MESSINA. Continua l’impegno dell’assessorato alle Politiche Sociali e del dipartimento competente, all’interno del Programma Operativo Nazionale “Inclusione”. Dopo il primo finanziamento di circa cinque milioni e 400 mila euro destinato al potenziamento del Servizio sociale professionale, alla realizzazione di tirocini formativi e all’avvio del servizio di educativa domiciliare, il nuovo finanziamento attinge all’Azione 9.5.1, rivolta al “contrasto dell’abbandono scolastico” e allo “sviluppo della scolarizzazione delle comunità emarginate”.
Nello specifico, il progetto nazionale promuove l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e camminanti e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha promosso un’azione condivisa con il tavolo delle città riservatarie, dove per la prima volta siede anche il Comune di Messina.  Tre le linee di intervento principali: rafforzamento rete locale, interventi per l’inclusione scolastica e interventi di sostegno socio-educativo extrascolastico. In particolare, le scuole primarie e secondarie di I° grado coinvolte sono gli Istituti comprensivi “E.Vittorini” e “Mazzini-Gallo”, che ospiteranno attività laboratoriali che utilizzano la metodologia del cooperative learning e del learning by doing. Le attività saranno realizzate, oltre che nelle scuole coinvolte, nelle strutture socio-educative del territorio e presso i contesti abitativi degli alunni target. Sono previste inoltre trasferte per la partecipazione a seminari nazionali e scambio buone pratiche con le altre città aderenti al progetto. La realizzazione del Progetto Nazionale, con un finanziamento di  91.170,00 euro, è triennale, con le attività previste per gli anni scolastici 2017/2018 – 2018/2019 – 2019/2020;
Il tavolo ministeriale – spiega l’assessora, Nina Santisi, che ha preso parte a tutte le riunoni del tavolo insieme alla referente tecnica – ha condivisoda una parte azioni di sostegno alla frequenza scolastica dei bambini rom, sinti e camminanti, dall’altra interventi di rimozione degli ostacoli all’integrazione. L’obiettivo di tutto l’intervento è abbandonare la presa in carico dei soli aspetti emergenziali del fenomeno e attivare politiche ordinarie di tutela e di inclusione. Per questo il progetto nella nostra città prevede un lavoro centrato su due ambiti di vita dei bambini e adolescenti rom: la scuola e il contesto di vita. Il lavoro nella scuola è rivolto a promuovere una scuola più inclusiva e a combattere la dispersione; il lavoro nel contesto abitativo è finalizzato ad integrare gli obiettivi di sostegno scolastico con quelli volti alla promozione del benessere e alla tutela della salute complessiva del bambino e del ragazzo in relazione al suo contesto familiare”.
Possono presentare manifestazione di interesse al progetto le istituzioni socio-assistenziali con esperienza nel settore degli interventi d’inclusione socioeducativa delle comunità Rsc, oppure in analoghi servizi socio-educativi, nei percorsi di sostegno a favore dei minori a rischio e dell’educativa territoriale. Le figure coinvolte sono operatori sociali come educatori e animatori che lavoreranno in stretta sinergia con i componenti dell’Equipe Multidisciplinare, appositamente costituita dall’assessorato alle Politiche Sociali, che ha già istituito il tavolo tecnico permanente dove siedono le altre istituzioni (Ufficio scolastico provinciale, istituti comprensivi, aziende sanitarie…), le associazioni e il volontariato, la Caritas, le circoscrizioni cittadine e i rappresentanti delle comunità rom presenti a Messina.
Per partecipare alla selezione, i progetti devono pervenire entro le ore 12 di mercoledì 20 dicembre. In prima fase, l’aggiudicazione avverrà in favore dell’offerta progettuale che avrà ottenuto il punteggio maggiore. A parità di punteggio tra due o più soggetti partecipanti, sarà individuato quale partner il soggetto che avrà totalizzato un punteggio più alto nella valenza socioeducativa del progetto. Nella fase successiva di co-progettazione, l’Amministrazione comunale procederà alla discussione critica del progetto selezionato e alla eventuale definizione di variazioni ed integrazioni coerenti con le linee indicate. Il positivo superamento della fase di co-progettazione sarà condizione indispensabile per la realizzazione del progetto nel territorio e nelle scuole. «Da tempo – ribadisce l’assessora Santisi – invito il Dipartimento Politiche sociali a rivolgere la sua attenzione al ricorso, laddove possibile, come nel caso in oggetto, allo strumento della coprogettazione che valorizzando il paradigma della ”sussidiarietà orizzontale” tra pubblico e terzo settore vuole sottolineare il principio per cui il privato non “eroga” un servizio ma lo ”costruisce” con gli enti locali. Nella coprogettazione il ruolo del soggetto pubblico non è quello di acquirente o committente di prestazioni e neppure il ruolo del soggetto del Terzo settore quello di fornitore o erogatore di prestazioni e servizi. La coprogettazione è uno strumento dove pubblico e privato non si scambiano corrispettivi e prestazioni ma collaborano orizzontalmente. Ce lo indica da molto tempo la 328 del 2000 e in questa logica il Comune non ”esternalizza” un servizio ma lo costruisce insieme al soggetto che ha i requisiti richiesti dall’evidenza pubblica . La chiave di volta è il confronto tra le parti in gioco».
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