MESSINA. “Non sappiamo se riusciremo a chiudere l’anno”. Lo affermava appena una settimana fa il presidente dell’Atm Pippo Campagna, annunciando le probabili dimissioni dell’intero consiglio d’amministrazione. “Abbiamo problemi di liquidità, paghiamo cifre esorbitanti per la rottamazione delle caselle esattoriali per debiti dal 2012 al 2017″. Quanto?  “Poco meno di due milioni e mezzo da agosto e settembre, più 5,2 entro ottobre, altrettanti a novembre, e altri due e mezzo a febbraio”, aveva spiegato il presidente.

Proprio contro le cartelle esattoriali da “rottamare”, Campagna ha puntato il dito. Di cosa si tratta? Del beneficio concesso dal governo, nel 2017, per giungere ad una definizione del debito, pagandone alcune maxirate subito, ma con un cospicuo sconto. L’Atm, alla procedura vi ha avuto accesso per rateizzare il debito con l’Inps: 24.118.859,32 euro, che per gli effetti della rottamazione si riducono a 15.505.121,35 euro: un risparmio di 8.613.737,97 euro, con una sopravvenienza attiva prevista sul bilancio 2017 per 5.542.328 euro, pari alla eliminazione del debito per sanzioni e per interessi di mora.

“Per ruoli dal 2000 al 2016 l’importo che ATM deve pagare è di 12.427.426 euro; può essere saldato in 3 rate (40%,40%,20%) di cui la prima è il 31 ottobre 2018 per circa 6,5 milioni di euro. Per i ruoli 2017 l’importo che ATM deve pagare è 3.077.694,70 euro di cui 1.837.801,23 euro relativo alla ritenuta Irpef 2013 da pagare in due rate (luglio 50% e settembre 50%) allo scopo di evitare la responsabilità penale per l’omesso versamento; la restante parte pari a 1.239.893,56 euro va pagata in 5 rate da 247.978,71 euro a partire da luglio 2018 (luglio, settembre, ottobre, novembre 2018 e febbraio 2019). Pertanto a luglio 2018 ATM deve pagare 1.166.879,32 euro”, spiegava a maggio l’ex consiglio d’amministrazione.

Il presidente dell’Atm Campagna lamenta, in sostanza, di aver avuto la “patata bollente” dalla precedente governance: che però ci aveva già pensato, e aveva trovato una soluzione, che sinora non è stata attuata. “Occorre individuare – spiegava un verbale di consiglio d’amministrazione di metà maggio –  con una procedura ad evidenza pubblica un advisor finanziario che possa individuare sul mercato una banca disponibile a finanziare ATM per circa 30-35 milioni di euro in 5 rate dando la possibilità all’Azienda di restituirli in un tempo più lungo, da 5 a 10 anni, in modo che sia compatibile con le risorse finanziarie disponibili pro-tempore, sulla base di un piano finanziario che l’advisor predisporrà con l’Azienda. A fronte della richiesta di finanziamento, ATM può disporre di risorse per circa 9 milioni di euro di contributi attesi dallo Stato per le leggi n.47/2004, 58/2005 e 296/2006 e di circa 32 milioni di euro di crediti verso il Comune di Messina per ripianamento delle perdite pregresse, per le quali occorrerà far predisporre alla nuova Amministrazione, quale garanzia da offrire alla banca finanziatrice, un atto di Giunta che impegni l’Ente al pagamento delle somme a favore di ATM in dieci anni”.

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