MESSINA. Chissà cosa avrebbe detto Giovanni Pascoli. O William Shakespeare. O… Bruno Cadorè. Chissà se sarebbero contenti di aver ottenuto la cittadinanza messinese post mortem. Perché lo stesso consiglio che ha rifiutato di prendere in considerazione l’ipotesi di concedere il riconoscimento al Dalai lama dopo la “fuga in avanti” del sindaco Renato Accorinti, di cittadinanze ne ha concesse tre, a personaggi né particolarmente legati alla storia di Messina né della fama e della celebrità di un premio nobel.

Bruno Cadorè, per esempio: ultima cittadinanza concessa da questo consiglio comunale, il 16 dicembre del 2016, al maestro dell’ordine dei Domenicani, “ottantasettesimo successore di san Domenico”. Nome che ai più non dirà molto ma che, si legge nella motivazione, “durante il suo incarico, ha compiuto dall’insegnamento nelle università al servizio e alla promozione integrale dell’uomo in tutti gli 84 paesi del mondo in cui l’ordine è presente”. Delibera, questa, proposta da Accorinti e approvata dalla giunta prima e dal consiglio poi.

Il 5 marzo del 2015 l’onorificenza è andata al magistrato antimafia Nino Di Matteo (unanimità dei voti, venti consiglieri su venti, su proposta del sindaco); il 16 febbraio 2016 la cittadinanza è toccata al romano Emmanuel Miraglia, medico e fondatore a Messina di Ortopedico e case di cura private che dal 2010 è presidente del gruppo G.i.o.m.i., gestione istituti ortopedici mezzogiorno d’Italia: cittadinanza proposta da mezzo consiglio comunale. 

Chi di cittadinanze ne ha distribuite a piene mani è stato lo scorso consiglio comunale: ben dieci dal 2010 al 2013, andate, nell’ordine, al romano Ennio Morricone (“artista eccelso. poeta del suono che ha saputo trasformare i sentimenti in note musicali”, la motivazione), alla vittima della mafia Boris Giuliano, poliziotto nato a Piazza Armerina ma che per un breve periodo ha prestato servizio a Messina prima di andare a Palermo, ma anche alla torinese Maria Luisa Spaziani, professoressa di lingua e letteratura Francese, presso l’università di Messina dal 1967 al1996 (“più volte candidata al Premio Nobel per la Poesia”, premio inesistente inserito nelle motivazioni per il riconoscimento), e Davide Francesco D’Amico, stimato chirurgo messinese che vive e opera a Padova. Questo solo nel 2010.

Nel 2011, a diventare messinese onorario è Edgar Morin, filosofo francese al quale è intitolato un Centro Studi di Filosofia della Complessità a Messina, a Vincenzo Lilla, sacerdote, docente e preside della facoltà di Giurisprudenza di Messina dal 1886 al 1905, e nientepopodimenoché  a William Shakespeare, uno dei più grandi geni della letteratura mondiale i cui natali alcune teorie non troppo prese sul serio (nè dimostrate) attribuiscono a Messina.

Siccome Shakespeare evidentemente non era troppo, nel 2012, la cittadinanza viene conferita post mortem a Giovanni Pascoli, che “onorò la Città e I’università di Messina con il suo insegnamento e con i suoi scritti in prosa e in versi”, si legge nelle motivazioni, e poi ad un intero reparto dei Carabinieri, quello investigativo scientifico: il Ris di Messina.

Ultimo, nel 2013, ad aprile, quindi proprio agli sgoccioli dell’avventura amministrativa, lo scorso consiglio conferisce l’onorificenza a Gian Francesco Cremonini, ammiraglio che all’epoca dirigeva l’ex Arsenale militare.

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Michele Giunta
Michele Giunta
17 Settembre 2017 18:37

A questo punto potevano darla anche al messinese che dava la voce a Topo Gigio di cui non ricordo il nome e mi sembra sia di Giamplieri.