MESSINA. È stata una “sollevazione di popolo” quella che ha commentato il danneggiamento del pianoforte pubblico della Galleria Vittorio Emanuele, il cui sedile è stato divelto due notti fa. Oltre a quello, lo strumento, a disposizione di chiunque volesse suonarlo, era graffiato e circondato da sporcizia e rifiuti.

All’appello di Federico Alagna, ex assessore alla Cultura all’impegno del quale, insieme con l’assessorato collettivo “Antonello” e al maestro pianista Giovanni Renzo, si deve l’iniziativa di dare alla città uno strumento musicale comune, è stato immediatamente colto da un nutrito numero di cittadini: non piangiamoci addosso, non invochiamo pene esemplari, rimbocchiamoci le maniche e sistemiamo quello che è stato vandalizzato.

Ieri mattina, di buon’ora,  Alagna e un gruppo di cittadini con un po’ di olio di gomito hanno rimesso a nuovo il pianoforte, donato alla città da Giusy e Giovanna Bruno e materialmente rimesso in sesto da Nino Zuccaro.

Questo il commento di Alagna, dopo l’operazione (soprattutto sociale e culturale) di “restauro”:

«In molti in queste ore hanno commentato l’incuria in cui versava il pianoforte pubblico della Galleria e la rottura dello sgabello dicendo: “Che vi aspettavate? Questa è Messina”. Ma per me Messina è anche quello che vedo in queste immagini, diverse persone che stamattina hanno raccolto l’invito lanciato nella serata di ieri, senza organizzazione, senza comunicati, con il solo passaparola social e non, e sono venute a dare una mano a pulire, a capire cosa fosse successo allo sgabello e come si poteva sistemare (di questo se ne occuperà il grande Nino nelle prossime ore e già domattina tutto dovrebbe tornare al suo posto). E questo impegno è lo stesso che tante e tanti nostri concittadini mettono per prendersi cura di piccoli spazi della nostra città, spesso in quartieri periferici, in silenzio, lontano dalle luci delle ribalta. Questa è la cura condivisa dei beni comuni. E (anche) questa è la nostra città. Non a caso, tra le tante cose che ho letto da ieri sera, mi piace ricordare il pensiero che hanno voluto trasmettere Giusy e Giovanna Bruno, che di questo pianoforte erano proprietarie, prima di donarlo al Comune, consentendo al nostro Assessorato collettivo di avviare “Un piano per la città”. Loro sono state le prime a credere in questo progetto, mesi fa, quando era ancora in cantiere. E ancora oggi, nonostante tutto, ci hanno voluto dire che continuano a crederci e a sostenere gli sforzi di una comunità che vuole crescere, culturalmente e socialmente. E allora in punta di piedi mi permetto di lanciare questo invito: proviamo a crescere davvero, a trasformare in maniera strutturale la rabbia e l’indignazione di queste ore in un impegno crescente per la nostra città. Sostituiamo la delega con la partecipazione. Agiamo, non limitiamoci a denunciare. In fondo, il senso della “sfida” di “Un piano per la città” è esattamente questo».

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Antonio
Antonio
11 Settembre 2018 23:20

Il pianoforte in Galleria a Piazza Antonello era usato anche da bambini senza controllo dei genitori che in galleria giocano a pallone, urlano e corrono tra i tavoli dei locali. Non è questo il modo di usare una galleria.Non ci sono indicazioni. Un piccolo cartello posto a 3 metri di altezza sopra lo stesso muro su cui è accostato il pianoforte, indica divieti di circolare in bici e altre ….

Antonio
Antonio
11 Settembre 2018 23:26

Il pianoforte deve essere posto sopra una pedana. La catena con cui è legato il cartello alla lampada deve essere avvolta in un involucro di plastica altrimenti graffia il legno. Serve un cartello per l’uso della galleria con divieto di giocare al calcio e fare rumori molesti per bambini e adulti. Altrimenti il piano NEANCHE SI SENTE.

Antonio
Antonio
11 Settembre 2018 23:34

Molti di quelli che usano il piano si siedono in due, lasciano i bicchieri, lo lasciano aperto, piu’ volte è stato colpito dal pallone con cui giocano i bambini e gli adulti…serve un CARTELLO che indichi il modo di usare il piano e la galleria…altrimenti non serve avere gli strumenti se non ci sono indicazioni sul come usare i locali e per quale scopo siano stati costruiti.