MESSINA. Non accadeva da un anno e mezzo circa, ma Messina è ricaduta nell’emergenza rifiuti. Da sud a nord, dalla costa ai villaggi, la spazzatura viene raccolta ad intermittenza ormai da almeno una settimana, con conseguenze facilmente immaginabili (e tristemente familiari): cassonetti traboccanti, rifiuti accatastati ai lati dei contenitori che invadono strade e marciapiedi, ammonticchiandosi fino ad altezze ragguardevoli, spazzamento pressochè inesistente. Da cosa è provocata la “crisi” di fine ottobre?

Se le ultime emergenze, ancora in epoca Messinambiente erano state dettate da problemi alla discarica (a inizio 2017) e ad un’inspiegabile, e inspiegata “crisi” durata settimane tra maggio e giugno 2017, in cui non si erano registrati problemi strutturali (i mezzi erano in ordine e la discarica funzionava normalmente), e quindi aveva tutta l’aria di una “pressione” perchè si velocizzasse la trasformazione da Messinambiente a MessinaServizi, l’attuale emergenza rifiuti è provocata dai mezzi vetusti, che la partecipata ha ereditato da Messinambiente, che senza troppi giri di parole ha spiegato il presidente di MessinaServizi Pippo Lombardo ha fatto capire essere praticamente buoni per la pressa.

Da settembre, i mezzi non vengono manutenuti, si rompono e non si riparano. Come mai? Perchè, secondo quanto ha spiegato Lombardo, non si è provveduto al subentro dei contratti: c’è un contratto di usufrutto, che risale alla cessione del ramo d’azienda di Messinambiente che ha fornito a MessinaServizi uomini, mezzi e contratti in essere, che doveva durare 60 giorni e invece dura da 240 giorni. Questo non ha consentito le riparazioni dei mezzi, perchè di fatto i contratti coi fornitori sono stati interrotti, non c’è più un numero di mezzi adeguati, perchè quelli che erano stati destinati al servizio sono stati spostati per la raccolta indifferenziata.

Ovviamente, i problemi sono concatenati. I cassonetti vengono svuotati con mezzi che ormai non richiedono più l’intervento umano: l’operatore, uno per ogni camion, controlla il braccio che solleva e ribalta il cassonetto fino a svuotarlo tramite un joystick, col risultato che i cassonetti vengono liberati, ma la spazzatura che si è accumulata a terra rimane lì.

Non è solo la raccolta indifferenziata ad essere disastrosa: la carenza di mezzi ad ottobre non ha sempre consentito di svuotare le isole ecologiche, col risultato che qualche utente è stato rimandato a casa con l’auto piena: e infatti, Lombardo ha annunciato che ad ottobre i numeri della differenziata subiranno probabilmente una contrazione. Problemi anche con gli sfalci di potature: sul sito e al numero verde (rimasto quasi inattivo un mese) l’informazione è che si possono portare alle isole ecologiche, ma una volta arrivati in loco, si viene rimbalzati: “abbiamo ordine di non prenderne”, è la risposta.

“Un piano industriale  come quello che è stato presentato al consiglio d’amministrazione (ma non è stato adottato, ndr) non può prevedere 7 milioni di investimenti per mezzi, senza un adeguato dimensionamento e oltre 20 milioni di euro per ricambi e manutenzioni”, ha spiegato il presidente Pippo Lombardo. E quindi, come se ne esce? “Abbiamo bisogno di 15 o 20 milioni da trovare immediatamente per investimenti – ha spiegato il sindaco Cateno De Luca – Le alternative sono due: o qualcuno che li anticipi alla società che poi li recupererà sulla tariffa (che per uno o due anni si raddoppierà), o trovare un privato che entri in società, metta i soldi e co-gestisca il servizio”. Non è così secondo i sindacati, che temono che l’emergenza sia creata ad arte per aprire la strada alla privatizzazione. Denunceremo tutto alla prefettura, avevano detto in settimana Cgil e Uil.

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Filippo Cucinotta
Filippo Cucinotta
3 Novembre 2018 10:50

Messina in sei mesi è ripiombata nel periodo d’oro delle amministrazioni della grande politica. Complimenti.