16.00. Dopo sei ore si chiude la seduta “teoretica”. Cateno De Luca promette che di notte fisserà gli argomenti da discutere, e fissa la riunione per domani alle 9.30. Porte aperte. Sei ore per deciderlo. La seduta si chiude qui, e così la diretta di Lettera Emme.

 

 

15.45. Sospensione di enne minuti e capannello per capire se la riunione si farà o meno, se si terrà domani o meno, e se le porte saranno chiuse, socchiuse o aperte.

 

15.41. Felice Calabrò, gravato dal torcicollo, resuscita per un intervento che inizia in maniera emblematica “L‘ultimo inchi ‘a pignata“.

Calabrò è favorevole alla riunione a porte chiuse. Per “guardarsi negli occhi”, diciamo. “le porte aperte non ci consentiranno di essere liberi nelle nostre scelte. Se devo impegnarmi in un programma che impegnerà me e la mia famiglia voglio sapere chi sono i miei compagni di viaggio“.

 

 

15.40. “Farò di tutto per rendere questo progetto compatibile con le sue vedute, voglio che lei sia della partita perchè è una persona seria e capace”, spiega De Luca a Gennaro, dandogli ampi meriti (dopo averlo attaccato). “Io alle cose mi approccio con laicità. Se avessi deciso già il mio percorso, io oggi sarei già andato via: mi sto accostando con curiosità, voglio capire, ma voglio che ci sia rispetto dei ruoli”, replica Gennaro, urtato dalla frase di De Luca “qui non si gioca”.

 

15.25. Sollecitato da Gennaro, De Luca non si sottrae (e spiega inconsapevolmente cosa vuol dire “lacrime e sangue”). Non me ne voglia nessuno, ma io 250mila euro per la Casa di Vincenzo non posso più spenderli. Ne posso spendere cinquantamila. Mi dispiace ma è così. Non posso tollerare che ci sia volontariato di serie A e di serie B. Questo vuol dire essere padre di famiglia: quando si stringe la cinghia, si stringe per tutti. Non ce lo possiamo permettere più”.

 

 

15.20. Piero La Tona introduce un elemento di realtà: “Noi ci siamo per domani, ma di cosa dobbiamo parlare? Di che argomenti?”. De Luca prende la palla al balzo: “Stanotte elaborerò una scaletta, domani la mando entro le 7 e ci vediamo alle 10, così avete tempo di leggere”. Riunione a porte aperte, concede il sindaco. Poi una stoccata a Gennaro: “Il muro di Berlino è crollato”.

 

15.00. De Luca risponde con dovizia di particolari a tutti gli interventi, concedendo e pretendendo, dando ragione e mettendo paletti e distinguo. Il nodo da sciogliere è se domani la riunione si farà.

Lo domanda anche Gaetano Gennaro, al termine di un’ulteriore intervento, che ancora non l’ha capito.

 

 

14.35. Quando i consiglieri parlano, De Luca sembra distratto, impegnato a scrivere con la sua ormai proverbiale penna a inchiostro verde. Il perchè è presto detto. Appunta con minuziosità gli interventi dei consiglieri, e risponde a ciascuno di loro nei particolari.

Fa parte della sua consolidata strategia del bastone e della carota, che fino ad ora ha dimostrato di funzionare alla perfezione.

 

 

14.30. De Luca chiarisce il significato di “riunione a porte chiuse”, attribuendogli una sfumatura da real-politik di altri tempi (intorno alla prima repubblica): “Vuol dire che dobbiamo avere la libertà di parlare di tutto senza essere condizionati dalla presenza degli ospiti o della stampa. A me va bene anche la riunione a porta aperta, ma che si parli di tutto, e non si facciano poi discussioni nelle segrete stanze“.

 

14.25.Non voglio maggioranze bulgare, ma dibattiti responsabili. Non voglio posizioni dialettiche che servono solo per mettersi di traverso: voglio un dibattito talmente pieno di contenuti da poter cambiare anche la proposta dell’amministrazione comunale“, inizia severo.

“Io non propongo la scelta come questione di merito, ma l’obiettivo. Io ne declinerò alcune, voi ne declinerete tante altre, l’importante è raggiungere l’obiettivo“.

Chi immaginava un intervento di sintesi può iniziare pure a deprimersi.

 

 

14.22. Finiti gli interventi dei consiglieri tocca di nuovo al sindaco Cateno De Luca.

Preoccupazione nel volto del presidente del consiglio Claudio Cardile: “Mi raccomando sindaco, sia breve”

 

 

14.20. Giovanni Scavello, che oggi parla ufficialmente a nome della Lega, spiega di essere disposto a prendere decisioni impopolari, “ma con distinguo e proposte alternative. Ma questi distinguo non vengano additati come bastoni tra le ruote”. Intervento stringato, tutti intimamente ringraziano.

A Cristina Cannistrà tocca chiarire la posizione dei Cinque stelle: “Molti argomenti sollevati dal sindaco sono da condividere, ma spesso non condividiamo il metodo: le riunioni a porte chiuse, per esempio. Ci dia la possibilità di rendere partecipe la città. Non è “lei chiede noi seguiamo”: è lei propone, noi disponiamo”. Neanche noi ci fidiamo di lei”. Poi comunque c’è ampia disponibilità al dialogo.

La fiducia continua ad aleggiare in aula.

 

 

14.05. Libero Gioveni (Pd) è favorevole alla trasformazione dell’Atm in società di capitali. E’ solo perplesso su chi dovrebbe mettere i soldi per gli investimenti. Sui servizi sociali, invece è “va abolito il sistema marcio delle cooperative”.

Ilarità in aula qualdo evoca il fantasma della “buonanima dell’Udc”. 

 

14.00. Secondo Pietro La Tona (Sicilia Futura), “oggi non è tempo di dichiarare il dissesto, andava fatto cinque anni fa. Però non possiamo essere affidabili solo se diciamo “si” all’amministrazione, il patto di fiducia deve essere bilaterale”.

Il tema della fiducia ricorre in pressochè tutti gli interventi.

 

 

13.50. Sfilza di interventi, cinque minuti ciascuno: Paolo Mangano (M5s): “Davvero ci chiede un incontro amichevole dopo che ci hanno chiamato asini volanti? Se parteciperemo lo fare non per il sindaco ma per la città”, Biagio Bonfiglio (LiberaMe): le misure per salvare la città non saranno indolori, ma non vuol dire che le sue soluzioni siano quelle giuste, Salvatore Sorbello (misto): “Sindaco, abbia fiducia in noi”. Molta stanchezza.

 

 

13.29. Si riparte. a prendere la parola è Antonella Russo. “Nemmeno lei deve permettersi di fare un gioco al massacro nei nostri confronti. Nella scorsa consiliatura non ho avuto modo di poter leggere gli atti. Sono stata una voce fuori dal coro, che sono sintomo di democrazia. Negli ultimi 5 anni ho sempre chiesto verità per la questione economica del Comune. Non ho votato i bilanci del Sindaco Accorinti, nemmeno uno, ma ho sempre detto i motivi. Non ho mai votato il piano di riequilibrio finanziario“, prosegue ancora, citando le rimostranze della Corte dei Conti. La consigliere viene interrotta dal “gong”: a disposizione ha ancora 5 minuti.

 

 

13.27. La pausa di riflessione di 10 minuti si prolunga più del previsto. Cronisti e consiglieri prendono d’assalto il bar, che i pidoni caldi li esaurisce entro 7 minuti. La discussione fra Sindaco e consiglieri si sposta fuori dall’Aula, con il primo cittadino “accerchiato” nei corridoi.

 

 

12.55. Nel frattempo, ai giornalisti arrivano messaggi di solidarietà da una lettrice affezionata (e non estranea ai meccanismi della politica).

(Per tutti coloro ai quali la foto risultasse troppo criptica, la spiegazione è questa, insieme al nostro biasimo per non aver afferrato una citazione che è una pietra miliare della formazione culturale di noialtri di Lettera Emme).

 

 

12:46. Dopo quasi tre ore di discorso, De Luca termina il suo interminabile monologo e torna a sedersi: tre ore, confortato solo dal ristoro datogli da una bottiglietta d’acqua.

La parola passa a Benedetto Vaccarino, che chiede 10 minuti per un confronto con gli altri capigruppo. La richiesta viene accolta dal presidente Claudio Cardile. Prima c’è tempo per un intervento di Gaetano Gennaro: “Ma la riunione c’è o non c’è? Il sindaco ce lo deve dire, l’ha convocata lui”, domanda piuttosto polemicamente. “Senza i Cinque stelle non la faccio”, replica il sindaco”.  (I pentastellati avevano ieri affermato che non avrebbero partecipato se non a porte aperte) Dieci minuti di sospensione per capirlo.

 

 

12.46. Altro colpo da maestro retorico di De Luca: autodenigrazione per prendere la rincorsa: “Fossi stato in voi, io il sindaco, dopo le prevaricazioni che ho fatto, lo avrei mandato affanculo

 

12.45. La deadline è lunedi 15. Le dimissioni, sulle quali ancora oggi non è stata sciolta la riserva, sarebbero effettive il 16 ottobre. Entro quella data il consiglio dovrà decidere. Cosa, esattamente? E’ più una questione di principio che di atti: De Luca vuole che il consiglio lo segua (lo segua, non che approvi per forza) nel persorso per il “salva Messina”. Nei prossimi giorni scenderà nello specifico degli atti sui quali rimodulare il piano di riequilibrio.

Se non c’è unanimità di tutti i gruppi consiliari su questa operazione, allora non si può fare“.

 

 

12.40. Chiusura tutta giocata sull’epicità e sulla retorica, per una mano tesa (e una sberla) al consiglio comunale.

Non fidatevi di me, non vi chiedo di farlo. Però una questione ve la devo porre. Ci sono dei tempi, e su questo dobbiamo metterci d’accordo. Sta parlando un sindaco dimissionario, che avendo già acquisito un grande risultato, di cui vi dò atto (il regolamento di consiglio comunale, ndr), avendo dato un grande segno di discontinuità, ci vuole ora un altro grande segno. Non ve la prendete per quello che vi sto dicendo: nemmeno io mi fido di voi. Io lo so che questo documento trattato assieme rischia di urtare la suscettibilità di ognuno di voi. Ci sarà chi dirà no per un motivo, e uno che dirà no per un altro perchè non vanno toccati dirigenti, dipendenti, Atm, rapporti con l’università. Ognuno di voi, in questo momento, ha più motivi per dirmi no di quanti ne abbia per dirmi si. E allora dobbiamo stabilire qual è la cornice complessiva, i pilastri su cui si costruisce il “salva Messina”. Ho bisogno che questo consiglio mi dica immediatamente cosa vuole fare, e individui con me delle scelte dietro le quali ci saranno drammi, ma devo decidere: o ragiono da sindaco o ragiono di altro, e da sindaco devo salvare e rilanciare la città. Ma lo dobbiamo fare assieme. Però abbiamo dei tempi imposti, io oltre domenica (14 ottobre, ndr) non posso andare, siamo già in ritardo”.

Quindi lancia l’ipotesi di una seduta di consiglio comunale permentente “ogni giorno”, ad libitum. Accenni di svenimento nei banchi dei consiglieri (e dei giornalisti)

 

 

12.23. Il sunto (sunto si fa per dire…sono 350 pagine) dell’intervento di De Luca di oggi lo si può scaricare qui. “Quello che leggerete in quel documento, voi non l’avete mai letto da nessuna parte. Lo dico anche ai consiglieri del vecchio corso”, dichiara.

 

 

12.20. Una caratteristica che fa di De Luca un animale politico non comune: l’abitudine a coinvolgere, interpellandoli, i suoi interlocutori. Nelle due ore e qualcosa di intervento, ha chiamato in causa una dozzina di consiglieri comunali, coinvolgendoli nella discussione.

 

 

12:14. Mentre i giornalisti, i consiglieri e gli astanti sono sempre più abbacinati dal discorso senza fine e senza pause del sindaco, De Luca tira in ballo nuovamente la questione della macchinetta del caffè a Palazzo Zanca. Vaga sensazione di deja vù.

Dopo altri cinque minuti interviene il presidente del consiglio Claudio Cardile: “Sindaco la invito concludere, e soprattutto, a sedersi, se vuole”, preoccupato. De Luca a stento lo calcola. A dispetto del precario stato di salute, il primo cittadino ha lo stesso brio di un teenager nel corso di una tempesta ormonale. Inarrestabile.

 

 

12.15. Commento da parte di un giornalista, che per questioni di opportunità ha chiesto (e ottenuto) l’anonimato, sul discorso del sindaco: “Sembra la versione integrale di Ben Hur…

 

12.12. Nel frattempo, negli spalti dell’aula consiliare, i consiglieri d’amministrazione delle partecipate ascoltano attenti. Sono presenti pressochè tutte le governance di Amam, Atm, MessinaServizi e Arisme.

 

 

12.10.L’autorevolezza di un comune e di un sindaco si vede dalla sua Polizia Municipale“: altra cavallo di battaglia di De Luca, già ribadito durante il comizio di domenica scorsa.

 

11:48. Adesso parla del Piano di Riequilibio, e snocciola cifre e numeri. Poi tira in ballo nuovamente l’Atm, la questione degli interinali e i conti dell’azienda, con tanto di battuta autoironica: “Da uomo di paese ho difficoltà a capire cosa sia successo”.

Il discorso prosegue senza tregua, un po’ confusionario, con De Luca che parla un po’ di tutto passando di palo in frasca. Dagli immobili comunali ai 50 software utilizzati in Comune, di cui uno, “che sa usare solo una persona, non agganciato al resto della compatibilità”. Poi passa al milione e duecentomila euro di fondi non spesi destinati a Giampilieri e quindi ai fitti passivi pagati dall’Amministrazione, con riferimento agli immobili dell’Università.

 

11.35. Su MessinaServizi, De Luca ammicca al consiglio: “Ve la potranno raccontare Antonella Russo, Gaetano Gennaro, Libero Gioveni, Benedetto Vaccarino…”, tutti consiglieri che erano presenti nella precedente consiliatura.

Anche MessinaServizi si prende la sua razione di bastonate. Anche questo, leggetelo qui.

“In una logica gestionale privata, la redditività è diversa”, puntualizza De Luca, il cui progetto di privatizzazione del servizio dei rifiuti è palese, e già annunciato da tempo. “Non privatizziamo la munnizza? E allora trovatemi venti milioni di euro per il servizio“, sfida De Luca, con logica ineccepibile. Sull’argomento, le posizioni ideologiche sono fortemente polarizzate. Questa è quella dell’ex amministratore Beniamino Ginatempo, fortemente contrario alla privatizzazione.

 

11.30. “E io sarei il massacratore, quello che ha rotto il sogno, quello che fa macelleria sociale? Questo è il danno irreversibile di non avere dichiarato dissesto“. De Luca motiva, argomentando con molta chiarezza, il suo approccio “Tatcheriano” alle politiche di bilancio.

 

 

11.25. L’Amam e l’Atm: anche stavolta De Luca ribadisce quanto già altre volte ampiamente illustrato. Chi ha curiosità trova tutto qui

 

11.20.Se dobbiamo solo assicurare posti di lavoro chiudiamo, diamo la chiave a qualche potestà e via”. Tocca ai sindacati: “Hanno condizionato l’andamento politico di questo palazzo, senza proposte compatibili con la situazione economica dell’ente”.

Il riferimento, molto chiaro, è alla salvaguardia dei posti di lavoro, che per De Luca è subordinata all’effettivo giovamento dell’ente locale (ed alla sua sostenibilità economica).

 

 

11.15. “Mancano cento milioni di euro all’appello. Mancano venti milioni di euro all’anno”.  Ripetuto per la ventiseiesima volta in un’ora, giusto perchè nessuno possa dire di non aver capito

 

 

11.10. Nota di servizio: Cateno De Luca è sotto farmaci per via del malore che lo ha colpito dopo il comizio di domenica. La circostanza non gli sta impedendo di parlare da oltre un’ora con una certa verve…

 

 

11.06. De Luca annuncia esuberi nel personale di Palazzo Zanca. E spiega coi famosi aneddoti degli attacchini e dei messi notificatori che non si trovano tra gli oltre trecento dipendenti di categoria A e B. “Ho scritto ai dirigenti per sapere cosa fanno questi dipendenti, e ancora aspetto risposta. Ogni risorsa deve essere produttiva, chi non può essere riqualificato va via.”

 

 

11.05. Violentissimo, ma violento proprio, attacco nei confronti dei dirigenti, accusati di non fare, e nel caso di fare male e arbitrariamente, di fissare i propri obiettivi ed autocertificarne il raggiungimento. “E hanno avallato cifre farlocche nel piano di riequilibrio”. Sempre lì si torna.

Quando dico queste cose è perchè ho guardato troppe carte“, spiega.

 

 

11.00. Momento “Michele Sindona spostati”: “Dopo tutto quello che ho detto, il caffè la mattina devo farlo assaggiare a due o tre persone, prima di prenderlo io”, scherza De Luca

(spiegone della battuta: il faccendiere di Patti morì avvelenato in carcere in seguito all’ingestione di caffè al cianuro di potassio)

 

 

10.57. “La città ha pagato il prezzo del dissesto. Tributi al massimo, servizi al minimo e spese lobbistiche elevatissime”, continua De Luca, concentrandoci nello specifico sui servizi sociali. E poi, il “cazziatone” ai dirigenti. “Non mi sta bene che l’indennità di risultato sia solo il 15% dello stiupendio. Non solo, toglierò loro soldi”.

 

10.50.Non vi fidate del sindaco De Luca, andate a controllare di persona. Ci sono debiti che esistono da una vita, ma chi mi ha preceduto non ha lasciato un documento in cui dice che ha ereditato questo e ha lasciato quello”.

Aperta polemica con l’ex assessore al Bilancio Guido Signorino (non nominato). “La relazione di fine mandato contiene numeri non veritieri”, sentenzia.

 

10.40. Oggi De Luca non si trattiene e non perde occasione per far tremare le sedie dell’aula: “Non voglio essere io quello che dichiarerà il dissesto finanziario. Se è così, il cerino lo lascio a voi ed al commissario“.

 

10.37. Nel frattempo viene fuori una notiziona: l’Atm diventerà una società di capitali. E’ questa l’intenzione dell’amministrazione. Cateno De Luca ha già spiegato un paio di volte che l’Atm è l’unica azienda trasporti italiana ad avere ancora status di azienda speciale, circostanza dovuta alla mancata approvazione di un diluvio di bilanci.

Decidete voi, volete chiuderla e privatizzarla o continuare col servizio pubblico? Perchè in questo caso va trasformata in società di capitali”, precisa De Luca.

 

 

10.35. Altra mossa da provetto judoka, che sfrutta l’energia cinetica dell’avversario per rivolgergliela contro: “Ritiro la convocazione per domani, ditemi voi quando farla, per me possiamo iniziare a fare consiglio no-stop per settimane”.

La polemica è rivolta al Movimento 5 stelle, che ieri ha annunciato che diserterà la riunione a porte chiuse di domani mattina, richiesta da De Luca qualche giorno fa.

 

 

10.31.Questa è la vostra storia, e mi dispiace di vedere atteggiamenti da Aliuce nel paese delle meraviglie. Non ci sono i tempi per far finta di sognare e poi svegliarsi. Se questo è l’approccio io mi fermo qui, non servo più, perchè i tempi non ci sono“, declama De Luca, sventolando le trenta pagine della relazione di inizio mandato.

Un capolavoro politico: in una mossa ha messo di nuovo all’angolo il consiglio, ribadendo l’ombra delle dimissioni e gettando sulle spalle dell’aula la responsabilità.

 

10.31. Il sindaco, tra quelle che definisce stranezze del piano di riequilibrio, cita la transazione con l’immobiliare 2R. “Una tra milioni di creditori, forse scelta per sorteggio”, spiega. O forse perchè c’era un decreto ingiuntivo da qualche paio di milioni di euro.

 

10.30. “Abbiamo un punto di inizio che è drammatico, e uno di fine che è il 25 novembre. Se ci sono i margini per rimodulare il piano o non ci sono, ve lo dirò, non posso dirlo adesso perchè le ricognizioni sono ancora in corso”.

De Luca fa “terrorismo”, spiegando che “molte cose non sono chiare, e i responsabili dovranno risponderne”. Ai dirigenti fischiano le orecchie.

 

 

10.20. De Luca abbozza, ma non incassa inerme. “La mia fretta è dovuta al fatto che antro fine novembre c’è un piano di riequilibrio da rimodulare“, spiega il sindaco, aggiungendo il “teaser” di queste settimane: “se continuerò ad essere qui“.

Poi inizia a sparare a palle incatenate: “Le poste del piani di riequilibrio sono farlocche”, spiega, dando atto ad Antonella Russo (Pd) di avere segnalato, durante lo scorso consiglio, i fatti. “Ci sono 51 milioni di buco”, sancisce chiaro. SUll’argomento, nella scorsa settimana c’è stato un serrato botta e risposta con l’ex assessore al Bilancio dell’amministrazione di Renato Accorinti, Guido Signorino

 

 

10.10. …e infatti il primo intervento è un enorme sassolino tolto dalla scarpa. Tocca infatti a Massimo Rizzo, di LiberaMe, sfida il sindaco sul suo stesso campo, e sul “difetto” che De Luca aveva imputato ai consiglieri: la scarsa velocità. “La relazione mi è arrivata solo ieri, non abbiamo avuto tempo per poterla analizzare“, ha spiegato il consigliere, prima di battibeccare con il collega Felice Calabrò (Pd).

 

 

10.00. Inizia la seduta straordinaria di consiglio comunale, irritualmente convocata di sabato mattina (e infatti gli sguardi non sono dei più svegli), in cui Cateno De Luca illustrerà ai consiglieri comunali la relazione di inizio mandato depositata ieri.

In allegato alla relazione, De Luca ha pubblicato un “dossier” da 350 pagine in cui spiega, nel suo stile colorito e incisivo, tutti i disastri che ritiene di aver trovato spulciando per tre mesi i conti di Palazzo Zanca.

Occhi puntati sull’atteggiamento dei consiglieri, messi sulla graticola dall’amministrazione da una parte per presunta poca collaborazione, e dall’opinione pubblica dall’altra, che viceversa imputa ai trentadue troppo accondiscendenza nei confronti del sindaco.

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
nicolo'
nicolo'
6 Ottobre 2018 10:39

Poltrona=stipendio !