di Micaela Camaroto

MESSINA. “Contro la violenza sulle donne saremo in rivolta”. Così recita il cartellone di apertura al corteo composto da più di un centinaio di persone, tenuto in occasione della giornata mondiale del 25 novembre contro la violenza sulle donne e indetto dal movimento internazionale Non una di meno, irradiato a Messina e in molte altre città italiane. A riempire le file ci sono molti studenti, il centro antiviolenza Cedav, ma anche docenti come gli insegnanti e la preside dell’Istituto comprensivo Paino-Gravitelli.
“Siamo e saremo rivolta, fino alla fine. Abbiamo ripreso lo slogan nazionale perché ci sentiamo vicine alle compagne di tutto il mondo, abbiamo però deciso di fare il corteo qui nella nostra città perché ogni soggettività possa sentirsi inclusa, avere la possibilità di scendere in piazza e manifestare accanto alle sue compagne. “ afferma Domiziana Giorgianni una delle promotrici del movimento.

E’ il grido globale di una marea di femministe contro la violenza maschile e di genere. – Siamo convinti che scendere in piazza sia necessario per ribadire che i femminicidi sono la punta di un iceberg fatto di oppressione. La violenza maschile comincia nel privato delle case, ma pervade ogni ambito della società e diventa sempre più strumento politico di dominio producendo solitudine, disuguaglianze e sfruttamento. –

Numerose le cause per le quali si manifesta. Dalla lotta contro l’obiezione di coscienza (in Sicilia 9 medici su 10 sono obiettori) in difesa della legge 194, lo smantellamento sistematico dei consultori operato dalla regioni, i numerosi ostacoli nell’ottenimento della pillola abortiva Ru486 dovuti alle scelte protocollari dell’Agenzia per il Farmaco che limitano fortemente la somministrazione e stabiliscono la non rimborsabilità della contraccezione, così come la recente esclusione della pillola del giorno dopo dai farmaci obbligatori nelle farmacie. Alla difesa dei centri anti-violenza, “oggi del tutto svuotati del loro ruolo politico e sociale e ridotti a meri spazi di erogazione di servizi sempre più de-finanziati”.
E ancora: contro la violenza mediatica attuata attraverso l’utilizzo di termini come ”gigante buono”, “raptus di follia”. E infine per solidarietà nei confronti delle compagne curde, e dei popoli della Siria del Nord, che continuano a lottare e resistere contro l’invasione della Turchia di Erdogan (si pensi all’assassinio di Hevrin Khalaf, l’attivista curda fermata e poi uccisa a colpi di arma da fuoco all’interno del suo veicolo) e del popolo cileno che da giorni si mobilita in massicce proteste contro il governo di Sebastian Piñera. In queste zone infatti le reti femministe e per i diritti umani denunciano abusi sessuali da parte delle forze speciali, della polizia e dei militari cileni, denudamento forzato e tortura alle persone che vengono fermate durante le manifestazioni (si pensi ancora alle recenti e ancora offuscate morti delle due donne cilene, la “Mimo” artista di strada Daniela Carrasco, trovata impiccata ad un recinto ed esposta in un comune della città metropolitana di Santiago del Chile o alla fotografa Albertina Martines Burgos).
Qualche dato:
Ogni 15 minuti in Italia, una donna è vittima di violenza. “In Italia sono 88 al giorno, circa una ogni 15 minuti. Il 36% subisce maltrattamenti, il 27% stalking, il 9% violenza sessuale e il 16% percosse”. Questi sono i dati agghiaccianti della polizia di Stato del report “Questo non è amore” presentato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Secondo il Rapporto Eures, invece nei primi dieci mesi del 2019 sono stati 94 in Italia gli omicidi con vittime femminili, quasi uno ogni tre giorni; 142 le donne uccise nel 2018 (anno in cui le vittime di femminicidio hanno raggiunto il valore più alto mai censito in Italia, il 40,3% ).
Per quanto riguarda la Sicilia, sempre secondo l’ultimo Rapporto Eures 2019, l’Isola ha il primato per denunce di stalking (35 ogni 100mila abitanti), con 10 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale del 24,6: dati che rivelano la dimensione di un problema che spesso degenera in violenza di genere.

 

 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments