MESSINA. Dovevano essere tagliate, invece stanno proliferando, al ritmo di quasi una al mese, e presto le partecipate del comune di Messina potrebbero ritrovarsi con una “sorella”. Tra le 42 delibere che il sindaco Cateno De Luca ha intenzione di portare in aula per l’approvazione del piano di riequilibrio rimodulato, ce ne sono quattro che riguardano “valorizzazione beni immobiliari”: statuto, costituzione e contratto di servizi della società, più un atto di indirizzo per l’individuazione dei cespiti da mantenere nel patrimonio municipale e quelli da dismettere.

Vuol dire che Palazzo Zanca molto probabilmente avrà una nuova partecipata (o agenzia, o azienda speciale) che si occuperà specificamente di immobili. “Sarà definitivamente stabilito oggi in giunta”, ha spiegato il sindaco Cateno De Luca, ma le delibere non sembrano lasciare dubbi in merito al fatto che ci sarà un nuovo soggetto giuridico. Così come per le altre due partecipate create da De Luca (l’agenzia per il risanamento Arisme e la prossima “istituzione dei servizi sociali” Messina Social City), nel programma elettorale non se ne parlava: anzi, intento dell’amministrazione era addirittura di metterle tutte in liquidazione e internalizzare i servizi. Strada facendo, il panorama è mutato radicalmente, e dalla cancellazione si è passati alla moltiplicazione delle partecipate.

Quello che invece era presente nel programma elettorale, e occupava ben sedici pagine nel libro di De Luca sulle sue iniziative per Messina, era un fondo immobiliare denominato FPIC (fondo patrimonio immobiliare Colapesce): un’idea non nuova (la prima risaliva addirittura al 2009), ma che De Luca, in campagna elettorale, aveva ritenuto di dover approfondire nel dettaglio. Oggi se ne potrebbe riparlare: il patrimonio immobiliare messinese stimato da De Luca nel libro andrebbe da 600 milioni al miliardo di euro.

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
Giuseppe Cardile
Giuseppe Cardile
13 Novembre 2018 9:10

U parrinu da Massa, senza dinari non canta missa. E con oltre 500milioni di euro di debito cosa pensavate potesse fare?