MESSINA. Sul tema tornato recentemente alla ribalta, del ponte sullo Stretto, interviene anche il segretario provinciale di Articolo Uno, Domenico Siracusano, che si mostra contrario alla creazione dell’infrastruttura mettendo in risalto i problemi ancora presenti sul territorio.

“Sono giorni ormai che il dibattito sul ponte occupa le colonne dei giornali -ha affermato Domenico Siracusano, segretario provinciale di Articolo Uno- si susseguono interventi e prese di posizioni a indicare la necessità e la centralità del collegamento stabile sullo Stretto di Messina. Senza spiegazioni argomentate viene propinata l’idea che la costruzione dell’infrastruttura determinerebbe l’immediato rilancio dell’economia, dei trasporti e del turismo. L’abbiamo già affermato, il ponte rimane un meravigliosa “arma di distrazione di massa”, proprio come dimostra il confronto di questi giorni. Un elemento per sviare il dibattito dalle urgenze e dalle emergenze che andrebbero invece affrontate con determinazione e coesione.”

“Siamo dentro una crisi economica senza precedenti che riguarda l’area metropolitana di Messina, il capoluogo langue senza che nessuno metta mani a un serio modello di sviluppo che faccia almeno intravedere l’uscita dal tunnel. La crisi del turismo post emergenza sanitaria potrebbe essere un colpo mortale per alcune comunità: l’appello del sindaco di Taormina è rimasto inascoltato e c’è il rischio che l’area industriale di Milazzo cada ufficialmente nelle mani della multinazionali.”

“Occorre mettersi attorno a un tavolo -continua Siracusano nella nota- e confrontarsi sulla mole delle risorse che dovrebbero arrivare dai diversi strumenti di sostegno al rilancio economico governativi ed europei, la politica, invece, dimostra tutta la propria inadeguatezza preferendo incensare un’opera miracolistica e non immaginare una serie di interventi coordinati e integrati per muovere le leve dello sviluppo territoriale. È più facile dire ‘il ponte ci salverà’ invece che studiare, approfondire, verificare buone pratiche di governo locale, valutare e reinterpretare politiche sperimentate in Europa e nel mondo che hanno fatto uscire dal rischio di sottosviluppo città e territori. Non ci serve un dibattito sull’ipotetico cantiere del ponte, ma ci serve un confronto sui tanti cantieri di infrastrutture, materiali e immateriali, che sono essenziali per la ricostruzione della nostra terra.

“Invece dell’eterno disco rotto sul ponte -ha concluso il segretario di Articolo Uno-  la politica, specie nel centro-sinistra, sappia “cambiare musica” e lo faccia rapidamente. Non si insegua la destra, come ci ha abituato l’onorevole Navarra anche su altre questioni strategiche, ma si crei un profilo autonomo del fronte democratico e progressista capace di immaginare un futuro per Messina e la Sicilia.”

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