MESSINA. Il Futurismo messinese? Continua a volare all’asta senza mai atterrare nella città d’origine. Nei prossimi giorni, infatti, cinque opere di Giulio D’Anna, maestro dell’Aeropittura, saranno battute per trasferirsi in nuove collezioni private. Un’altra, ennesima, emorragia di memoria, che fa ancor più male se si considera come il quarantennale della morte dell’artista, spentosi a Messina, sua città d’adozione, il 30 agosto del 1978, sia passata quasi del tutto sotto silenzio (fatta eccezione per un articolo di Vincenzo Bonaventura sulla “Gazzetta del Sud” lo scorso 18 novembre).

Le aste previste sono due, presso altrettante Case. La prima è fissata per il 28 novembre, mentre la seconda per il successivo 3 dicembre. Ma ecco quali sono le opere: Paesaggio futurista + aerei Caproni (1927/28 circa, firmato, olio su tela, 80 x 102 cm, con cornice, stima da 35.000 a 40.000 euro), Ascensione aerea (1933 circa, firmato, tempera su carta, 33,5 x 25 cm, con cornice, stima da 4000 a 5000 euro), Aereo Caproni+paesaggio con vulcano (1929/30 circa, firmato, tempera su carta, 39 x 56,5 cm, con cornice, stima da 6000 a 7000 euro), Paesaggio siciliano + aerei caproni (tempera su carta, cm 44,8×60, eseguito nel 1928-1929, stima da 5000 a 8.000 euro), Stormo aereo + paesaggio simultaneo (olio su tela, cm 80,5×133, firmato in basso a destra, eseguito nel 1935-1936, stima da 35.000 a 55.000). I primi tre lotti saranno messi in vendita da “Dorotheum”, a Vienna, il 28 novembre, mentre i rimanenti da “Pandolfini Casa d’Aste”, il 3 dicembre.

 

Oltre a essere uno dei maestri del Futurismo siciliano, D’Anna, nel corso degli anni, ha conquistato un’ampia fetta di mercato e di consenso (nel maggio scorso, il suo Viaggiare è stato acquistato per 32.500 euro partendo da una stima massima di 25.000).

 

Viaggiare

 

Nato a Villa Rosa nel 1908, anno del tragico terremoto che segnò una cesura nella storia dello Stretto, Giulio D’Anna si trasferì a Partitico alla morte del padre, venendo a contatto con il mondo intellettuale palermitano attraverso il fratello maggiore Giacomo, che lavorava nella Libreria Trimarchi.
I due, quindi, si trasferirono alla libreria Principato di Messina, dove l’artista venne a contatto con l’ambiente futurista (proprio alla Principato, nel 1926, espose Depero), che lo attrasse indirizzandolo, da autodidatta, all’esplorazione della tecnica pittorica futurista soprattutto in ambito aeropittorico.

Con Palermo mantenne sempre i contatti, individuando nel capoluogo dell’isola il centro più vivo e dinamico nell’ambito delle arti figurative, soprattutto grazie alla la presenza dei futuristi Vittorio Corona, Pippo Rizzo e Antonino Varvaro, punti di riferimento nella sua attività artistica, e del giovanissimo Renato Guttuso, che conobbe alla fine degli anni Venti, ma con il quale consolidò l’amicizia intorno al 1932. Dedicatosi all’attività di libraio, occasione di incontri con l’ambiente culturale del tempo, nel 1931 D’Anna tenne la sua prima personale presso la Galleria Vittorio Emanuele III. La mostra fu visitata da Filippo Tommaso Marinetti, che, esprimendo il suo totale favore a proposito della produzione, incitò l’artista a prendere parte alle principali esposizioni futuriste nazionali.

Giulio D’anna fu il primo pittore messinese ad esporre alla XIX Biennale di Venezia nel 1934 ed alla II Quadriennale di Roma l’anno successivo, registrando anche la vittoria del primo premio tra i giovani artisti presso la Mostra d’Arte Coloniale di Parigi con il dipinto Lettrice futurista.

Quando l’artista scelse di allontanarsi dalla città di Messina nel tentativo di ampliare i propri confini, trovò numerosi ostacoli, primo fra tutti il fratello Giacomo, che gli impedì il trasferimento, mettendo un freno alla sua produzione artistica. Egli, tuttavia, continuò a dipingere, grazie anche ai costanti aggiornamenti provenienti dai colleghi artisti, che gli permisero di mantenere contatti con mostre ed esposizioni, pur lavorando quasi esclusivamente per la libreria di famiglia.

In particolare, a partire dagli anni ’30, D’Anna partecipò alle mostre organizzate dal Circolo Artistico Antonello, la mostra “Artisti Siciliani Contemporanei”, la I Mostra Internazionale di Pittura Città di Messina, la II Mostra d’Arte Sacra, fino al riepilogo della carriera venticinquennale, dedicatagli nel 1958 dalla galleria “Il Fondaco”. Nel 1965, vinse il premio della “Tavolozza d’Oro” e alla fine del 1972 il Circolo del tennis e della vela allestì la mostra “Omaggio a Giulio D’Anna e ai maestri della pittura contemporanei”. Fu in quella occasione che venne esposta la tela Donna bionda, alla quale fa riferimento la Donna a mezzobusto esposta alla Galleria Provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea di Messina. A Roma e a Milano, invece, espose nel 1931 alla Galleria Pesaro del capoluogo lombardo nella Mostra futurista di Aeropittura e di Scenografia, sempre nel 1931, a Trieste, nella Prima Mostra Triestina di Pittura Aeropittura Futurista, nel ’33 di nuovo a Messina nell’hall del Grand Hotel insieme con il fotografo futurista Francesco Mauceli in una mostra inaugurata da Marinetti, a Venezia anche nelle Biennale del ’36 (dopo il debutto nel 1934), a Firenze nella Prima Mostra del Sindacato Nazionale fascista del 1933 e nell’Intersindacale del ’36, a Parigi (come già accennato) nel 1935.

Nel 1975 D’Anna fu costretto ad abbandonare l’attività di pittore a causa dell’aggravamento delle sue condizioni di salute. Morì il 18 novembre 1978.

All’artista sono state dedicate due importanti monografie (di Anna Maria Ruta Giulio D’Anna aeropittore mediterraneo e di Virginia Buda Un pittore “impido e festoso”. Giulio D’Anna a Messina tra Futurismo e Astrattismo), nonché una mostra a Londra, da Bohnmans, “Giulio D’Anna Aeropittore”, dal 22 febbraio al primo marzo di quest’anno.

(per le notizie sull’artista, “Archivio Storico Futuristi Siciliani”, Wikipedia)

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