MESSINA. Taormina Arte? Macchè. Piuttosto usiamo il “Brand Messina”. E’ il suggerimento di Ciccio Cipolla, consigliere comunale ex M5s e da poco meno di un anno approdato al gruppo misto, che era nella querelle Taoarte si/Taoarte no. Il sindaco Cateno De Luca è per uscirne senza se e senza ma (e senza mai rispondere alle sollecitazioni del commissario della fondazione TaoArte Bernardo Campo, ma soprattutto andando contro la volontà del consiglio comunale, che sulla questione ha titolarità, e si è già espresso per la permanenza). A dargli man forte è il consigliere del Misto, che in un comunicato esprime le sue perplessità sulla permanenza, e lancia l’ipotesi di sfruttare il “brand Messina”, ad oggi inesistente, ma presente nel programma elettorale di De Luca all’epoca della candidatura a sindaco.

“Oltre mezzo milione di euro l’anno per il solo personale. Questa una delle principali voci di spesa di TaoArte, stando ai dati contenuti nell’ultimo bilancio”, spiega Cipolla, invitando tutti a un’analisi oggettiva, che parta esclusivamente dai dati concreti.

“Stando al bilancio, chiuso al 31 dicembre 2019 – riferisce Cipolla – queste sono le voci di spesa più significative: salari e stipendi 511.509 euro; oneri sociali 164.008 euro; trattamento di fine rapporto 43.565 euro; costi per servizi 1.776.479 euro. Sempre in base alle notizie diffuse dalla stessa fondazione, l’organico comprende un commissario straordinario, tre componenti del collegio dei revisori dei conti e 14 dipendenti. La perdita di esercizio ammonta a 35.476 euro“.

Sulla base dei numeri, Cipolla invita tutti a una serena e attenta valutazione sull’opportunità di continuare a puntare su TaoArte o di concentrare, eventualmente, le risorse economiche del Comune “sul brand Messina. Una scelta – conclude – che non andrebbe contro ma, proprio perché mirata e calibrata, a favore della cultura e della sua valorizzazione ulteriore”.

Attualmente il Brand Messina non esiste: perchè sia avviato avrebbe bisogno di risorse proprie, ad iniziare dal marketing necessario per creare da zero un marchio da contrapporre a quello di Taormina Arte, noto invece in tutto il mondo da decenni.

 

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