINA. Dopo Mantova – Messina (e viceversa) su un Piaggio “Ciao” degli anni ’70 (qui il link all’articolo), Marcello e sua moglie Paola hanno deciso di rimettersi in viaggio, stavolta verso Capo Nord (Norvegia) e su… una 500 rimessa a nuovo. La coppia, di origine messinese da parte di lui (è nato e cresciuto a Messina, poi trapiantato a Mantova), sette anni fa era arrivata in riva allo Stretto su un due ruote originale restaurato, e questa estate hanno riportato in vita una 500 vecchio modello “ritirata” a Messina e che li ha portati nel nord Europa in un viaggio di dieci giorni (più 13 di ritorno).
“Bianca”, del 1971, è stata acquistata nella città dello Stretto da Marcello Dainotti e Paola Fornari, che l’hanno rimessa a nuovo con una riverniciata e grazie all’aiuto di un artigiano del posto. Circa sette mesi di lavoro. Completamente originale (anche il motore: è stato solo sistemato ma è lo stesso di quando è stata fabbricata oltre cinquant’anni fa), sta portando lei, 48 anni, capo del settore approvvigionamenti dell’università di Parma, e lui, 52, ingegnere informatico all’università Bicocca di Milano, per 6.945 km fino all’estremo Nord della Norvegia e ritorno (della quale parte sarà in treno), percorrendo una media di 400 km al giorno (con punte di 480 km giornalieri) e “sfidando” vento e tir, che nulla vogliono ostacoli il loro transito.
Partiti da Canneto sull’Oglio il 15 di agosto, sono arrivati a Capo Nord il 25, attraversando la Germania “velocemente”: poche tappe, a Monaco quella più lunga, poi Lipsia e Rostock. Da lì traghetto verso la Svezia, attraversata per le vie centrali (Göteborg, Östersund e Kiruna) fino ad Alta, prima città norvegese e ultima sosta prima del traguardo finale. Bandiera a scacchi che non è stata facile da raggiungere, però. Tra la costa norvegese e Capo Nord, che si trova su un isolotto, Paola e Marcello hanno incontrato l’ostacolo più pericoloso del loro viaggio: una galleria di 7 km sotto il livello del mare. «Sull’isola di Capo Nord si può arrivare in due modi – raccontano i due – uno è il traghetto, l’altro questo tunnel che scende molto ripidamente, quindi lo abbiamo dovuto percorrere a marce basse, e che poi risale, altrettanto ripidamente, per 4 km. La salita l’abbiamo dovuta fare in seconda, e addirittura l’ultimo tratto in prima. A volte, essendo parecchi metri sotto il livello del mare, l’asfalto è anche ghiacciato, ma noi siamo stati fortunati e la strada era pulita».
Il ritorno a casa è avvenuto sabato 7 di settembre, con una piccola variazione rispetto al viaggio di andata: la discesa è stata imboccata dalla Finlandia, con tappe a Inari e Rovanieni (la città di Babbo Natale e sede del Circolo Polare Artico), per poi riattraversare la Svezia dalla costa est, passando da Sundsvall e Stoccolma, dove si sono fermati tre giorni per riposare (e far riprendere fiato alla 500, che ha dato tanto). Poi di nuovo in viaggio, tagliando la Svezia trasversalmente (Jönköping e Lund), verso Trelleborg, dove giovedì 5 settembre hanno preso il traghetto sempre verso Rostock, in Germania. Da Amburgo a Innsbruck (Austria) il viaggio è stato in treno, e il 7 l’arrivo a casa, a Canneto sull’Oglio.