MESSINA. Accertamento di contributi previdenziali mai versati per 4 milioni e 700mila euro, prestazioni Inps indebite per quasi cinque milioni e mezzo con 1808 rapporti lavorativi annullati, oltre duemila rapporti di lavoro fittizi solo nell’ambito delle aziende agricole, il 20% degli accertamenti fiscali in più.

Sono i risultati congiunti di Inps e Guardia di Finanza nel 2017, ottenuti soprattutto mettendo sotto la lende il territorio nebroideo ed il settore agricolo, presentati nel corso di una conferenza stampa in cui l’ente previdenziale e l’Arma hanno ribadito la soddisfazione per i risultati ottenuti grazie ad una sinergia che nel futuro sarà ancora più stretta e rispecchierà la “Social accountability, la capacità cioè che devono avere gli enti pubblici di rendere conto dell’attività svolta”, come ha spiegato Marcello Mastrojeni, direttore provinciale Inps. “Un’esperienza di collaborazione virtuosa con la Guardia di Finanza, in particolare la tenenza di Patti ma col supporto del Comando provinciale, così positiva da aver posto le basi per un rafforzamento geografico: si è partiti dalla zona Nebroidea, ci si spingerà su tutta la provincia dopo l’esperienza pilota in quel contesto. Abbiamo identificato altri ambiti oltre l’agricoltura, che metteremo sotto osservazione”.

“SI tratta di tutela della spesa pubblica, cioè come lo stato spende i suoi soldi”, ha specificato Jonathan Pace, tenente colonnello e comandante del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Messina. “La collaborazione con l’Inps nasce così, incrociando i dati delle nostre banche per rendere i controlli più veloci ed efficaci, e in alcuni casi si è trovata la frode prima che venissero spesi i soldi”.

Come si è sviluppata materialmente l’attività lo spiega Alessandra D’Amico, ispettore di vigilanza dell’Inps: “Prevenzione (intercettare i fenomeni elusivi, individuando a monte gli indici di rischio per le aziende), contrasto (lotta ai fenomeni di economia sommersa e lavoro nero, spesso con altre forze ispettive) e vigilanza (nel momento in cui l’illecito si è verificato), spaziando in un vasto campo che va dagli accertamenti sui benefici contributivi all’applicazione dei contratti collettivi di lavoro. Come casistica risaltano i lavori fittizi – spiega Alessandra D’Amico – se una volta ne trovavamo molti in agricoltura, dal caporalato, al lavoro nero, a rapporti finalizzati all’accesso alle prestazioni previdenziali da parte dei falsi braccianti, oggi si è spostato su tutto il resto delle aziende non agricole. L’aumento del 20% negli accertamenti assume ancora più significato se si mette a paragone con le altre realtà, perchè in Sicilia, contrariamente al resto d’Italia in cui tutti i servizi ispettivi sono confluiti in un unico organismo, gli accertamenti sono interamente a carico e frutto del lavoro dell’Inps”.

E’ Giacomo Cucurachi, tenente comandante della Tenenza di Patti, a dare qualche cifra in più: “Come attività di indagine già conclusa, abbiamo scoperto, nell’ambito dell’agricoltura, 1301 falsi braccianti, assunti perlopiù da cooperative agricole che hanno instaurato fittizi rapporti di lavoro, per oltre 113mila giornate denunciate e quasi tre milioni di prestazioni indebitamente percepite”

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