MESSINA. Il Comune è pieno di debiti, le partecipate non se la passano meglio, la Città metropolitana è tirata ogni anno per i capelli dal dissesto finanziario. Eppure, nel panorama economicamente disastroso della città, c’è un ente che invece se la passa alla grande: è l’Autorità portuale.

Un ente che, a guardare il bilancio del 2018, pare letteralmente imbottito di soldi, tanto di poter programmare lavori infrastrutturali, nel triennio 2019-2021, di ben 308 milioni di euro (quasi 42 milioni nel 2019, oltre 106 nel 2020, e ben 160 nel 2021).

Le opere sono quasi tutte programmate a Messina: dai 6,7 milioni per il nuovo terminal crociere al porto, ai 21 milioni per restaurare ingresso e padiglioni della Fiera campionaria. Poi si entra nel “grosso”: oltre diciannove milioni per l’ampliamento del terminal logistico del Molo Norimberga e ai 23 per adeguamento ed ampliamento delle banchine Marconi, Peloro e Rizzo, e agli 8 e qualcosa per la rettifica della banchina I Settembre, per arrivare ai 74 e mezzo della piattaforma logistica di Tremestieri con annesso scalo portuale, finendo con i ventisette di via Don Blasco. In fase di progettazione anche la riqualificazione di aree sottoutilizzate e realizzazione di un sistema di mobilità integrato tra Zona Falcata e Tremestieri “Via Marina”, lotto Contesse/Porto Tremestieri per 40 milioni, i quasi 20 per la ristrutturazione e riqualificazione urbana dell’area Stazione Marittima- S. Cecilia con bonifica aree e realizzazione parco urbano Stazione Marittima, e gli 80 della piastra di distribuzione logistica di San Filippo-Tremestieri.

A Milazzo invece sono previsti 11 milioni e mezzo per il completamento delle banchine e dei pontili interni al bacino portuale ed escavazione fondali operativi, quasi sei per il dragaggio del porto, 3,7 per il completamento e sistemazione logistica, ed i 25 milioni di costruzione di un pontile commerciale a Giammoro.

Questo nonostante nel 2018 l’Autorità portuale registri qualche segnale di leggera riduzione dopo un trend di crescita sostenuta negli ultimi esercizi. Il risultato finanziario si riduce infatti del 65 per cento, ma c’entra l’ effetto dell’azzeramento dei trasferimenti statali per gli investimenti (erano stati euro 6.736.662 nel 2017, mentre nel 2018 non ha ricevuto contributi in conto capitale ). Anche il risultato economico registra un calo e si assesta a qualche spicciolo meno di 13 milioni per i minori proventi da canoni demaniali e tasse portuali (sul tasso di riscossione, sceso dall’82,1 per cento al 77,7 per cento, l’ente ha ricevuto una “tirata di orecchie” da parte della Corte dei conti)

Di converso, il risultato di amministrazione aumenta di 7,3 milioni e la giacenza di cassa, sempre elevata per le numerose opere in corso di realizzazione, raggiunge 142 milioni e mezzo di euro ( 5.388.675 in più rispetto al 2017) grazie alle maggiori riscossioni di competenza. Il patrimonio netto si incrementa grazie al positivo risultato economico dell’esercizio, passando da euro 109.701.633 ad euro 122.632.781.

Relativamente al traffico portuale, si evidenzia nel 2018 un incremento del traffico passeggeri del 4,9 per cento attestandosi a 11,5 milioni di utenti; il volume delle merci registra una flessione del 5 per cento, portandosi a 24,4 milioni di tonnellate, di cui 18 milioni circa di sole merci liquide. Questo perchè il complesso sistema portuale “doppio” di Messina e Milazzo è caratterizzato da una netta predominanza a Messina del flusso passeggeri, anche in ragione della sua vocazione crocieristica e di trasporto da e per la Calabria, e di merci movimentate su ro/ro (si tratta di traghetti che effettuano solo trasporto merci); nel comprensorio di Milazzo è invece prevalente la movimentazione di idrocarburi.

Da dove arrivano i fondi dell’Autorità portuale, e la sua “ricchezza”? Intanto da una “sana e robusta costituzione”: l’Autorità portuale non detiene alcuna partecipazione societaria, quindi non subisce la cattiva sorte di pressochè tutte le partecipate a maggioranza (o interamente) pubblica. Questo gli consente una maggior efficienza globale: nella classifica delle pubbliche amministrazioni più efficienti nei pagamenti stilata dal ministero dell’Economia nel maggio 2019 l’Autorità Portuale di Messina si è classificata al quarto posto tra le Autorità portuali italiane per i tempi medi di pagamento delle fatture.

Non avendo più trasferimenti da parte dello stato, le entrate delle autorità portuali si basano sul gettito delle tasse sulle merci (11 milioni nel 2018), di quelle di ancoraggio (4,3 milioni), proventi di autorizzazione per operazioni portuali, ma anche da rendite e proventi patrimoniali (oltre tre milioni). Nonostante l’assenza del contributo statale, le entrate crescono del 20,6 per cento, rispetto all’esercizio precedente, grazie soprattutto alle partite di giro e raggiungono 33,5 milioni di euro e le spese in conto capitale aumentano quasi del 200 per cento a 5,4 milioni di euro

 

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