MESSINA. Che la città abbia “fame” di cultura lo dimostra la gente accorsa all’inaugurazione. Circa duecento avventori che si sono recati in via Enzo Geraci per dare il benvenuto a una nuova galleria d’arte che ha aperto i battenti in pieno centro grazie all’artista messinese Fabio Di Bella, in arte Fadibè.

Si tratta di “Art Gallery”, un nuovo spazio espositivo nel cuore di Messina che ospita le opere della collezione privata del fondatore (e della moglie) e si pone l’obiettivo di divenire un punto di riferimento per tutti i giovani artisti messinesi in rampa di lancio, a partire dagli studenti del liceo artistico.

Composto da tre stanze su una superficie di circa 70 mq, il nuovo atelier messinese sorto negli stessi locali dell’ex libreria Colosi ha alzato le saracinesche lo scorso venerdì 9 marzo mettendo in mostra le opere realizzate dall’artista e i tanti quadri acquistati nel corso degli anni, fra cui dei lavori di De Chirico, Mirò, Rabarama e Manzoni.

 

 

«Non compro macchine e non vesto Armani. Preferisco investire nell’arte e vestire il mio animo», commenta Di Bella, docente di Pittura all’istituto Basile, che racconta i motivi che l’hanno spinto ad intraprendere questa nuova avventura.

«Art Gallery è al contempo un atelier che uso per dipingere, una corniceria, una galleria e un luogo di incontro per tutti gli artisti messinesi. Il mio intento è quello di offrire un trampolino di lancio per tutti quei ragazzi di talento che purtroppo non hanno a disposizione degli spazi adeguati per mettersi in mostra», e il riferimento è innanzitutto ai “suoi” allievi dell’Istituto d’arte, «che hanno avuto la fortuna di avere come preside Giuseppina Prestipino, una donna eccezionale».

Varie le iniziative previste all’interno della galleria, a partire dall’evento “Io sono”, un’esposizione di opere realizzate dagli studenti disabili e autistici delle scuole cittadine il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza al reparto di nefrologia pediatrica del Policlinico.

«Inoltre – racconta Fabio – gli spazi espositivi sono a disposizione di chiunque voglia prendere in affitto la sala a un prezzo modico, sia per mostre personali che collettive, a patto però che siano lavori di qualità. Il mio intento – conclude – è quello di invogliare il pubblico a scoprire l’arte contemporanea, in una città che ancora si meraviglia per un Fontana. Purtroppo gli spazi per esporre sono pochi, così come sono carenti i luoghi in cui discutere di cultura. Per questo vorrei che Art Gallery diventasse un centro nevralgico e un punto di ritrovo per parlare di arte, letteratura e filosofia, attraendo quanta più gente possibile. A tal proposito, ogni inaugurazione verrà fatta alle ore 21, in modo da poter coinvolgere anche negozianti e lavoratori».

 

BIOGRAFIA. Nato a Messina nel 1974, Fabio Di Bella ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dedicandosi in particolar modo all’arte classica e a Caravaggio. Nello spirito di questa ricerca, nel 2002 realizza le opere “Gesù e la Samaritana al pozzo di Giacobbe”, “Mosè e la rupe” e “San Francesco in estasi” per la chiesa di San Nicola di Bari di San Filippo Superiore (che ad oggi ospita 14 tele dell’artista). Nel 2003 riconosce l’ingombrante valore psicologico che le carte da gioco avevano assunto nella propria storia familiare e decide di trasformarle in un vero e proprio alfabeto con il quale esprimersi artisticamente (proprio sulle carte da gioco è incentrata la sua tesi di laurea, dal titolo “Un gioco di carte chiamato Arte”).

Numerose le mostre e le manifestazioni a cui ha preso parte nel corso degli anni. Fra le tante segnaliamo: la “Fiera Internazionale di Arte contemporanea” di Marbella, la “Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo” a Salerno, la personale “Tra Inferno e Paradiso” a Roccalumera, la collettiva “I Titani dell’Arte” nella Chiesa di Santa Maria Alemanna, una mostra personale al Monte di Pietà, l’esposizione “Dieci per dieci” al Vittorio Emanuele e l’installazione “Ottava chiesa” al  Mini Mu di Trieste (info tratte dal sito Le scalinate dell’arte).

 

(Foto di Stefano Marino)

 

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