MESSINA. Il Comune di Messina non accerta e non riscuote. In breve (molto in breve) è la diagnosi e la prognosi che il sindaco Cateno De Luca ha allegato al bilancio previsionale 2018, la cui discussione è iniziata in aula oggi pomeriggio. Nel clima di ritrovato idillio tra consiglio comunale e amministrazione, si è deciso di approvare il bilancio, elaborato dall’amministrazione di Renato Accorinti, così com’è, con minimi aggiustamenti.

“Il bilancio regge fino alla fine del 2018 senza assestamenti, ma lavoreremo per l’approvazione del previsionale 2019 entro fine anno, quando andranno fatte scelte di rottura rispetto al passato”, ha spiegato De Luca, intervenuto in consiglio ad illustrare la delibera sul documento finanziario che l’aula dovrà approvare. “Abbiamo dato copertura a servizi che non erano coperti, emendamenti sui rilievi da parte dei revisori dei conti, e qualche emendamento per le emergenze: il primo è l’emergenza alberi, quattro milioni di euro per manutenzione ordinaria e straordinaria dei 18mila alberi e per sistemare le strade divelte dalle radici. Altrimenti, se io consiglio non lo riterrà opportuno, disporremo di soli 600mila euro per le emergenze, ma non risolvono la questione. È ovvio che questi fondi vanno tolti da altri capitoli, quindi ci sono delle scelte da fare”, ha concluso Cateno De Luca.

Cosa è che fa venire i sudori freddi al sindaco di Messina, guardando i numeri del bilancio (dei quali metterà al corrente i consiglieri, ha annunciato, prima della prossima seduta in cui il bilancio dovrebbe essere approvato)? “Anomalie importanti che fanno riferimento alla mancanza di entrate per importi notevoli”, spiega De Luca, che di numeri non ne ha citati, spiegando che saranno resi noti alla fine della “ricognizione” che si sta portando avanti. “Questo deriva principalmente dal fenomeno degli “immobili fantasma”, che non sono nell’anagrafe patrimoniale comunale, dovuto al mancato coordinamento delle banche dati”, ha continuato il sindaco, rivelando un particolare quasi esilarante. “Al Comune ci sono oltre cento software diversi, alcuni anche nella stessa stanza”.

Il sorriso, però, si è spento sui volti di tutti quando è si arrivati alle prime cifre: “Abbiamo una base impositiva insufficiente. Ciò comporta che in questo momento mancano all’incasso quasi cento milioni di euro di mancati introiti, e per la gestione corrente mancano venti milioni di euro all’anno – illustra De Luca – Il comune ha poi una percentuale bassissima di riscossione sull’accertato, stiamo arrivando a non avere un euro di spesa corrente perchè il fondo crediti di dubbia esigibilità ci sta bloccando. Il 95% del bilancio è destinato alle spese correnti, questo vuol dire che non siamo in gradi di fare investimenti. Ma anche sulla spesa vanno fatte delle scelte strutturali, rinunciare a qualcosa per potenziare qualcos’altro”.

Soluzioni? “Abbiamo avviato la costituzione dell’ufficio unico delle entrate comunali per definire per bene la base impositiva – annuncia il sindaco – Se guardiamo i flussi di cassa, il bilancio del Comune dipende dai trasferimenti, quindi bisogna fare un’azione sul fronte della riscossione”.

 

 

 

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