MESSINA. Nemmeno in occasione dell’ultima seduta l’aula consiliare è riuscita a riempirsi di tutti i suoi quaranta legittimi occupanti. Oggi, ultimo appuntamento del quinquennio 2013/2018, seduti nei banchi c’erano meno di metà dei consiglieri comunali eletti. Il chiodo finale nella bara di un’esperienza pressochè disastrosa sotto ogni punto di vista, che lascia dietro di sè una trentina di delibere mai votate. Alcune da tre anni.

C’è il regolamento per l’uso condiviso dei beni comuni e dei beni sottoposti al principio della sussidiarietà civica, cavallo di battaglia dell’amministrazione che giace nei cassetti da novembre del 2015: due anni e mezzo. Solo qualche mese in più del regolamento per il bilancio partecipativo per la partecipazione attiva dei cittadini ai processi decisionali dell’ente locale. Risale invece ad agosto il regolamento per l’assegnazione e la gestione degli orti urbani: tutte delibere proposte dall’amministrazione e mai tenute in considerazione dall’aula.

Un caso a parte è la delibera “salvacolline”, la variante parziale di tutela ambientale al piano regolatore, ferma da qualche parte tra commissione e aula dopo una decina di sedute in cui il consiglio comunale ha pervicacemente evitato di discuterla. Non è la sola.

C’è ancora agli atti la cittadinanza onoraria al quattordicesimo Dalai Lama, Tenzin Gyatso, che sembrava essere diventato l’argomento più importante e divisivo di agosto, solo per cadere nel dimenticatoio già a settembre (ed ivi essere rimasto fino ad oggi). Poi ci sono le delibere proposte dall’amministrazione per agevolare il funzionamento della macchina burocratica, mai prese in considerazione: dal regolamento del commercio su aree pubbliche a quello di disciplina del consiglio comunale, dalle norme per amministrazione e utilizzo dei beni immobili comunali alla modifica dello statuto dell’Atm, fino all’istituzione del Garante della persona con disabilità: tutte sepolte nei cassetti, cadute nel dimenticatoio, oscurate nei meandri degli screzi politici, mai discusse da questo consiglio comunale

Detta così, potrebbe sembrare una conseguenza della guerra tra amministrazione e consiglieri. E invece no: l’aula, uguale trattamento lo ha riservato anche agli stessi consiglieri comunali, a testimonianza del fatto che non si è trattata di una semplice contrapposizione consiglio/giunta, ma proprio di pervicace volontà (o incapacità) di trattare i temi arrivati in aula. C’è, per esempio, il conferimento di una cittadinanza onoraria al rettore maggiore dei salesiani Angel Fernandez Artime”,  il regolamento il rilascio delle concessioni per l’occupazione delle arre pubbliche col relativo canone, e quello per il riconoscimento dell’albergo diffuso, proposti da Nino Interdonato come primo firmatario di gennaio e settembre 2016, o  il regolamento comunale per l’autorizzazione all’installazione e all’esercizio di impianti per radiotelecomunicazioni di Daniela Faranda di due anni fa, o ancora quelle di Nicola Cucinotta sul regolamento per gli interventi nel sottosuolo stradale e sull’istituzione di una commissione consultiva sul precariato e sul lavoro

C’è il regolamento per il verde urbano proposto a settembre del 2016 dai consiglieri Carlo Cantali e Rita La Paglia, mai votato, con quest’ultima che con Alessandro La Cava ha presentato anche un atto di indirizzo sui “parcheggi rosa”, anch’esso fermo al palo, ma anche il regolamento per la locazione e concessione in uso di locali ed immobili comunali di Antonella Russo. Tutte occasioni perse da parte di un consiglio che ha scelto di non scegliere.

 

 

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Pippo
Pippo
25 Aprile 2018 13:59

E poi si lamentavano degli atti contabili attivati all’ultimo minuto.. Se non ci fossero state scadenze di legge, staremmo aspettando anche quelli